Archivi tag: Vladimir Putin

Emmanuel Macron sta invecchiando in fretta

di Veronique Viriglio (agi.it, 11 marzo 2022)

A meno di un mese dal primo turno delle elezioni francesi, media e social rilanciano fotografie del presidente uscente Emmanuel Macron nelle quali appare prematuramente invecchiato, come a voler far dimenticare il suo volto fin troppo giovane e l’impetuosità dei suoi primi passi in politica e all’Eliseo. Per il quotidiano Le Point non sono altro che uno strumento di marketing politico i ritocchi che evidenziano i segni del tempo su Macron, 44 anni, alle prese con un complesso ruolo di “mediatore” diplomatico tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky, oltre a essere in piena campagna elettorale per un secondo mandato.

Ph. Daniel Pier / NurPhoto via Afp

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La colonna sonora della Resistenza ucraina

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 12 marzo 2022)

Probabilmente non sapeva della polemica italiana sull’Anpi, che, ormai costituita quasi esclusivamente da gente nata dopo il 1945, esalta il ricordo di coloro che 79 anni fa presero le armi quando una mattina si svegliarono e trovarono l’invasor, ma manifesta per consigliare di non dare armi a chi l’invasor lo sta affrontando oggi. Comunque la 29enne Khrystyna Solovyi è come se si fosse pronunciata, quando ha deciso di fare una cover di Bella ciao che aggiorna il testo a questa guerra. «La rabbia ucraina» è la traduzione del titolo: dedicata «a tutte le forze armate, ai nostri eroi e a tutti coloro che in questo momento combattono per la propria terra».

Ukraine flag background

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Il sindaco di una città polacca ha rinfacciato a Salvini la famosa maglietta di Putin

(ilpost.it, 8 marzo 2022)

Durante la sua “missione” verso l’Ucraina, il leader della Lega Matteo Salvini è stato contestato a Przemyśl, città della Polonia a pochi chilometri di distanza dal confine ucraino, dove negli ultimi giorni sono transitati molti profughi ucraini in fuga a causa dell’invasione russa. Salvini è stato inizialmente accolto dal sindaco della città, Wojciech Bakun, che davanti ad alcuni giornalisti ha ringraziato l’Italia per le dichiarazioni e i gesti di solidarietà nei confronti dell’Ucraina e dei Paesi che stanno organizzando l’accoglienza, come la Polonia.

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“I Simpson” avevano previsto anche l’invasione russa in Ucraina

di Paolo Armelli (wired.it, 25 febbraio 2022)

Dai brogli elettorali all’elezione di Trump, passando per la fusione Disney-Fox ai viaggi spaziali di Richard Branson, The Simpsons sono noti per prevedere il futuro. In molti casi, infatti, all’interno della longeva serie animata si sono visti fatti e accadimenti che, all’epoca ritenuti assurdi e satirici, poi si sono avverati. In queste ore molti hanno notato che la stessa cosa è successa anche con l’invasione russa in Ucraina. In un episodio del 1998, infatti, Homer causa un incidente diplomatico che fa risorgere dalle proprie ceneri l’Unione Sovietica. Nel diciannovesimo episodio della nona stagione, intitolato Marinaio Homer (Simpson Tide), dopo essere stato licenziato per l’ennesima volta da Mr. Burns, Homer decide di arruolarsi in Marina e viene spedito in un’esercitazione militare su un sottomarino.

Fox

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Il carisma di Zelensky

(ilpost.it, 27 febbraio 2022)

Quando fu inaspettatamente eletto presidente dell’Ucraina nel 2019, dopo una carriera da attore comico passata tra le altre cose per una vittoria alla prima edizione della versione ucraina dello show Ballando con le stelle, non era facile prevedere che nel giro di pochi anni Volodymyr Zelensky si sarebbe ritrovato a guidare un Paese durante una delle più preoccupanti guerre in Europa dal 1945 a oggi. Ma quello che ha realmente stupito analisti e capi di Stato di mezzo mondo è che nel giro di pochi giorni Zelensky sia diventato un leader politico capace di straordinario carisma e fermezza, dotato di persuasione e coraggio al punto da essere descritto dai media internazionali come un personaggio «eroico». Nei primi giorni dell’invasione Zelensky, il cui consenso peraltro era in calo prima della guerra, ha fatto ricorso alle sue abilità di comunicatore per tenere una serie di discorsi particolarmente efficaci e infervorati rivolti alla popolazione ucraina, ai Paesi occidentali e anche ai russi.

