Archivi tag: Ucraina

Bono e The Edge a Kiev, concerto nella metropolitana

(ansa.it, 9 maggio 2022)

Sunday Bloody Sunday, è un’altra sanguinosa domenica in Ucraina. Le note della celebre canzone degli U2, ispirata ai fatti di Derry di cinquant’anni fa, risuonano nei tunnel della metropolitana di Kiev, mentre in superficie si moltiplicano gli allarmi anti-aereo. Bono e The Edge hanno deciso di omaggiare il coraggio dei “combattenti per la libertà” con un concerto a sorpresa nella stazione bunker di Khreshchatyk, la stessa che un paio di settimane fa ospitò la conferenza stampa fiume del presidente Volodymyr Zelensky. «La gente in Ucraina sta combattendo anche per tutti noi che amiamo la libertà», ha detto la leggenda del rock, ricordando il passato conflitto nell’Irlanda del Nord contro un “vicino potente”. «Preghiamo che possiate godere presto di un po’ di quella pace», ha aggiunto Bono tra un brano e l’altro, per un pubblico ristretto e selezionato, tra cui alcuni militari e il ministro della Cultura e dell’Informazione ucraino, Oleksandr Tkachenko.

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Kalush Orchestra, la band ucraina all’Eurovision

(ilpost.it, 8 maggio 2022)

I favoriti per la vittoria della prossima edizione dell’Eurovision Song Contest, il concorso musicale più grande del mondo, sono i Kalush Orchestra, gruppo hip-hop che rappresenterà l’Ucraina alla manifestazione che si terrà a Torino dal 10 al 14 maggio. Le previsioni sembrano essere più legate alla situazione in corso in Ucraina che all’eccezionalità della canzone. Gli uomini ucraini tra i 18 e i 60 anni non possono lasciare il Paese per via della guerra contro la Russia, ma i Kalush Orchestra hanno ottenuto un permesso speciale e all’Eurovision si esibiranno con una canzone intitolata Stefania, dedicata alla madre di uno di loro. Nel frattempo, quando non sono impegnati nelle prove e nei concerti promozionali, i membri del gruppo si stanno dedicando a varie attività per sostenere la popolazione e le truppe ucraine. I Kalush Orchestra si sono formati nel 2019 come terzetto e portano il nome della città occidentale di Kaluš, ai piedi dei monti Carpazi, dove è nato Oleh Psyuk, il rapper della band.

Ph. Maksim Fesenko / Eurovision Song Contest

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I talk show italiani fanno informazione?

(ilpost.it, 23 aprile 2022)

Nelle ultime settimane i talk show italiani sono stati molto criticati per il modo in cui hanno seguito le vicende della guerra in Ucraina, ospitando in molti casi posizioni e versioni dei fatti controverse, quando non del tutto screditate e dimostrate come false. Le risposte più frequenti a queste critiche da parte di chi progetta e conduce i talk show alludono generalmente alla necessità di garantire una pluralità di opinioni nel dibattito, e di “dare l’opportunità di esprimerle ed eventualmente confutarle”: secondo molti però in questo atteggiamento ci sarebbe il tentativo di costruire appositamente uno sterile contraddittorio teatrale utile alla polemica e all’audience, ma a costo di dare spazio a falsità su argomenti per i quali la verità è già stata ampiamente accertata. «Il dibattito è normale, è normale non essere d’accordo. Il problema è quando il livello di conoscenza dell’argomento da parte di alcuni ospiti non è sufficiente a instaurarne uno», dice Olga Tokariuk, giornalista ucraina che ha collaborato a lungo coi media italiani e ultimamente ha rifiutato molti inviti.

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La politicizzazione degli influencer russi

(ilpost.it, 12 aprile 2022)

Nelle ultime settimane, per controllare l’informazione sulla guerra in Ucraina, il governo russo ha rafforzato la censura sui siti di news che non si adeguavano alla versione governativa dei fatti e ha bloccato l’accesso a diversi social network. Le misure non hanno solo costretto diversi giornali russi a chiudere, su ordine dell’agenzia statale delle comunicazioni Roskomnadzor o in applicazione di una legge recente che definisce “fake news” tutto ciò che non è approvato dal governo; hanno anche costretto molti blogger e influencer russi, che con i social e le piattaforme on line lavoravano e guadagnavano, a riorganizzarsi per non perdere i propri follower e limitare i danni economici. Alcuni hanno deciso di lasciare il Paese e puntare su un pubblico internazionale, iniziando a creare contenuti in Inglese. Tantissimi altri stanno migrando in massa verso le piattaforme alternative approvate dal governo, che ha tutto l’interesse a controllare la circolazione dei contenuti on line e a usare gli influencer come strumento di propaganda.

Instagram

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Fedez ha lanciato una sua Fondazione

di Nicola Bambini (vanityfair.it, 11 aprile 2022)

L’impegno sociale di Fedez continua a crescere, in maniera sempre più strutturata. Dopo l’operazione al pancreas a causa di un tumore neuroendocrino, il rapper ha infatti lanciato la sua Fondazione, «una realtà filantropica, senza scopo di lucro, che opera su tre pilastri fondativi: il sociale, la solidarietà e la pubblica utilità». Un’importante iniziativa che segue una serie di recenti progetti portati avanti dall’artista e dalla moglie, Chiara Ferragni; su tutte la raccolta fondi per la costruzione di un nuovo reparto all’Ospedale San Raffaele di Milano per rispondere all’esplosione del Covid-19. La Fondazione Fedez E.T.S. (l’acronimo sta per Ente del Terzo Settore) «è, per esplicita e dichiarata intenzione del suo fondatore, la naturale evoluzione della responsabilità sociale dimostrata da Fedez nelle molte azioni concrete da lui messe in atto in prima persona nelle emergenze che il nostro Paese ha dovuto affrontare in questi ultimi difficilissimi mesi. Con la Fondazione tutto questo assumerà un orizzonte più ampio», si legge ancora sul comunicato on line, «in quanto la gestione della contingenza verrà coniugata con l’attività programmatica propria di un ente di questo tipo».

