(adnkronos.com, 19 novembre 2024)
La “Trump dance” conquista il mondo dello sport a Stelle e Strisce. In occasione del match tra Stati Uniti e Giamaica, è stato Christian Pulisic a festeggiare con il balletto reso celebre dai comizi di Donald Trump in campagna elettorale. L’attaccante del Milan, che ha segnato una doppietta, dopo il gol del vantaggio, arrivato al 13’, ha abbassato le spalle, chiuso i pugni e mosso le braccia avanti e indietro, proprio come faceva il Presidente eletto sulle note di Y.M.C.A. dei Village People.
L’esultanza ha subito fatto il giro del Web e generato un po’ di scalpore, tanto che Pulisic ha dovuto specificare che non ci fosse alcun messaggio politico dietro quel balletto: «Ho visto tutti farlo ieri nella Nfl, ho visto Jon Jones farlo, e ci stavamo semplicemente divertendo un po’. Ho pensato che fosse un balletto piuttosto divertente» ha raccontato nel post partita, «ovviamente è la “Trump Dance”, ma era solo un balletto che tutti stavano facendo. È lui che l’ha creata e ho pensato che fosse divertente. Non è un qualcosa di politico, mi piace».
La “Trump dance” è diventata ormai virale nel mondo dello sport a Stelle e Strisce. Tutto è iniziato nel weekend successivo alla rielezione di Trump alla Casa Bianca, quando in Nfl, la lega statunitense di football americano, il defensive end dei San Francisco 49ers Nick Bosa, noto sostenitore repubblicano, ha festeggiato un sack, ovvero un placcaggio al quarterback avversario, proprio con la “Trump dance”, spiazzando tutti in campo e sugli spalti: «Tutti i miei compagni volevano che la facessi. Non avevo nemmeno intenzione di farla, ma i ragazzi me lo hanno ricordato. Ed è stato divertente». Bosa era stato anche multato per oltre 11mila dollari dalla lega per aver indossato un cappellino con lo slogan “Make America Great Again”.
Sabato scorso, invece, il fighter di Mma Jon Jones, considerato uno dei più grandi fighter di tutti i tempi, ha celebrato la conquista del titolo dei pesi massimi salendo sulla gabbia e facendo la “Trump dance” proprio alla presenza, in prima fila a bordo ring, del tycoon in persona. Dopodiché Jones, che aveva già esternato il suo sostegno a Trump prima delle elezioni, ha stretto la mano al neopresidente e gli ha permesso di tenere e alzare anche la cintura.
Diverse versioni della “Trump dance” hanno invaso i campi della Nfl nell’ultimo weekend. Per primo il difensore dei Detroit Lions Za’Darius Smith, poi Calvin Ridley dei Tennessee Titans e Brock Bowers dei Las Vegas Raiders. Bowers, nel post partita, ha spiegato: «l’ho vista fare da Jones e ho pensato fosse figa»; ma dopo queste parole la sua squadra gli ha vietato ogni altra intervista.
La “Trump dance” è sbarcata anche nel golf, sui quei tee che sono una delle grandi passioni del tycoon. È stato il golfista britannico Charley Hull a eseguirla, camminando sul prato del Pelican Golf Club in Florida. Prima agli atleti era impedito qualunque riferimento alla politica, ma i forti endorsment, per l’uno o l’altro candidato, arrivati nelle ultime elezioni e l’esplosione della “Trump dance mania” suggeriscono che qualcosa, nella concezione stessa dello sport americano, è cambiato.