Usa, scoppia il «caso Ivanka»: conflitto di interessi per la figlia prediletta di Donald Trump

Pubblicizza i suoi prodotti in tv e incontra i leader stranieri. Negli Stati Uniti dal 1967 una legge vieta al presidente di assegnare incarichi nell’amministrazione ai congiunti

di Giuseppe Sarcina (corriere.it, 19 novembre 2016)

New York — Lo «Style Alert» è di grande momento: «Ivanka Trump indossa il suo braccialetto favorito della collezione “Metropolis” nella trasmissione “60 minutes”». Nell’immagine compaiono Ivanka con un vestito rosa, il marchio, anch’esso rosa, della sua azienda personale «Ivanka Trump» e la riproduzione del gioiello in oro, cesellato con disegni geometrici e in vendita a 10.800 dollari.marketing-ivanka-trumpQuesta nota stampa è arrivata nelle redazioni dei media americani domenica 13 novembre, mentre la Cbs mandava in onda «60 minutes» con la prima intervista televisiva al neoeletto presidente Donald Trump. Davanti al pubblico americano Ivanka, la persona con più ascendente su «The Donald», calibrò le parole: «Voglio occuparmi delle imprese di famiglia. Continuerò a seguire l’attività di mio padre, ma a distanza». Il colloquio nella Trump Tower era stato registrato venerdì 11 novembre. Neanche una settimana dopo, giovedì 17, ecco rispuntare un’altra foto di Ivanka, nella penthouse della Torre dorata, dove vivono «The Donald» e la moglie Melania. Una riunione di famiglia? Nient’affatto: il primo incontro di Trump con un leader straniero, il giapponese Shinzo Abe. La secondogenita del tycoon, insieme con il marito Jared Kushner, i fratelli Donald jr ed Eric, fa parte del «transition team», il gruppo che sta gestendo il passaggio di consegne alla Casa Bianca. Il clan di famiglia si è rivelato una delle forze più compatte nelle discussioni e negli scontri sulle nomine, nella Trump Tower. All’inizio sembrava che l’unico che potesse aspirare a un incarico di governo fosse il figlio maggiore, Donald jr. Ma negli ultimi giorni, tra il braccialetto da 10mila dollari e il vertice con Shinzo Abe, i grandi giornali si sono concentrati sul «caso Ivanka». Il liberal New York Times, per esempio, solleva il tema del conflitto di interessi economici, osservando come Ivanka sia già la «vice presidente per lo sviluppo e le acquisizioni della Trump Organization» e, in prospettiva, potrebbe diventare la numero uno dell’intero gruppo, ramificato negli Stati Uniti, in Europa, nell’America Latina. Fonti del «transition team», però, rivelano: il «caso Ivanka» sta diventando anche un serio problema politico. Negli Stati Uniti esiste dal 1967 una legge che vieta al presidente di assegnare incarichi nella pubblica amministrazione ai suoi congiunti. Il clan Trump sta pensando a come aggirare la legge per garantire una posizione al marito di Ivanka, Jared Kushner, 35 anni. I due si sono sposati nel 2009. Kushner è un ebreo ortodosso e Ivanka ha accettato di convertirsi e di educare i tre figli secondo questi dettami religiosi. Ma sarebbe profondamente sbagliato considerare Jared come il semplice portavoce di Ivanka. Anzi, il giovane uomo d’affari ha ereditato la guida di una delle società immobiliari più importanti di New York: la Kushner Real Estate Group, accreditata di un patrimonio immobiliare pari a 7 miliardi di dollari. Adesso, però, il neo presidente non sa come sistemare il genero e, soprattutto, come conciliare il trasporto per la figlia Ivanka con i doveri di un presidente degli Stati Uniti.

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