di Gregorio Sorgi (huffingtonpost.it, 31 agosto 2020)
L’ex portavoce di Theresa May ha creato una nuova emittente per sfidare il dominio della Bbc, che viene accusata di fare un’informazione troppo sbilanciata a Sinistra. Da tempo la tv di Stato britannica ha perso il suo status di giudice super partes e finisce abitualmente al centro di polemiche politiche, animate soprattutto dalla Destra. La critica conservatrice si lamenta che la Bbc ha perso la sua imparzialità, ed è diventata uno strumento di propaganda da parte delle élite urbane ed europeiste.
Infatti quasi due terzi degli elettori a favore della Brexit hanno un’opinione negativa della Bbc secondo un sondaggio di YouGov, mentre la stessa proporzione dei remainer ha un parere contrario. Una persona vicina alla nuova emittente Gb News ha detto al Daily Mail che «sarà una fonte imparziale di notizie, a differenza della Bbc». Secondo il tabloid londinese, anche il tycoon australiano Rupert Murdoch starebbe pensando di creare una nuova rete per approfittare della crisi della tv di Stato. Di recente Murdoch, che già possiede un impero mediatico in Gran Bretagna, ha creato Times Radio per fare concorrenza ai canali radiofonici della Bbc.
Il risentimento da parte dell’opinione pubblica ha animato il fondatore di Gb News, Sir Robbie Gibb, il cui progetto verrà finanziato dal magnate delle telecomunicazioni americano John Malone. L’ex giornalista politico della Bbc e già capo della comunicazione della May a Downing Street negli anni è diventato un arci-critico della tv di Stato. Di recente Gibb aveva polemizzato in seguito a un articolo di un giornalista della Bbc per il settimanale progressista New Statesman, in cui accusava il governo di avere gestito male l’emergenza Coronavirus. «Qualcuno danneggia la reputazione della Bbc più di Lewis Goodall (l’autore dell’articolo, N.d.R.)?», si era domandato Gibb, che aveva aggiunto: «Questo è talmente inopportuno che non saprei nemmeno da dove iniziare». Gli ideatori della nuova rete negano di volere creare una versione britannica di Fox News, l’emittente statunitense filo-trumpiana di proprietà di Murdoch. Inoltre, come spiega all’HuffPost Mark Damazer, ex direttore di Bbc Radio 4, «sarebbe molto difficile dare vita a un’emittente così faziosa in Gran Bretagna perché le leggi sulla par condicio sono molto più severe rispetto agli Stati Uniti. Le nostre norme vieterebbero di manipolare le opinioni altrui, che è essenzialmente ciò che fa Fox News».
Tuttavia, è chiaro che l’operazione di Gibb punta a sedurre i telespettatori conservatori che non si sentono più rappresentati dalla Bbc. Non è un caso che la notizia della creazione di Gb News abbia ricevuto una grande attenzione proprio da parte dei tabloid di stampo conservatore, come il Daily Mail e il Daily Express. Inoltre, secondo le indiscrezioni Gibb vorrebbe ingaggiare i giornalisti Andrew Neil della Bbc e Julia Hartley-Brewer di talkRadio, due volti graditi all’opinione pubblica di Centrodestra. La creazione di Gb News è un ulteriore segno della crisi esistenziale della “Zietta”, così viene soprannominata la tv di Stato, che non riesce più a unire un’opinione pubblica sempre più polarizzata. Secondo Damazer, il problema non è tanto dei giornalisti della Bbc quanto di un clima politico mai così teso. «L’emittente viene criticata sia dai conservatori, che l’accusano di essere troppo progressista, sia dalla sinistra corbynista, secondo cui è filogovernativa. Negli ultimi anni la Bbc non è diventata più faziosa, piuttosto è la nostra classe politica ad avere intrapreso una deriva sempre più estremista. Per questo penso che per Gibb sarà difficile creare una rete più imparziale della tv pubblica, ammesso che questo sia realmente il suo obiettivo».
Johnson è il primo capo di governo a essere andato in guerra contro la tv di Stato. A febbraio l’esecutivo aveva fatto trapelare l’intenzione di abolire il canone della Bbc, che avrebbe messo in pericolo la sua esistenza. Durante la campagna elettorale l’esecutivo aveva vietato ai suoi esponenti di partecipare al programma radiofonico Today, che viene accusato di essere troppo duro con i Tory. La scorsa settimana la tv pubblica era stata di nuovo al centro delle polemiche perché non aveva trasmesso le parole degli inni patriottici Rule Britannia e Land of Hope and Glory nell’ultima serata dei Proms, la stagione dei concerti trasmessa dalla Bbc. I critici hanno accusato l’emittente di avere censurato il vecchio inno dell’impero britannico come gesto di sottomissione nei confronti dei manifestanti di Black Lives Matter. Il governo si è schierato contro la decisione della tv di Stato, e il premier Boris Johnson è intervenuto dicendo che non bisogna vergognarsi della storia dell’impero. Il direttore uscente della Bbc Tony Hall si è difeso spiegando che non sarebbe stato opportuno trasmettere la versione integrale dell’inno in una sala senza pubblico, e ha negato ogni accusa di censura. «Non siamo ostaggio del politicamente corretto», ha detto Hall spiegando che la libertà di pensiero è una priorità della Bbc. Tuttavia, la polemica non ha fatto altro che politicizzare ancora di più l’emittente agli occhi dell’opinione pubblica. Il nuovo direttore generale Tim Davie, che si insedierà domani, avrà davanti a sé un arduo compito.