Un ex campione di badminton ha vinto le elezioni in Groenlandia

Ph. Mads Claus Rasmussen / Ap

di Sara Gandolfi (corriere.it, 12 marzo 2025)

Il futuro della Groenlandia, e forse non solo, da oggi è nelle mani di un ex campione di badminton ed ex ministro dell’Industria e delle Materie Prime, nell’isola che cela sotto i ghiacci un tesoro di terre rare, pietre preziose, gas e petrolio. Jens-Frederik Nielsen è il leader dei Demokraatit, il partito di centro-destra, o «social-liberale» come preferisce definirsi, che a sorpresa ha vinto le elezioni di martedì, diventando primo partito con il 30 per cento delle preferenze.

Dettaglio non da poco, è il candidato che ha utilizzato le parole più dure contro Donald Trump, che vuole annettersi l’isola artica, definendo le provocazioni del presidente Usa «una minaccia alla nostra indipendenza politica». I Democratici saranno costretti ad allearsi con un altro partito per governare, perché non hanno la maggioranza dei 31 seggi nel Parlamento groenlandese. Il trentatreenne Nielsen, poco dopo l’uscita dei risultati, ha dichiarato che «i democratici sono aperti a colloqui con tutti i partiti e cercano l’unità. Soprattutto con quello che sta succedendo nel mondo».

Non è scontata l’alleanza di governo con Naleraq, il partito nazional-populista che con Demokraatit era all’opposizione negli ultimi quattro anni, perché mentre il primo ha giocato tutta la sua campagna sul motto «indipendenza subito», i secondi preferiscono conquistare una maggiore autonomia dalla Danimarca, senza strappi improvvisi. E su questo tema sono più vicini al partito inuit dell’attuale premier Mute Egede, nonostante sia di sinistra.

In una recente intervista al quotidiano groenlandese Sermitsiaq, Nielsen ha lanciato il sospetto che il presidente degli Stati Uniti stia cavalcando l’indipendentismo groenlandese per indebolire l’isola e trascinarla nell’orbita americana: «Perché Trump sostiene l’indipendenza? Perché può rivolgersi direttamente a noi, bypassando la Danimarca, e spera che così saremo facili da influenzare», ha detto. «Quale approccio all’indipendenza avrà la meglio dipenderà in ultima analisi dalla decisione di formare un governo di coalizione e, in tal caso, con quale partito», ha confermato Dwayne Ryan Menezes del think tank “Polar Research & Policy Initiative”.

Nielsen, nonostante la giovane età, è già un politico navigato ed è molto noto nel Paese anche per i suoi record sportivi. Ha vinto diverse volte il campionato groenlandese di badminton dal 2012, nelle categorie singolare, doppio e mista; e ha anche gareggiato agli Island Games, evento internazionale dove ha vinto medaglie d’oro e d’argento in diverse edizioni. Laureato in Scienze sociali all’Università di Nuuk, la Capitale del Paese, ha continuato a gareggiare anche dopo aver iniziato la carriera politica. Almeno fino al 2020, quando è stato nominato ministro dell’Industria e delle Materie Prime, carica che ha mantenuto per un anno.

La sua vittoria è un chiaro “no, grazie” a Donald Trump. Intervistato subito dopo lo scrutinio da Sky News, Nielsen ha detto di sperare che i risultati del voto trasmettano a Trump «un messaggio chiaro: non siamo in vendita… Non vogliamo essere americani. No, non vogliamo essere danesi. Vogliamo essere groenlandesi. E vogliamo la nostra indipendenza in futuro. E vogliamo costruire il nostro Paese da soli». La vittoria ha però sorpreso anche il giovane leader: «Penso che siamo stati chiari nel dare il nostro messaggio agli elettori. Ma non mi aspettavo che le elezioni avrebbero cambiato così tanto la politica groenlandese», ha detto in una riunione con i giornalisti.

«Certo che siamo contenti, ma siamo consapevoli che le persone ci hanno dato una grande responsabilità. Si può dire che il processo elettorale è finito, ma è solo ora, con l’inizio dei negoziati, che comincia il vero e proprio lavoro politico». I giornali locali sottolineano che i Democratici si erano opposti alla legge sulla pesca – la principale attività economica dell’isola –, presentata dal governo di sinistra ed ecologista lo scorso anno, che imponeva quote flessibili per singole specie e sede in Groenlandia per tutte le aziende commerciali.

Spread the love