Respinto il ricorso del neopresidente che dovrà anche pagare le spese legali
di Bruno Ruffilli (lastampa.it, 15 novembre 2016)
Trump è un marchio registrato in Cina, ma non appartiene al neoeletto presidente americano. Dopo una battaglia legale durata anni, infatti, ieri l’ufficio marchi e brevetti dell’ente per l’industria e il commercio cinese ha rigettato la richiesta di registrazione del marchio Trump perché ricorda troppo da vicino quello di un’azienda edile di Liaoning, nel nord della Repubblica Popolare.Il marchio, secondo quanto riporta il South China Morning Post, è stato registrato nel 2006, due settimane prima che il tycoon americano provasse a fare lo stesso col suo nome. La registrazione fa esplicito riferimento a costruzioni edili nel settore residenziale e alberghiero, proprio quelli in cui il miliardario americano opera da anni. Trump ha naturalmente respinto la decisione ed è ricorso più volte in giudizio, l’ultima volta nel 2015, due giorni dopo l’avvio ufficiale della campagna elettorale. L’Alta Corte di Pechino ha però respinto il ricorso e lo ha condannato al pagamento delle spese legali. I piani di espansione di Trump nella Repubblica Popolare, però, dovranno scontrarsi con i rapporti non sempre facili con il Governo cinese: il presidente Xi Jinping gli ha telefonato dopo le elezioni ricordandogli che “la cooperazione è l’unica strada possibile”, al di là dei richiami populistici a tasse e dazi di cui ha molto discusso in campagna elettorale. Un accordo pare effettivamente possibile, nell’interesse comune dei due Paesi, ma intanto Trump ha pensato bene di tutelare i suoi affari e nel marzo di due anni fa ha avviato la procedura per registrare il marchio TRUMP in lettere maiuscole, che è stata accettata in via provvisoria (allo stesso modo, un anno fa, a un’azienda cinese che produce borse di pelle è stata concessa senza troppe difficoltà la licenza per il marchio IPHONE). L’ufficio per la proprietà intellettuale cinese ha dichiarato validi anche “Trump Tower” per gli alberghi e la ristorazione, “Trump Estates” per la gestione delle proprietà immobiliari, “Trump Home” per i mobili. Il miliardario americano dovrà tuttavia trovare un altro nome se vorrà darsi al settore igienico-sanitario: il marchio “Trump Toilets” è già stato registrato da una ditta di Shenzhen che produce lavandini e gabinetti di lusso.