di Micol Flammini (ilfoglio.it, 9 settembre 2018)
Andrei Elkin è un fumettista russo. Lavora per la Deutsche Welle e martedì ha pubblicato una vignetta che riassume un’ansia antica e molto comune in Russia. Un giornalista è prostrato ai piedi di Vladimir Putin, non osa nemmeno guardarlo in faccia, ha il volto schiacciato sul pavimento e domanda al Presidente: «Non teme che possa diffondersi il culto della sua personalità?».
Nella vignetta Putin non risponde ma, è chiaro, non lo teme, anzi sta facendo di tutto affinché ciò accada. Domenica scorsa l’emittente televisiva Rossiya 1 ha trasmesso il primo episodio di una serie dedicata al Presidente russo, Moskva. Kreml. Putin, Mosca. Cremlino. Putin. Lavoro, vacanze in Siberia, incontri, Vladimir Putin fa conoscere ai suoi cittadini la sua vita dentro e fuori il Cremlino. Ha problemi di consenso, anche se secondo gli ultimi sondaggi è in ripresa – probabilmente il tentativo di scaricare tutta la responsabilità per la riforma delle pensioni su Medvedev gli è riuscito: d’altronde il primo ministro è stato riconfermato soltanto per questo, per prendersi tutte le colpe – e lo show televisivo dovrebbe aiutarlo. Nel primo episodio Putin è in vacanza, scala le montagne, osserva gli stambecchi e sospira: «Non hanno paura di noi». Raccoglie fiori e bacche in compagnia di alcuni suoi ministri – non Medvedev, con lui c’è il ministro della Difesa Sergei Shoigu –, cammina ed è il più resistente di tutti, gli altri si lamentano per il mal di gambe. Il programma è presentato da un suo fedelissimo, Vladimir Solovyov, che assieme a Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, introduce le scene di vita presidenziale. Peskov parla del Presidente, delle sue abitudini: «Ama i bambini e gli animali, è una persona di un’umanità incredibile». Putin incontra delle famiglie, si dimostra affettuoso con i bambini. Poi va a Sochi, dove viene accolto da alcuni studenti, e qui accade una cosa davvero inaspettata. Un ragazzo, Igor Ryabov, indossa una maglietta con scritto “Navalny 2018”. Si intravede appena, è coperta da una felpa con cappuccio, l’oppositore è nella lista nera dei media di Stato e la sua immagine non può essere trasmessa. Ma quell’accenno basta a far capire che il Presidente non ha intenzione di arrabbiarsi, anzi, la Russia è uno Stato democratico e Vladimir Putin non si scompone. Con tranquillità continua la sua visita e chiude un occhio di fronte all’atto di disobbedienza del ragazzo. Putin è un uomo dal «fisico meraviglioso», dicono in studio Peskov e Solovyov mentre narrano le sue gesta siberiane, «se un orso dovesse incontrare Putin, non è idiota e sa che gli converrà comportarsi bene», dice il portavoce del Cremlino. Questa volta di Putin non vengono però esaltate le abilità fisiche, non va a caccia a petto nudo. Nell’implacabile elogio, il Presidente viene presentato come un uomo solitario, interamente dedito allo Stato. Non compaiono mai donne, solo qualche mamma e qualche contadina di Tuva, perché Putin non ha tempo per le distrazioni. Deve pensare alla Russia. Benché la scorsa settimana sia apparso in televisione per chiedere ai cittadini di cercare di capire la riforma delle pensioni, «se non aumentiamo l’età pensionabile, crollerà tutto il sistema», aveva detto, i suoi sforzi mediatici a reti unificate non hanno placato il risentimento dei russi nei confronti di una legge che impone loro di lavorare cinque anni in più. I cittadini, secondo i sondaggi del Levada Center, parteciperanno comunque alle manifestazioni organizzate contro la riforma. Lo show non è servito a calmare la rabbia, ma Peskov e Solovyov hanno elogiato Putin anche per il coraggio di essersi assunto le «sue responsabilità nell’affrontare riforme necessarie per il Paese». Nessun accenno però alle proteste. La gioventù, gli animali, il territorio. Nel programma il Presidente si dedica a tutti gli aspetti importanti della cultura russa. Va anche al funerale di Iosif Kobzon, il Frank Sinatra russo. Se già la figura del Presidente è sempre presente nella televisione di Stato, neanche a dirlo, manca qualsiasi forma di contraddittorio, l’opposizione non viene mai ospitata in televisione, uno show del genere non si era mai visto. «Putin ama tutti, ama gli esseri umani», dice un Peskov sognante. Il Presidente ostenta sguardi malinconici, comprensivi, preoccupati, quasi a dire «guardate, voi protestate, ma io vi voglio bene, mi preoccupo per voi». Nel mostrare quanto la sua vita coincida con quella della Russia, gli uomini in studio assicurano: «Non è stata un’idea del Cremlino la realizzazione di questo programma», ma è stata l’emittente – controllata dal Cremlino – che ha voluto mostrare una «visione equilibrata» della vita del Presidente. Tv Dozhd, il canale on line d’opposizione, ha paragonato il programma di Rossiya 1 agli spettacoli, alle sfilate e alle parate dedicati al culto della personalità di Lenin e di Stalin. L’allarme è arrivato anche da altri critici, soprattutto dagli oppositori politici. Quell’ansia antica e comune raccontata dalla vignetta di Elkin è incisa anche nel titolo del programma Moskva. Kreml. Putin, Mosca. Cremlino. Putin, presentate come tre entità sovrapponibili per dire ai russi che il Presidente pensa sempre e soltanto a loro. Che lo vogliano o meno.