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Miley Cyrus ha taggato Giuseppe Conte su Twitter

(giornalettismo.com, 13 giugno 2020)

Cosa ci fanno Miley Cyrus e Giuseppe Conte nella stessa frase? Potreste sorprendervi, perché addirittura i due nomi sono finiti nello stesso tweet. Negli ultimi giorni, la cantante e attrice – ormai ex astro nascente di Disney Channel – ha speso il suo impegno e ha messo tutte le sue energie nella battaglia contro il razzismo e contro i duri impatti dei disastri nel nostro tempo sulle comunità marginalizzate. Così, Miley ha pensato di coinvolgere anche Conte nella sua battaglia.MileyCyrus_GiuseppeConte Continua la lettura di Miley Cyrus ha taggato Giuseppe Conte su Twitter

Instagram, Twitter e Facebook rimuovono un post di Trump su Floyd (per violazione di copyright)

di Luca Serafini (tpi.it, 6 giugno 2020)

Instagram, Twitter e Facebook hanno rimosso un post su George Floyd pubblicato dalla campagna per la rielezione di Donald Trump. La motivazione è che il post conteneva materiale che non rispettava il Digital Millennium Copyright Act: si tratta della legge sul diritto d’autore digitale. Chi utilizza una creazione originale condivisa dai social deve essere autorizzato a farlo e le piattaforme che non rimuovono i post che violano questa norma vengono ritenute responsabili.Trump_Twitter Continua la lettura di Instagram, Twitter e Facebook rimuovono un post di Trump su Floyd (per violazione di copyright)

L’ora più buia di Zuckerberg

di Francesco Russo (agi.it, 4 giugno 2020)

Fino a pochi anni fa, Facebook doveva rispondere alle accuse di essere troppo schierato sul fronte democratico, soprattutto dopo che alcuni ex dipendenti, nel 2016, avevano rivelato al sito specializzato Gizmodo di limitare di proposito la presenza di testate conservatrici nel servizio “trending news”. Twitter, dal canto suo, veniva spesso criticato per il campo libero offerto all’estrema Destra e ai “contenuti di odio” prima del recente repulisti. Oggi, mentre la protesta per la morte di George Floyd infiamma gli Usa, i ruoli sembrano quasi invertiti.

Afp
Afp

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Ora Trump litiga anche con Snapchat

di Luciana Grosso (ilfoglio.it, 4 giugno 2020)

Dopo Twitter, Snapchat: si allunga la lista dei social media con cui il presidente Donald Trump sta bisticciando, con buona pace dell’aver avuto proprio nei social – e nel profluvio di fake news che le loro pagine ospitavano senza battere ciglio – un formidabile alleato nella vittoria alle elezioni del 2016. Dopo la lite (chiamiamola così) della scorsa settimana tra il presidente e il suo social preferito, Twitter, reo di aver messo il disclaimer “questo contenuto riporta informazioni non vere” sotto un suo post, ora ne è arrivata un’altra: il presidente vs Snapchat.Trump-Snapchat Continua la lettura di Ora Trump litiga anche con Snapchat

C’è maretta dentro Facebook

(ilpost.it, 1° giugno 2020)

Da alcuni giorni diversi dirigenti e dipendenti di Facebook stanno criticando in modo molto esplicito alcune decisioni prese dal ceo e fondatore della società, Mark Zuckerberg, sull’approccio da tenere riguardo alle proteste contro il razzismo che da giorni vengono organizzate in decine di città degli Stati Uniti. Lunedì più di dieci dipendenti hanno tenuto una specie di sciopero per chiedere un cambio di direzione. Le critiche si sono saldate alle accuse che Zuckerberg riceve da tempo riguardo alla scarsa eterogeneità della dirigenza di Facebook, composta prevalentemente da maschi bianchi.facebook_reactions Continua la lettura di C’è maretta dentro Facebook

Trump o non Trump, che succede se ci mettiamo a trattare i social network da editori?

di Davide Ludovisi (wired.it, 29 maggio 2020)

Come spesso capita, Donald Trump ha sparigliato le carte in tavola. Con l’ordine esecutivo per ridurre la protezione legale dei social media rispetto ai contenuti pubblicati, è entrato a gamba tesa in un dibattito aperto da anni. Facebook, Twitter, YouTube, Instagram e gli altri dovrebbero essere considerati degli editori a tutti gli effetti? Il problema è che Trump è una figura ingombrante. Non solo è il presidente degli Stati Uniti, ma è una persona dai poteri enormi che ci ha abituati ad azioni d’impulso.

Ph. Jonathan Ernst / Reuters
Ph. Jonathan Ernst / Reuters

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La rabbia di Taylor Swift contro Donald Trump

di Mario Manca (vanityfair.it, 30 maggio 2020)

Se c’è una cosa che alcuni rimproveravano a Taylor Swift negli anni passati era di non schierarsi dal punto di vista politico. La popstar inizialmente pensava che a parlare dovesse essere solo la sua musica, ma l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti l’ha portata a prendere posizioni nette in favore del fronte democratico. Dapprima con il sostegno a Hillary Clinton nella campagna presidenziale e poi con una serie di critiche alla politica di The Donald in materia di immigrazione e diritti delle minoranze, incitando i giovani a fare la differenza.TaylorSwift_vs_DonaldTrump Continua la lettura di La rabbia di Taylor Swift contro Donald Trump

Trump vara la stretta sui social, Twitter segnala un altro suo post

di Rita Lofano – Arcangelo Rociola (agi.it, 29 maggio 2020)

Donald Trump vara la stretta sui social, accusati di essere un monopolio e di fare politica contro i conservatori. «Siamo qui per difendere la libertà di parola», ha dichiarato il presidente americano, firmando l’ordine esecutivo che mira a togliere lo scudo penale alle piattaforme accusate di censura. «Un piccolo gruppo di potenti social media in monopolio controlla una vasta porzione di tutte le comunicazioni pubbliche e private negli Stati Uniti» ha attaccato il tycoon, denunciando «un potere incontrollato nel censurare, ridimensionare, editare, delineare, nascondere, alterare virtualmente ogni forma di comunicazione tra privati cittadini o con audience ampie di pubblico».

Emanuele Fucecchi
Emanuele Fucecchi

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Twitter si comporta da editore, e per Trump non è una buona notizia

di Claudio Giua (huffingtonpost.it, 27 maggio 2020)

Il 6 novembre, nel terzo anniversario della sua elezione alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump superò il record dei record: aver scritto più parole nei suoi tweet di quante ne aveva usate James Joyce nell’Ulysses (pare fossero 265.222). Twittare è di gran lunga l’attività più onerosa di ogni giornata di Potus, l’acronimo con il quale viene identificato l’inquilino della Casa Bianca nelle comunicazioni di servizio.

Aurich Lawson / Getty Images
Aurich Lawson / Getty Images

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Google impedirà la promozione a pagamento di annunci politici palesemente falsi

(ilpost.it, 21 novembre 2019)

Mercoledì Google ha annunciato in un post pubblicato sul blog aziendale che modificherà le sue regole sugli annunci politici a pagamento che appaiono sul motore di ricerca, limitando la possibilità di “targettizzarli”, cioè di destinarli a un segmento molto preciso di pubblico.

Ph. Leon Neal / Getty Images
Ph. Leon Neal / Getty Images

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