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Kanye West va in giro con una maglietta con la svastica

(corriere.it, 3 marzo 2025)

Il rapper statunitense Kanye West, ora noto come Ye, è stato avvistato giovedì [27 febbraio] a Los Angeles con una maglietta bianca con una svastica. Il disegno sembra essere lo stesso che ha promosso nel bizzarro e controverso spot del Super Bowl. In un breve video si vede il rapper parlare con un gruppo di uomini prima di rivolgere la sua attenzione alla telecamera.

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Javier Milei è accusato di truffa per il token $Libra

Ph. Marcos Gomez / Afp

di Roberto Da Rin (ilsole24ore.com, 17 febbraio 2025)

Una crisi politica occupa le prime pagine di tutti i giornali latinoamericani e investe la Casa Rosada, sede del governo dell’Argentina. Il presidente Javier Milei scivola in uno scandalo nazionale, legato a una criptovaluta. Ne seguono varie richieste di impeachment e un centinaio di denunce penali. I fatti: venerdì 14 febbraio, in un post pubblicato sul suo account su X, Milei ha promosso il token $Libra, fino a quel momento sconosciuto, dicendo che avrebbe incentivato la crescita economica del Paese, finanziando piccole imprese e iniziative.

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Kanye West ha messo in vendita una maglietta con la svastica

di Simona Marchetti (corriere.it, 11 febbraio 2025)

Dopo aver monopolizzato i Grammy grazie al nude-look della moglie Bianca Censori, Kanye West si è preso anche il Super Bowl 2025. O, quantomeno, buona parte dei titoli del giorno successivo. E, manco a dirlo, lo ha fatto alla Kanye West. Ovvero, scioccando ancora una volta tutti. Rapido recap: durante l’evento sportivo più importante del mondo, è stato trasmesso uno spot registrato dallo stesso Ye con il suo iPhone, dove reclamizzava il suo brand Yeezy.

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Musk millantava di essere un gamer esperto, poi si è tradito da solo

Quin69TV / YouTube

(ilpost.it, 23 gennaio 2025)

A inizio mese l’imprenditore miliardario Elon Musk ha trasmesso un video in streaming su X, il social network di sua proprietà, in cui mostrava una sua partita al videogioco Path of Exile 2. Musk si era vantato in precedenza di essere straordinariamente bravo in questo gioco, che somiglia peraltro molto a un altro titolo, Diablo IV, in cui dice di essere ancora più bravo, al punto da essere uno dei giocatori migliori al mondo.

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L’era oscura della disinformazione generativa

Ph. Dhaval Parmar / Unsplash

di Danilo Broggi (linkiesta.it, 14 gennaio 2025)

«Conosceva mille volte meglio di Winston le condizioni del mondo, il degrado in cui vivevano le masse, le menzogne e le atrocità con le quali il Partito le teneva in quello stato». Così George Orwell, nel suo libro 1984 presenta O’Brien, membro del Partito che detiene il potere, ambigua figura autoritaria e manipolatrice che svolge un ruolo cruciale nella vita del protagonista Winston Smith. Il visionario Orwell nel suo libro, pubblicato nel 1949, ci racconta del maestoso edificio a forma di piramide, sede del ministero della Verità, alto trecento metri e con tremila stanze, risplendente di cemento bianco scintillante.

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Il sosia cinese di Elon Musk

(adnkronos.com, 15 gennaio 2025)

Ci sono due Elon Musk. Uno è il magnate proprietario di X, Tesla e SpaceX. L’altro, noto come Yilongma, è il sosia cinese dell’uomo più ricco del mondo. La somiglianza con l’originale è impressionante e fa colpo anche sul miliardario. Musk, ovviamente su X, riposta un video con una “performance” del suo doppione.

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Quattro anni dopo Capitol Hill, la democrazia non sa come difendersi dai tecnoligarchi

Ph. Filippo Attili / LaPresse

di Christian Rocca (linkiesta.it, 7 gennaio 2025)

Quattro anni fa, il 6 gennaio 2021, il presidente degli Stati Uniti uscente, sconfitto ampiamente alle urne, ha istigato un assalto armato e violento alle istituzioni democratiche americane per evitare che il Congresso certificasse il risultato elettorale, dopo aver provato invano a manipolare il conteggio dei voti. Anziché essere processato e condannato, com’è successo alla manovalanza che assalì per suo conto il Congresso, quel presidente defenestrato a furor di popolo l’ha fatta franca.

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Lo strapotere del Web: prima, dopo e oltre Musk

Ph. Samuel Corum / Getty Images

di Andrea Cangini (huffingtonpost.it, 30 dicembre 2024)

Par di capire che lo shock sia stato grande. Fino a quando i Giganti del Web hanno presidiato e protetto gli accampamenti liberal, rilanciandone i valori professati ed esaltandone la cultura dichiarata, nessuna questione è stata posta. Si è messa generosamente da parte la legislazione Antitrust, fino ad allora considerata, evidentemente a torto, un tutt’uno imprescindibile con la cultura giuridica nordamericana. Si è sfruttata a proprio vantaggio la distorsione del dibattito pubblico determinata dai social network.

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Trump e Musk, due miliardari destinati a divorarsi

Ph. Joe Raedle / Getty Images

di Bill Emmott (lastampa.it, 29 dicembre 2024)

Durante le Feste è stato un gioco divertente. I social media si sono sbizzarriti con immagini di Donald Trump al servizio di Elon Musk: gli porta bibite nello Studio Ovale, gli pulisce il parabrezza della macchina, gli lucida le scarpe. Il presidente eletto ha addirittura rincarato lo spasso quando, a una conferenza stampa a Mar-a-Lago, ha detto che Musk non può aspirare a diventare presidente perché non è nato negli Stati Uniti.

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