Pressing dei democratici per candidarlo alle elezioni del 2018
di Francesco Semprini («La Stampa», 7 giugno 2014)
I presupposti ci sono tutti, impegno sociale e politico, bella presenza, una «certa» padronanza della scena. E soprattutto la cornice, ovvero la California, lo Stato americano che più di ogni altro si è lasciato guidare da divi hollywoodiani. Perché questa volta ad aspirare alla carica di governatore del Golden State potrebbe essere niente meno che George Clooney. O meglio, secondo quanto riportato da alcuni siti di gossip, il bello del cinema Usa e convinto liberal, sarebbe stato adocchiato dagli strateghi democratici convinti che l’attore possa fare al caso del Partito per il rinnovo del governatorato del 2018. A far scattare la scintilla sarebbe stato l’annuncio del matrimonio con Amal Alamuddin, bella e battagliera avvocatessa per i diritti umani, che con la sua vicinanza avrebbe conferito al suo George quella credibilità necessaria per un confronto politico. Ancor di più di quella che potevano attribuirgli le sue missioni in Darfur come ambasciatore di pace delle Nazioni Unite, incarico che ha lasciato dopo sei anni quasi in coincidenza con l’annuncio del suo matrimonio. E così lo scapolo d’oro, non solo dà una svolta alla sua vita sentimentale, ma potrebbe darla anche a quella professionale. Del resto non sarebbe la prima volta che una stella di Hollywood prende in mano le redini della California. Prima di lui è stato Ronald Reagan, repubblicano di ferro, a vestire i panni di governatore, una volta smessi quelli di cow-boy sui set cinematografici. Per lui il Golden State è stato la porta d’accesso a Washington con i due mandati presidenziali. Poi è stata la volta di Arnold Schwarzenegger, anche lui repubblicano, seppure sui generis. Anche in questo caso le aspirazioni politiche erano più ampie, ma a fermare il Terminator è stato il fatto di essere nato in Austria, e secondo la costituzione americana chi non è nato negli Usa non può candidarsi alla presidenza. Cosa che non manca invece a Clooney, il quale per allenarsi in vista di una corsa al governatorato avrebbe deciso di anticipare il suo debutto in politica mettendosi tra i democratici in prima fila nella prossima campagna elettorale per la Casa Bianca. «Sta valutando come farsi coinvolgere», afferma il sito Life & Style. La politica d’altra parte, come l’impegno sociale, scorre nel sangue dei Clooney: il padre dell’attore, Nick, nel 2004 si è candidato con i democratici al Congresso, ma senza successo. Un’esperienza che ha ispirato qualche anno dopo il film di Clooney Idi di Marzo, in cui l’attore, guarda caso, veste i panni di un governatore progressista e integerrimo che si candida alla Casa Bianca.