di Giulia Belardelli (huffingtonpost.it, 11 settembre 2024)
Ora che lo scoglio del primo dibattito presidenziale è stato superato con successo, la campagna di Kamala Harris è pronta a mettere il turbo. La candidata democratica ha dimostrato sicurezza e ironia nel confronto televisivo con Donald Trump, costringendo l’ex presidente a stare quasi sempre sulla difensiva. Ma la ciliegina sulla torta è arrivata a fine serata.
Quando la vicepresidente ha incassato l’appoggio della popstar Taylor Swift, che su Instagram l’ha elogiata come «una guerriera» e una «leader di talento» impegnata per «i diritti e le cause in cui credo». Si tratta, in primo luogo, del «diritto delle donne di decidere del proprio corpo», una libertà messa a repentaglio dall’abrogazione del diritto nazionale all’aborto decisa dalla Corte Suprema due anni fa. Rispetto alla timida difesa dell’aborto da parte di Joe Biden, la Harris ha assunto una posizione energica e appassionata.
Ha insistito sul ruolo di Trump nella nomina dei tre giudici che sono stati decisivi per il ribaltamento della sentenza Roe v. Wade, accusando il presidente di aver imposto di fatto un «divieto di aborto» in oltre venti Stati. Ha parlato di come, a seguito di quella decisione, molte donne siano state costrette ad affrontare complicazioni mediche, decisioni strazianti e costosi viaggi al di fuori del proprio Stato per abortire. «Il governo e Donald Trump non dovrebbero dire a una donna cosa fare del proprio corpo» ha dichiarato, sostenendo che, in caso di vittoria del repubblicano, il passo successivo sarebbe un divieto a livello nazionale (qualcosa che l’ex presidente ha però smentito).
C’è da aspettarsi che, d’ora in avanti, il tema dei diritti e della salute riproduttiva sarà ancora più centrale nella campagna di Harris, che necessita di mobilitare il maggior numero possibile di giovani e donne per riuscire a diventare la prima presidente donna degli Stati Uniti d’America. Da questo punto di vista, l’endorsement di Taylor Swift (284 milioni di follower su Instagram, eletta “persona dell’anno” dal Times) rappresenta l’investitura di un ruolo: quello di paladina delle donne, delle libertà e dei diritti.
Un colpaccio per Kamala Harris, che scatena la reazione di Donald Trump: «Non ero un fan di Taylor Swift», ha dichiarato alla Fox, dicendosi sicuro che «ne pagherà il prezzo sul mercato». La scelta della Swift di pubblicare una foto col suo gatto, Benjamin Button, e di firmarsi «Childless Cat Lady» è di per sé un messaggio politico. Il riferimento è all’ormai celebre intervista rilasciata nel 2021 dal compagno di corsa di Trump, il senatore dell’Ohio J.D. Vance, in cui definì Kamala Harris e la deputata Alexandria Ocasio-Cortez delle «gattare senza figli, infelici della propria vita».
Finora, la decisione di avere Vance al proprio fianco sta portando a Trump più grane e imbarazzo che altro, come dimostra l’ultima uscita sugli immigrati, accusati di «mangiare cani e gatti domestici». Al contrario, il running mate della Harris, Tim Walz, sta emergendo come un valore aggiunto non solo nel corteggiamento della classe media, ma anche in quelle cause destinate a orientare sempre di più la campagna democratica. La stessa Swift, nel suo post, si è detta «rincuorata e impressionata» dalla scelta di Walz, un uomo schierato «da decenni» in difesa «dei diritti Lgbtq+, della fecondazione in vitro e del diritto delle donne a decidere del proprio corpo».
Se l’impatto dell’endorsement della Swift può essere difficile da quantificare, la sua capacità di convincere i sostenitori a registrarsi per votare è già stata documentata. Nel 2023, in un breve post su Instagram, aveva incoraggiato i suoi 272 milioni di sostenitori dell’epoca a votare, includendo un link al sito web Vote.org Quello stesso giorno il sito aveva riportato 35.252 nuove registrazioni, un salto notevole rispetto al 2022 e un picco particolarmente significativo in un anno non elettorale. Martedì ha inserito un collegamento simile a Vote.gov nella sua storia su Instagram, invitando soprattutto «chi vota per la prima volta» a registrarsi. «Anche io trovo molto più facile votare in anticipo. Metterò nella mia “storia” il link dove registrarsi e come trovare le date per il voto anticipato» ha scritto, invitando i fan «a fare le vostre ricerche, come io ho fatto le mie», prima di prendere una decisione.
Per lei, la scelta è stata – anche – tra la “calma” di Kamala e il “caos” incarnato da The Donald. Una differenza di stili che si è vista anche durante il dibattito tv, con Harris che ha usato il linguaggio del corpo e il sorriso per segnalare la propria distanza dalle posizioni di Trump, apparso irritato e sulla difensiva per la maggior parte del tempo. L’ex presidente è comunque riuscito a trasmettere il messaggio centrale della sua campagna, ovvero che l’inflazione e l’immigrazione stanno martellando gli americani. Gli immigrati – ha affermato Trump – hanno «distrutto il tessuto del nostro Paese». Ha ripetutamente legato Harris a Biden: «Lei è Biden», ha detto. «La peggiore inflazione che abbiamo mai avuto […]. Un’economia orribile perché l’inflazione ha peggiorato le cose. E lei non può farla franca». Al che la Harris ha risposto: «Chiaramente non sono Joe Biden e certamente non sono Donald Trump. Quello che offro è una nuova generazione di leadership per il nostro Paese».
Andare avanti – “Forward” – è del resto la promessa centrale della campagna di Kamala Harris. Il fatto di essere donna, di avere origini indiane e afro-caraibiche, di avere vent’anni in meno del suo sfidante la colloca già in una posizione di cambiamento e non solo rispetto a Trump, ma anche al suo attuale capo Joe Biden. Almeno per ora, il timore di una fragilità di fronte all’iper-esposizione mediatica appare scongiurato, e non è detto che ci saranno altri dibattiti.
Secondo un sondaggio effettuato dalla Cnn con Ssrs poco dopo la fine del confronto, per la maggioranza degli spettatori (il 63% contro il 37%) la performance della candidata dem è stata superiore; prima del dibattito, gli stessi elettori erano equamente divisi: 50-50. La Harris – è il commento dalla Cnn – «ha dettato le condizioni del duello tv» con Trump da quando «lo ha praticamente costretto a stringerle la mano». La vicepresidente si è «dimostrata energica e con una visione positiva del futuro». Ora si tratta “solo” di continuare così, con la bussola ben puntata verso i gruppi elettorali che, se mobilitati in forze, possono consegnarle le chiavi della Casa Bianca.