Archivi tag: woke

L’ascesa della tech right, la nuova contro-élite di Trump

Ph. Gilles Lambert / Unsplash

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 21 novembre 2024)

La «destra tech» ha preso il potere negli Stati Uniti, ha scritto Le Monde, riprendendo così un’etichetta di tech right su cui da tempo si stavano accumulando segnalazioni. Citando alla rinfusa: il New Statesman ha definito la Silicon Valley «intossicata» da una nuova mania per il quoziente di intelligenza dai risvolti razzisti. Secondo il blogger Noah Smith è logico che chi fa business si orienti a favore di un partito come quello Repubblicano che si presenta come più pro-business.

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Come Barron Trump ha aiutato suo padre a ottenere i voti dei giovani maschi

Ph. Rebecca Blackwell / Ap

(ilpost.it, 9 novembre 2024)

Martedì sera, quando negli Stati Uniti ha cominciato a essere chiaro che Donald Trump sarebbe stato rieletto alla presidenza del Paese, il presidente dell’organizzazione di arti marziali miste Ultimate Fighting Championship, Dana White, ha tenuto un piccolo discorso sul palco del centro convegni di West Palm Beach, in Florida, dove il comitato elettorale dei Repubblicani stava festeggiando i risultati. «C’è qualche persona che vorrei ringraziare velocemente», ha detto White.

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Il presenzialismo impolitico di Musk e i danni politici dei social media

The Verge

di Luigi Daniele (linkiesta.it, 9 agosto 2024)

«La guerra civile è inevitabile», ha scritto su X qualche giorno fa Elon Musk mentre dal Regno Unito giungevano le notizie dei pogrom ai danni dei rifugiati e degli assalti ai centri di accoglienza. Non è la prima volta che Musk rilancia la retorica dell’ultradestra; da anni, se la prende col “woke” (termine in cui fa rientrare ormai qualunque posizione indice di una società secolarizzata o non rientrante in una rigida separazione di genere, fosse pure un uomo che fa pipì seduto), esprime posizioni politiche oscurantiste e fa sfoggio di una mentalità del lavoro tossica.

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Il possibile ruolo della disinformazione russa nel montare il caso Khelif

Anna Luca Hámori via Instagram

di Marta Ottaviani (quotidiano.net, 4 agosto 2024)

Una storia dolorosa, giocata sulla pelle di due donne, due atlete che poco hanno a che vedere con questa situazione. Un’operazione di disinformazione che durava da mesi, creata ad arte per generare polemica e contrapposizione su un argomento molto delicato e rovinare così lo spirito olimpico e rappresentare un problema per il presidente Macron.

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Imane Khelif e la “campagna Matrioska”

Ph. Ciro Fusco / Ansa

di Silvia Bombino (vanityfair.it, 2 agosto 2024)

Con un video sul suo account Instagram, Vladimir Luxuria aveva già spiegato nei giorni scorsi che la pugile algerina Imane Khelif, definita da molti «transgender», in realtà è «nata donna», avendo solo «alti livelli di testosterone», e che «diffondere fake news transfobiche su di lei è solo un modo per alimentare l’odio». E ora ci sarebbe la conferma: per Virginium, l’ente francese che monitora le interferenze digitali straniere, è in atto – a partire dalla fake news sulla cerimonia di apertura che scambiava il banchetto queer per una parodia dell’Ultima Cena, fatto smentito subito dagli autori dello show e che poteva constatare chiunque avesse davvero seguito l’evento – una campagna di manipolazione detta «Matrioska», in funzione anti-occidentale e a guida russa.

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Nella quarta stagione di “The Boys” Trump diventa il cattivo della serie

Amazon Prime Video

di Silvia Renda (huffingtonpost.it, 13 giugno 2024)

L’attesa si è interrotta oggi. A oltre due anni dal rilascio dell’ultimo episodio della terza stagione, sono arrivate le nuove puntate di The Boys, fortunata serie targata Amazon Prime Video, ambientata in un’America distopica, dove i supereroi vivono tra noi, ma non sono quelle brave persone che la Marvel o la Dc Comics ci avevano raccontato. Il capitolo quattro della saga è un punto di svolta: fortemente più politicizzato e schierato rispetto al racconto precedente, affronta tematiche calde negli Stati Uniti, come l’aborto.

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Joan Rivers, la geniale e irriverente comedian omaggiata in “Max Hacks”

di Paolo Armelli (wired.it, 31 maggio 2024)

Quando il 4 settembre 2014 venne annunciata la morte di Joan Rivers, in seguito alle complicazioni di una banale operazione alla gola, i suoi fan e non solo rimasero sgomenti. All’epoca la comica americana aveva 81 anni ma nessuno avrebbe immaginato una sua dipartita così improvvisa, specialmente dato la verve e la vitalità che stava dimostrando anche in quelli che inconsapevolmente erano i suoi ultimi anni.

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La piaga dei pubblicitari woke che vogliono cambiare il mondo

di Rainer Zitelmann (linkiesta.it, 2 febbraio 2024)

David Ogilvy, il leggendario guru britannico della pubblicità (1911-1999), aveva un’idea molto chiara di come dovesse essere una buona pubblicità. La buona pubblicità, sottolineava ripetutamente, deve fare una cosa sopra ogni altra: vendere. Sembra una cosa ovvia, ma Ogilvy dovette lottare sempre più spesso contro un concetto diverso: i creativi, che vedevano la pubblicità soprattutto come intrattenimento. Per loro non era importante che i loro annunci portassero effettivamente alla vendita di un prodotto.

Ph. Oliviero Toscani / United Colors of Benetton

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Caso DeSantis-Disney: trovato un accordo

di Nadia Ferrigo (lastampa.it, 27 marzo 2024)

La Disney e il governo della Florida hanno trovato un accordo e chiuso una battaglia legale durata due anni. Lo scontro tra la popolare e longeva Walt Disney Company e il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis iniziò a marzo del 2022 con la “Parental rights in education bill” (Legge sui diritti dei genitori nell’educazione), poi soprannominata dalle opposizioni “Don’t say gay”(Non dire gay). La norma vieta ogni insegnamento «su orientamento sessuale o identità di genere che non sia adeguato all’età o allo sviluppo degli studenti», dalle scuole materne alla terza elementare.

Ph. Octavio Jones / Getty Images

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Il venerato Bill Hicks

(ilpost.it, 26 febbraio 2024)

Durante i suoi ultimi spettacoli, il comico americano Bill Hicks diceva spesso al pubblico che forse era l’ultima volta che si esibiva. La gente la prendeva come una delle sue tante sparate, ma a Hicks era stato diagnosticato ormai da diversi mesi un cancro al pancreas, che si era metastatizzato al fegato. Aveva solo 32 anni, ma da un po’ di tempo aveva raggiunto una certa fama tra i cultori della stand-up comedy, la tipica comicità americana a monologhi, sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito.

@billhicksarchive via Facebook

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