Fedez via Instagram

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Nazismo involontario

di Antonio Gurrado (ilfoglio.it, 12 aprile 2022)

Se qualcuno fa il saluto nazista, già è grave di per sé. Se adolescente, forse ancor più; e sicuramente se fa un lavoro – ad esempio lo sportivo – che lo espone a diretto contatto col pubblico. Se poi è russo, la faccenda tracima nel tragico e sfiora addirittura il ridicolo, alla luce del corrente progetto di denazificare l’Ucraina. Per questo ha fatto scalpore il saluto nazista con cui un quindicenne russo pilota di kart, Artyom Severyukhin, ha salutato la propria vittoria ai campionati europei. La Fia lo ha condannato, la scuderia lo ha licenziato in tronco, lui si è scusato in modo inoppugnabile: “Nelle mie azioni non c’era alcuna intenzionalità”.

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La reunion dei Pink Floyd per l’Ucraina

di Claudia Fascia (ansa.it, 7 aprile 2022)

I Pink Floyd tornano a suonare insieme per un nuovo brano dal titolo Hey Hey Rise Up, in uscita l’8 aprile, a supporto al popolo ucraino. Si tratta della prima musica originale registrata dai Pink Floyd riuniti dai tempi di The Division Bell, del 1994. La traccia vede la collaborazione di David Gilmour e Nick Mason con il bassista Guy Pratt, Nitin Sawhney alle tastiere, con una performance vocale straordinaria di Andriy Khlyvnyuk della band ucraina Boombox. Registrata mercoledì 30 marzo, utilizza la voce di Andriy estrapolata da un suo post Instagram che lo immortala mentre canta in Sofiyskaya Square a Kiev. Il brano Oh, The Red Viburnum In The Meadow è un brano ucraino folk di protesta scritto durante la prima guerra mondiale che si è diffuso in tutto il mondo durante lo scorso mese contro l’invasione dell’Ucraina.

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Zelensky in video ai Grammy: «Riempite il silenzio della morte con la vostra musica»

(ansa.it, 4 aprile 2022)

«Aiutateci, ma non col silenzio. Riempite il silenzio della morte con la vostra musica»: è l’appassionato e commovente appello lanciato a sorpresa dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un messaggio video alla notte dei Grammy a Los Angeles. Nella ormai consueta maglietta verde militare e parlando in Inglese, Zelenksy ha contrapposto l’orrore della guerra alla bellezza della musica. «La guerra? Cosa ci può essere di più opposto alla musica?», ha detto il leader ucraino. «I nostri musicisti mettono il giubbotto antiproiettile invece dello smoking. Cantano per i feriti. Negli ospedali. Anche per quelli che non li possono sentire. Ma la musica riesce a sfondare comunque», ha proseguito.

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Sean Penn chiede una “colletta” ai miliardari per fermare la guerra

di Fabiana Salsi (vanityfair.it, 2 aprile 2022)

La fine della guerra in Ucraina per Sean Penn è anche in mano ai miliardari. Anzi, i miliardari secondo lui potrebbero essere decisivi per determinare le sorti del conflitto e dare il colpo finale all’esercito russo. L’attore due volte premio Oscar lo ha appena scritto su Twitter, ipotizzando anche un calcolo: «2 squadroni di F-15 o 16 (ovvero 12 velivoli con una tecnologia migliore dei Mig russi o dei SU) adeguati per piloti ucraini rapidamente addestrabili (3 settimane) costerebbero a un privato circa 300 milioni di dollari», ha scritto Penn. «A questi» ha proseguito «basterebbe aggiungere 200 milioni in difesa missilistica per un totale di 500 milioni». Poi ha continuato con un altro tweet, scrivendo: «Un miliardario potrebbe porre fine a questa guerra in Ucraina. Ovviamente ci sono componenti aggiuntive da considerare, ma credo che valga la pena pensarci».

Ph. Chris Pizzello / Invision – Ap

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Il video di Kim Jong-un in stile hollywoodiano

di Francesco Cundari (linkiesta.it, 26 marzo 2022)

Nel pieno della guerra in Ucraina, il video di Kim Jong-un che presiede al lancio di un nuovo super missile, mandato in onda dalla tv coreana, è certo motivo di ulteriore preoccupazione. Ma contiene anche, paradossalmente, un segnale di speranza, proprio per il modo in cui il dittatore della Corea del Nord e tutta la scena sono rappresentati: Kim in giubbotto di pelle e occhiali da Sole, due militari in alta uniforme al suo fianco, primissimi piani in montaggio alternato tra il nostro eroe (o per meglio dire il nostro super cattivo) e il super missile, prima al rallentatore e poi in accelerazione, in una surreale via di mezzo tra Matrix e Austin Powers (più Austin Powers che Matrix, in verità), tra il film di spionaggio e la saga Marvel, o per meglio dire la loro imitazione a basso costo.

Korean Central News Agency / Korea News Service via Ap

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