La campionessa sotto accusa per l’ipotesi ministero: falso che non difenda le donne
di Fabrizio Caccia (corriere.it, 27 luglio 2015)
Dal 18 luglio c’è una petizione su Internet (la piattaforma è quella di Change.org), in una settimana ha raccolto quasi 25mila firme. È rivolta al premier Matteo Renzi e ha per titolo «No alla Vezzali come Ministra dello Sport»: l’hashtag è #vezzalinograzie. Valentina Vezzali è l’atleta azzurra più medagliata di tutti i tempi: tre ori olimpici individuali e tre nelle gare a squadre, sei titoli mondiali, cinque europei e undici Coppe del Mondo. La più grande schermitrice della storia. Sempre con il fioretto. Oggi ha 41 anni, il 25 febbraio del 2013 fu eletta alla Camera dei Deputati e da pochi giorni è vicepresidente del suo partito, Scelta Civica.
L’assalto della Panìco
Ma è vero che Renzi la vuol nominare ministra dello Sport per provare a vincere la sfida della candidatura olimpica di Roma 2024? «Ma no, sono solo indiscrezioni – si schermisce. Per ora non ho ricevuto alcuna telefonata e, semmai la riceverò, solo allora valuterò il da farsi. Certo, Roma 2024 sarebbe un bel sogno da realizzare…». La petizione, però, l’ha fatta arrabbiare di brutto: «Fa male, secondo me, a tutto il mondo sportivo. E alle atlete donne in particolare. Ma siamo in democrazia e ognuno è libero di pensarla come vuole. Sono 25mila quelli che hanno sottoscritto l’appello? E va bene, li rispetto, ma in Italia siamo 60 milioni…». La promotrice della raccolta di firme si chiama Patrizia Panìco e non è affatto una sconosciuta. Tutt’altro. È una calciatrice italiana, anzi è il capitano della nostra Nazionale, il suo ruolo è quello di attaccante e lo ha dimostrato anche nello stendere il testo dell’appello. L’assalto alla Vezzali è frontalissimo: «Non mi sembra di ricordare mai un suo intervento a sostegno delle nostre battaglie contro le discriminazioni», scrive Patrizia. Che poi non esita a ricordare il celebre siparietto dell’ex campionessa con Berlusconi, in studio da Bruno Vespa, quando Valentina scherzando disse a Silvio: «Da Lei, Presidente, mi farei “toccare”…».
Niente di male nel siparietto con Berlusconi
E qui la deputata di Scelta Civica proprio s’infuria: «Forse fui ingenua, ma non c’era niente di male, nel fioretto “toccare” significa “colpire”, lo sanno tutti, se avessi fatto danza magari avrei detto a Berlusconi “facciamo due passi”. Sono solo strumentalizzazioni. Eppoi Patrizia Panìco io non la conosco, ma poteva anche documentarsi prima di prendere l’iniziativa». La sua accusatrice sostiene, per esempio, che quando a maggio scorso l’allora presidente della Lega Dilettanti, Felice Belloli (oggi sospeso) mancò di rispetto con volgarità alle atlete del calcio femminile («Basta dare soldi a quattro lesbiche», lo sentirono dire), la Vezzali non prese posizione, a differenza di altre sportive famose «come Federica Pellegrini e Josefa Idem», sottolinea la Panìco.
«Sono a favore delle unioni civili»
«Non è vero – ribatte Valentina: basta cliccare sulla mia pagina Facebook per trovare ciò che dichiarai. Ma mi sono anche battuta per le ragazze del rugby, discriminate economicamente rispetto ai maschi. E poi per difendere la maternità delle atlete e il loro diritto ad avere una pensione. Tutto sta agli atti. La Panìco mi accusa pure di essere una strenua sostenitrice della famiglia naturale, quella formata da un uomo e una donna. Ebbene sì, io amo mio marito Domenico, che l’anno prossimo allenerà la squadra di calcio femminile della Jesina in serie B (e non sono per niente gelosa!). Ma credo soprattutto nell’amore e se due persone dello stesso sesso si vogliono bene, questa è la cosa più bella del mondo. Io sono a favore delle unioni civili».