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In che modo i social network alimentano divisioni e ostilità

MirageC / Getty Images

di Antoine Marie (The Conversation / internazionale.it, 8 agosto 2024)

Un tempo i giovani appena diplomati o laureati sognavano di creare un social network che potesse avvicinare tra loro le persone. Quel sogno, oggi, è solo un ricordo lontano. Nel 2024 le piattaforme on line sono infatti accusate di ogni genere di nefandezza: diffondono notizie false, sono usate dai russi e dai cinesi per destabilizzare le democrazie e attirano contatti per poi vendere i dati personali ad aziende poco affidabili.

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Per vostra disinformazione

di Francesco Cundari (linkiesta.it, 25 dicembre 2023)

Se dovessi riassumere in poche parole la principale differenza tra la politica di oggi e quella degli anni in cui mi sono formato – ma potrei fare lo stesso discorso, a maggior ragione, sui tempi dei miei genitori e persino dei miei nonni – direi che allora occuparsi di politica significava studiare, approfondire, sforzarsi di capire. Va bene, ho esagerato. Mi correggo. Significava, se non proprio studiare, quanto meno fingere di averlo fatto.

Ph. Christian Sterk / Unsplash

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Una comfort zone ovattata e rassicurante. La tv di Stato russa prima e dopo la guerra

di Francesca Lazzarin / Memorial Italia (huffingtonpost.it, 11 luglio 2022)

“Forse, per capire dove ci stavamo spingendo, avremmo dovuto guardare più spesso la tv”, mi scrive sgomento un amico e collega, giovane docente universitario russo, due giorni dopo il 24 febbraio. Perché lui preferisce canali privati e progressisti come Dožd’ (conosciuto in Europa come Tv Rain, che ha chiuso forzatamente i battenti pochi giorni dopo l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina) e la televisione di Stato russa non l’ha mai seguita in vita sua, snobbandola e sminuendone erroneamente il potere manipolatorio. “Puoi vedere la televisione russa in Italia? Se puoi, guardala, lì ti spiegano le cose come stanno. Così capirai anche tu che non c’è niente di cui preoccuparsi”, mi dice invece tutta tranquilla e sicura, sempre due giorni dopo il 24 febbraio, un’affabile signora russa a cui impartisco lezioni di Italiano e che inaspettatamente si rivela una sostenitrice della “operazione speciale”, al di là della sua laurea in Storia dell’arte e della sua profonda conoscenza del barocco romano.

Bloomberg / Getty Images

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