Tormenti elettorali vs tormentoni estivi

di Alberto Piccinini e Giovanni Robertini (rollingstone.it, 26 maggio 2024)

Alberto Piccinini: Tutti semiologi addottorati al Dams adesso. Merito di Angelo Ciocca, il tiktoker della Lega che ci ha svoltato l’ultima settimana di campagna elettorale con il suo spot cringione e le ballerine prese ai casting di Miss Padania. Impossibile non averlo visto: “l’Europa è da svegliare / basta insetti da mangiare”, e se non l’hai visto ti viene a cercare lui, tranquillo.

Tony Effe via Facebook

Beh io sono passato dal sollievo di avere avuto la conferma che i leghisti sono sempre più imbecilli di noi (Ciocca è un Vannacci che si è calato l’mdma) al sospetto che qualcuno si stia fregando le mani per aver attirato tanta attenzione, Ciocca in sostanza copre i gravi problemi del Paese. Poi l’algoritmo ha fatto il suo effetto: la ripetizione “scrivi Ciocca e vota Lega / vota Lega e scrivi Ciocca” messa lì solo per chiudere la barra della strofa m’è parsa non un’evidente assenza di punti di programma, ma una genialata da trapper. Il resto è venuto da sé. Il testo di Ciocca ha cominciato a infilarsi in tutte le canzoncine nuove che mi propinava Spotify, da Melodrama con Angelina: “L’Europa è da cambiare lo sapevi che ero un po’ incasinata / basta insetti da mangiare dopo mi passa”, a First Day Out di Shiva: “Sto fumando tutto il mio dolore nana / scrivi Ciocca e vota Lega nana / tu non sei mai stato in gabbia senza avere via d’uscita / ed i mutui da abbassare nana”. Ma funziona benissimo anche il contrario, tipo Angelina e Shiva sulla musica di Ciocca, perciò qualche domanda me la sono fatta. Ciocca mi fa piombare in uno stato di relativismo estetico/politico. Capisci? Se Ciocca è cringe, chi mi spiega cos’è invece serio e degno di attenzione in questa campagna elettorale, ma che dico, nella vita in genere? Per farla breve, stanotte ho sognato che nel segreto dell’urna una mano potente e invincibile mi avrebbe spinto a votare Ciocca a mia insaputa. E adesso medito l’astensione.

Giovanni Robertini: Già, per una strana coincidenza temporale i tormentoni elettorali si mashano involontariamente a quelli musicali estivi. E forse nel segreto dell’urna, e nell’allucinazione palese di questi tempi, la mano potrebbe pure spingerci a votare Tony Effe o Tedua. Il primo è pronto a occupare la classifica e le playlist delle radio dei lidi balneari (vera roccaforte del voto destra, insieme a tassisti e ultrà) con un golpe sudamericano con tanto di trenino, Sesso e samba: irresistibile scioglilingua e, perché no, manifesto politico di un Cetto Laqualunque (“più pelo per tutti!”) con la borsetta di Miu Miu, altro che redditometro. Tedua, invece, gioca a fare la cover trap della Divina Commedia aggiornando la versione dantesca: “Magari qualche scemo che ti compra la borsa / Che poi ti fa le corna perché incontra una donna / Magari se lo sgami, dà la colpa a una sbronza” dice Dante a Beatrice, titolo del pezzo con Annalisa. Io l’avrai chiamata semplicemente Bea1266, alla faccia di tutti i cringismi veri o presunti. Meglio, no? Ma quello che mi colpisce “politicamente” di Tedua non sono tanto i pezzi bensì il suo standing nelle interviste, tipo nell’ultima pubblicata da Rolling: dice di aver letto tutti i commenti ricevuti all’uscita della tracklist del disco che criticavano i featuring con Annalisa e Angelina Mango e, schivando il vittimismo, rivendica con fierezza l’idea di aver fatto un disco mainstream. Alla domanda “Che rapporto hai con te stesso oggi?” risponde così: “Sono molto consapevole di me in questo momento. Sono nel mio prime”. Non ho capito che cazzo sia sto prime (tipo quello di Amazon, in abbonamento deluxe, o una roba da manuale di auto-aiuto anni Novanta?), però mi piace, ci vorrei stare io. Anzi vorrei che in quella sfida elettorale tv che verrà trasmessa solo al momento del voto nel palinsesto scassato delle nostre coscienze politiche, Elly Schlein dicesse che il Pd sta nel suo prime, alla faccia di chi gli vuole male. Tanto, supercazzola per supercazzola, vale tutto. Ah, sai dove ha festeggiato l’uscita del disco Tedua, insieme a Tony Effe e tanti altri? A Montecarlo, prime del prime, ancora più prime se fossero andati nello stesso ristorante di Toti e Spinelli.

AP: Ci sarebbe anche quest’altro fenomeno: mentre a Rete 4 i talk show fanno campagna elettorale come sempre dai tempi dei tempi, nei talk show intelligenti, tipo a La 7, dicono che è tutta colpa della campagna elettorale. Cosa? Il livello del dibattito, il redditometro, la sensazione di vivere in una di quelle vignette della Settimana Enigmistica in cui il marito torna a casa dalla moglie con la camicia sporca di rossetto (resta solo da capire chi è il marito e chi la moglie). Giusto, ma se lo sanno che sono solo cazzate perché tutti ci credono? Mah. Alla fine che ti devo dire? Il ritorno degli spot elettorali almeno ci mette di buon umore. Ho già visto il Decaro che parla tutti i dialetti del Sud, il rettore di Sassari Gavino Mariotti spinto da un rap alla Fabri Fibra (penso sia proprio Fabri con l’IA): “hey bro il magnifico rettore è candidato eccetera”. Su X quelli di Crazy Ass Moments in Italian Politics fanno un ottimo lavoro di censimento, se interessa. Visto appena il dialogo imbarazzato di due ragazzi al parchetto che fanno campagna per Massimo Seri di Azione Calenda, tendenza Rohmer, malinconico, notevole. Ho visto anche in una story il nostro amico candidato Christian Raimo tirare fuori gli scontrini della sua campagna elettorale davanti alla temibile leghista Ceccardi, linea poverista tendenza Verdone quella di Christian, la solita. Non sono sempre d’accordo con Christian, un po’ di glamour che diamine, giacca e cravatta, tiriamocela un po’. Quanto al programma, uno ce l’avrei: la lettera di Steve Albini ai Nirvana prima di registrare In Utero. Lì c’era già tutto.

GR: Certo, Christian Raimo con l’armocromista o con la stilista milanese non me lo vedo proprio. Tuta, borsello e scarpe Tn, invece, per il deputato Aboubakar Soumahoro che è andato nel carcere di Busto Arsizio a far visita al detenuto Baby Gang in sciopero della fame. Elettoralmente non una gran mossa, i fan di Baby non hanno ancora diritto di voto, chi per età e chi per mancanza di cittadinanza. Ma politicamente è un segno, qualunque esso sia: ci vuol dire che la libertà di espressione va tutelata? Che la trap e i suoi fan sono un soggetto politico, dimenticato da tutti tranne che dalle telecamere grondanti bava di Rete 4? Che Baby è innocente, come lui stesso si proclama da tempo facendo incazzare praticamente tutti? O che è, come dice Aboubakar di sé stesso, vittima di diffamazione? Forse, più semplicemente, è un modo come un altro per stare dalla parte degli ultimi. Anche se questi sono primi in classifica in galera o hanno combinato casini epocali truffando le cooperative dei migranti, sempre ultimi sono.

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