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Le elezioni hanno conseguenze: un comico come presidente

di Christian Rocca (linkiesta.it, 23 febbraio 2022)

L’Ucraina è un Paese complicato e gigantesco, più grande della Germania, con un forte spirito nazionalista, una spiccata tensione europea e un contrastato rapporto di diffidenza nei confronti di Mosca. Vladimir Putin ha detto che la nazione ucraina in realtà è una creazione posticcia di Lenin, per cui se davvero gli ucraini si professano anticomunisti viscerali come dicono di essere dovrebbero rinunciare anche alle pretese nazionali che gli furono artificialmente attribuite dall’Unione Sovietica. Intanto Putin si è pappato la regione del Donbass, dove c’è una forte minoranza russofona alimentata dai suoi ceffi e dai suoi rubli, dopo aver già digerito per bene la Crimea.

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La crisi in Ucraina e la lista nera di Pupo

di Adalgisa Marrocco (huffingtonpost.it, 26 gennaio 2022)

Tutti lo ricordiamo per le sue hit Gelato al cioccolato e Su di noi, pochi si sarebbero aspettati che un giorno le sue vicissitudini si sarebbero intrecciate con la crisi ucraina, evocandone le origini. Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, lo racconta così, senza tanti giri di parole sui social: «Il ministero degli Esteri italiano mi ha recentemente ed ufficialmente informato che il governo dell’Ucraina mi ha inserito nella lista nera, quella degli indesiderati, dei “criminali”. In pratica, se mi presento alla loro frontiera rischio di essere arrestato». Insomma, sembrano canzonette ma la questione è serissima: al cantante è costata cara la partecipazione a un festival canoro tenutosi a Jalta lo scorso anno, nella Crimea occupata dai russi. Ma che cos’è la “lista nera” in cui il cantante è finito e quando è nata?

Pupo via Instagram

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I cani dei potenti

di Roberto Giardina (quotidiano.net, 21 dicembre 2021)

I cani dei potenti, o si dovrebbe dire meglio: ogni cane ha il suo politico. Un compagno importante per conquistare voti e simpatia, e un rapporto non facile per entrambi. Vedremo come se la caverà Commander, il nuovo pastore tedesco di Joe Biden, un cucciolone di quattro mesi. Il presidente americano ama i cani lupo, il fedele Champ è morto il giugno scorso a tredici anni. Il successore, Major, è stato sfrattato in fretta dalla Casa Bianca, troppo aggressivo contro i giornalisti. Ma il capo della più grande potenza al mondo non potrebbe avere un cagnolino, come i corgi della Regina Elisabetta.

Getty Images

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Meloni, Salvini e Grillo: l’eterna autobiografia fascista della nazione

di Christian Rocca (linkiesta.it, 11 ottobre 2021)

I fascisti e gli imbecilli ci sono, ci sono sempre stati, adorano farsi notare, anche se raramente sono stati così visibili e rumorosi come nell’era dell’ingegnerizzazione algoritmica della stupidità di massa. I fascisti e gli imbecilli si fanno sentire sia in remoto sia in presenza, all’assalto della Cgil, nei cortei no mask, no vax, no green pass e contro la casta, ma anche in televisione e in tre delle quattro forze politiche maggiori del Paese. In termini di adesione ai principi fascisti e dell’imbecillità, non c’è alcuna differenza tra le piazze grilline e quelle dei forconi, tra i seguaci del generale Pappalardo e i neo, ex, post camerati della Meloni, tra i baluba di Pontida e i patrioti del Barone Nero, tra i vaffanculo di Casaleggio e i gilet gialli di Di Maio, tra i seguaci di Orbán e quelli di Vox, tra i mozzorecchi di Bonafede e i giustizialisti quotidiani, tra i talk show complici dell’incenerimento del dibattito pubblico e gli intellettuali e i politici illusi di poter romanizzare i barbari.

Ph. Christopher Burns / Unsplash

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Il tentativo fallito di avvicinare Francia e Russia con i resti di un generale napoleonico

(ilpost.it, 6 settembre 2021)

Il 19 agosto 1812 il generale francese Charles Etienne Gudin fu colpito da una palla di cannone alla gamba sinistra, durante la campagna napoleonica in Russia. La gamba gli fu amputata ma la ferita andò in cancrena, e Gudin morì nel giro di tre giorni. Per più di due secoli il luogo dove fu seppellito rimase ignoto, finché nel 2019 la sua tomba fu rintracciata a Smolensk, vicino all’attuale confine con la Bielorussia, e si cominciò a organizzare il rimpatrio dei resti. I vertici diplomatici di entrambi i Paesi avevano previsto una cerimonia solenne, che avrebbe dovuto essere il simbolo del riavvicinamento di Russia e Francia e a cui avrebbero dovuto partecipare persino i presidenti Emmanuel Macron e Vladimir Putin.

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