Zelenksy The Apprentice: quando la diplomazia diventa reality show

Ph. Mystyslav Chernov / Ap

di Antonella Boralevi (huffingtonpost.it, 1° marzo 2025)

Non era un incontro al vertice: era uno show televisivo, quello organizzato da Trump per Zelensky. Di certo, il primo imperdonabile errore di Zelensky è stato accettare la presenza dei media nella Sala Ovale. Ma quando mai si fanno trattative diplomatiche davanti ai giornalisti?

Prima si fa la diplomazia, dopo se ne comunicano i risultati. I giornalisti erano lì non da cani da guardia della società, bensì nel ruolo di “pubblico”. Comparse necessarie a uno show in diretta. Trump è un uomo di spettacolo, esattamente come Zelensky.

Zelensky era un comico che interpretava in una serie tv il presidente dell’Ucraina. Trump era il businessman che interpretava sé stesso nel ruolo del boss del reality show The Apprentice, dove veniva scelto, tra 18 aspiranti, un vincitore che riceveva un contratto da 250mila dollari per lavorare alle sue dipendenze. Trump ne ha condotte di 14 stagioni, dall’inizio nel 2004, e ha smesso solo per candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti, poi vinta nel 2016. Intendo dimostrarvi che ieri pomeriggio nella Sala Ovale della Casa Bianca è andata in onda una nuova puntata di The Apprentice nell’ultima versione “Celebrity Apprentice”.

Poche cose sono certe come le competenze di un conduttore televisivo. Se è bravo, te ne accorgi subito: tiene in pugno la conversazione, ha una gestualità limitata e ripetitiva, sempre assertiva. Non vedrete mai un bravo conduttore televisivo che giunge le mani, per esempio, o che dice “scusi”. Ha un tono di voce fermo, che presto diventa ostile se il concorrente non gli piace. Interrompe senza remore, perché è lui che comanda. Soprattutto è lui, il conduttore, che ha deciso come deve andare a finire.

Adesso, riguardatevi il video. Cominciamo dalla postura. Zelensky con le mani in grembo. Trump con il gesto di chi è sicuro di sé: le mani a palmo aperto. Zelensky con le braccia strette al petto, sotto le ascelle, cioè in difesa. Trump con l’indice puntato verso di lui: accusa, rimprovero, autorità. Zelensky che dondola il capo, a disagio, come se gli mancasse un punto di appoggio. Trump perfettamente immobile, saldo. Una roccia. Zelensky che si tocca il naso, quando Trump lo rimprovera di non essere riconoscente. Cioè, grande imbarazzo e incapacità di nasconderlo.

E adesso ascoltate le parole. A me pare che la frase più significativa, quella che spiega il futuro che ci aspetta, non sia una di quelle che molti commentatori hanno segnalato. Non è “Stai giocando d’azzardo con la Terza guerra mondiale”. Non è “Tu non hai le carte in mano”. Non è “Ti ho dato io la possibilità di essere un duro”. No. La parola chiave è “deal”, cioè “affare”. La frase chiave è “Diventa molto difficile fare affari così”.

Non si sta parlando di pace, quindi, ma di affari. Infatti, Trump ribadisce il punto: “O fai l’accordo o noi siamo fuori”. Attenzione: non si sta facendo un incontro diplomatico. No, proprio no, non è “diplomazia”. È show televisivo. Come chiude, infatti, di sua iniziativa e bruscamente, Trump? “Penso che abbiamo visto abbastanza, no? Questa sarà grande televisione, e vedrete che ho ragione!”.

Concludo questa analisi con un dato di fatto della Scienza della Comunicazione: la televisione è una perfetta macchina della verità. Persino chi è un professionista esperto ne resta vittima. Alla fine si smaschera da sé. E dice le sue vere intenzioni.

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