di Beatrice Dondi (espresso.repubblica.it, 9 settembre 2019)
Giusto per mettere le cose in chiaro, le colpe dei padri, e figuriamoci quelle dei nonni, non devono ricadere sui figli. Tanto, Emanuele Filiberto Umberto Reza Ciro René Maria di Savoia detto principe basta abbastanza a sé stesso.
Dotato di naturale empatia verso i poveri e ostinato portatore di sangue blu, il discendente della casa reale riesce a infondere quel brio tipico della Svizzera, Paese che lo ha visto crescere. Dopo varie quanto trascurabili esperienze di studio, uno spot per le olive e un matrimonio, ha deciso di gettare le sue nobili membra nel mondo dello spettacolo, trovando un’accoglienza degna del suo rango.
Quando ancora la Costituzione gli vietava l’ingresso sul suolo italico in quanto discendente maschio di Casa Savoia, pensò bene di buttare giù il testo di una canzone per decantare il suo amore patrio. Con la quale partecipò a Sanremo in compagnia di Pupo e del tenore Canonici. Microfono alla mano, il principino intonò, si fa per dire, gli immortali versi: “Io sento battere più forte, il cuore di un’Italia sola, che oggi più serenamente, si specchia in tutta la sua storia”. Il risultato fu travolgente. Grazie al televoto arrivò al secondo posto e il direttore d’orchestra per protesta gettò gli spartiti sul palco.
Il successo non si arrestò al punto che, narrano le cronache, una volta terminato il Festival, il brano venne letteralmente ignorato dalle radio. Ma senza perdersi d’animo, forte dello scettro di miglior danzatore conferitogli direttamente dalle mani laccate di Milly Carlucci ebbe l’ardire di saltellare qua e là dalla politica al piccolo schermo passando per La notte del poker.
Il movimento da lui fondato “Valori e Futuro con Emanuele Filiberto” raggiunse il peggior risultato della circoscrizione estera “Europa”, diventando l’ultimo partito in assoluto per preferenze, ma quando si presentò alle Europee del 2009 nelle fila dell’Unione di Centro riuscì di buon grado a non essere eletto. In tv invece ha regalato i volteggi delle Stelle, con e senza ghiaccio, e una presenza nell’indimenticabile format Il principiante: il lavoro nobilita in cui, come la saga dei Puffi, indossava gli inusuali abiti dell’operaio per dimostrare che anche i reali hanno un cuore dedito all’abnegazione.
Oggi è pronto per una nuova avventura nella versione Celebrities degli Amici di Queen (guarda un po’) De Filippi, dove potrà gorgheggiare delle fughe in re. Ma ogni riferimento a persone e parenti è del tutto casuale. E pazienza se da anni insinua il dubbio che il referendum del ’46 sia stato manomesso: seguendo il modello Rousseau, si affiderà corpo e voce al giudizio del popolo. Che mai come in questo caso sarà sovrano.