(ilpost.it, 29 dicembre 2023)
Anche nella televisione statunitense ci sono film diventati “classici di Natale” che vengono ritrasmessi con costanza sotto le feste: due di questi sono Mamma ho perso l’aereo e Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York (Home Alone 1 e Home Alone 2). Nel secondo dei film che hanno come protagonista Macaulay Culkin fa una rapida apparizione Donald Trump, nel ruolo di sé stesso. L’ex presidente proprio in questi giorni è tornato a parlare della sua partecipazione a quel film del 1992 per negare di essere stato lui a imporre la sua presenza, come invece era stato raccontato precedentemente.
Trump ne ha parlato in un lungo post su Truth, il suo social network, dopo che, in corrispondenza delle vacanze natalizie, era tornata a circolare un’intervista di qualche anno prima al regista dei due film. Nel 2020, in occasione del trentennale del primo episodio, Chris Columbus aveva detto che Trump aveva preteso di comparire nel film per concedere alla produzione di girare parte delle scene all’hotel Plaza, di sua proprietà. Home Alone 2 racconta di come il protagonista Kevin McCallister venga involontariamente abbandonato dalla famiglia a New York (nel primo episodio veniva lasciato a casa, sempre per sbaglio): il bambino decide di prendere una camera al Plaza usando la carta di credito del padre, e mentre vaga per la hall del grande albergo Trump gli dà indicazioni su come raggiungere la lobby.
Secondo Columbus (regista di Mrs. Doubtfire e di due film della saga di Harry Potter, oltre che sceneggiatore dei Goonies) la scena fu inserita per compiacere proprio Trump: «Abbiamo pagato il noleggio degli spazi, ma in più l’unico modo per ottenere i permessi era di inserirlo nel film». L’ex presidente e aspirante candidato Repubblicano per il 2024 ha voluto negare questa ricostruzione, dicendo che «niente è più lontano dal vero» e proponendone invece una opposta: «Mi hanno implorato di partecipare. Io ero molto occupato e non volevo. Ma loro sono stati molto gentili e soprattutto insistenti. Alla fine ho detto di sì e il resto è storia! Quel cameo è decollato come un razzo e il film è stato un grande successo».
Trump ha accusato Columbus di volersi fare pubblicità e ha aggiunto: «Se ritenevano che avessi imposto la mia presenza, perché mi hanno lasciato nel film? E perché hanno continuato a farlo per oltre trent’anni? Perché ero, e sono ancora, perfetto per il film: questo è il solo motivo!». Il film fu effettivamente un successo, anche se difficilmente collegabile con la presenza sulla scena per alcuni secondi di Trump: nel 1992 incassò 359 milioni di dollari, terzo nell’anno dietro solo ad Aladdin e Batman Returns.
Non è la prima volta che Donald Trump si occupa di quella partecipazione al film: nel 2019 aveva provato a trasformarla in una polemica politica internazionale. Alcuni suoi sostenitori avevano notato che sulla tv canadese il film era stato mandato in onda senza quella scena e Trump aveva twittato accusando il primo ministro canadese Justin Trudeau di avergli voluto fare un dispetto. In realtà i tagli erano stati fatti per esigenze televisive nel 2014 – quando ancora Trump non era stato eletto né si era candidato – quando il canale televisivo aveva comprato i diritti per trasmettere il film in Canada, rimuovendo circa otto minuti di scene.
In un’intervista del 2017, invece, Matt Damon aveva già parlato della tendenza di Donald Trump a imporre la propria presenza nei film quando gli veniva chiesto di utilizzare immobili di sua proprietà. Damon, prima di Colombus, aveva detto: «Se volevi girare in uno dei suoi palazzi, dovevi scrivergli una parte. Il regista Martin Brest aveva dovuto farlo per Profumo di donna e poi aveva dovuto impegnare per un’ora tutta la troupe per girare una scena assurda in cui Trump entra e Al Pacino lo saluta, perché lui voleva essere nominato: “Buongiorno Mr. Trump”. Perdi un po’ di tempo, ottieni il permesso e poi tagli la scena in fase di montaggio». Trump è comparso in decine di film e serie televisive, fra cui Zoolander, Wall Street – Il denaro non dorme mai, Sex and the City e Willy, il principe di Bel-Air.