In una fattoria isolata ai confini di un impero fascista, un tirapiedi del governo interroga le sue vittime. Con il pretesto di un censimento, è a caccia di immigrati irregolari. Quando ne trova una, una giovane lavoratrice, si avventa su di lei e cerca di costringerla a fare sesso. E al suo rifiuto, diventa violento.
Nuovo capitolo nella sfida lanciata dall’amministrazione Trump ai media americani. La Commissione Federale per le Comunicazioni degli Stati Uniti, Federal Communications Commission (Fcc), ha annunciato l’apertura di un’indagine sulle pratiche di diversità e inclusione della Disney.
Biancaneve, il nuovo live action con cui la Disney rivisita i suoi classici d’animazione più amati, uscirà nelle sale italiane il prossimo 20 marzo. Ma c’è già chi ha visto il suo destino come segnato, soprattutto per via delle polemiche che l’hanno accompagnato fin dal suo annuncio e che non hanno smesso d’intensificarsi nelle ultime settimane.
Il regista del franchise Rush Hour e di X-Men: Last Stand, Brett Ratner, girerà un documentario su Melania Trump: è il suo primo progetto dietro la macchina da presa da quando è stato accusato di molestie sessuali al tempo del #MeToo. Gli studi Mgm di Amazon hanno accettato di diffondere il film che uscirà nel 2025 nelle sale e in streaming e che vede Melania nel ruolo di produttore esecutivo al fianco di Fernando Sulichin, che ha condotto in porto Snowden di Oliver Stone e Flag Day di Sean Penn.
Una delle disegnatrici del Washington Post, Ann Telnaes, si è dimessa perché il giornale non ha pubblicato una sua vignetta su Jeff Bezos, tra gli uomini più ricchi del mondo, proprietario di Amazon nonché dello stesso Washington Post. Telnaes, che è una vincitrice del Premio Pulitzer, ha pubblicato sulla sua newsletter personale un bozzetto della vignetta: mostra vari personaggi di spicco delle aziende tecnologiche e dei media statunitensi che s’inginocchiano davanti a Donald Trump.
La Disney e il governo della Florida hanno trovato un accordo e chiuso una battaglia legale durata due anni. Lo scontro tra la popolare e longeva Walt Disney Company e il governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis iniziò a marzo del 2022 con la “Parental rights in education bill” (Legge sui diritti dei genitori nell’educazione), poi soprannominata dalle opposizioni “Don’t say gay”(Non dire gay). La norma vieta ogni insegnamento «su orientamento sessuale o identità di genere che non sia adeguato all’età o allo sviluppo degli studenti», dalle scuole materne alla terza elementare.
di Arianna Finos e Chiara Ugolini (repubblica.it, 18 gennaio 2024)
Biancaneve è di Destra o di Sinistra? Giorgio Gaber si prendeva gioco di certe classificazioni, esattamente trent’anni fa. Ma l’idea di due Snow White, una “progressista” Disney incarnata Rachel Zegler e una tradizionalista affidata all’astro nascente della Destra conservatrice Brett Cooper è la raffigurazione plastica dello scontro mediatico che si combatte negli Stati Uniti in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre.
L’ultimo film d’animazione della Disney, intitolato Wish, è uscito in Italia in questi giorni, mentre negli Stati Uniti la distribuzione era partita il 22 novembre. E non è andata bene. Il film in quattro settimane sembra aver esaurito il suo incasso arrivando a 50 milioni di dollari, molto meno delle attese. Per fare un paragone il grande successo Frozen II, uscendo a sua volta il 22 novembre del 2019, al suo quarto weekend aveva incassato 288 milioni di dollari, quasi sei volte tanto.
di Riccardo Manzotti (linkiesta.it, 8 dicembre 2023)
Secondo un detto latino, gli Dei fanno impazzire chi vogliono distruggere; una frase che ben si adatta al declino della Disney, determinato in gran parte dalle scelte artistiche della compagnia. Prima di tutto una premessa: la Disney è il più grande colosso mondiale nell’industria dei media; una multinazionale che include società quali la Pixar, la Lucasfilm e la Marvel. Com’è possibile che questo gigante dell’intrattenimento veda un declino a livello globale?
Lo scorso fine settimana ad Anaheim, in California, si è svolto D23 Expo, l’evento fieristico biennale in cui Disney presenta le sue più importanti novità. Tra queste c’era l’atteso trailer del film La Sirenetta, che uscirà nel 2023 e sarà – come già successo per molti altri – la versione in live action (cioè con attori veri) del famoso cartone animato del 1989. Col trailer è stato rivelato per la prima volta che Ariel, la sirena protagonista della storia, sarà interpretata dalla cantante e attrice afroamericana Halle Bailey e sarà, quindi, una Sirenetta con la pelle molto più scura di quella bianca del personaggio d’animazione. La reazione di una parte del pubblico è stata la stessa di quando l’attore senegalese Omar Sy aveva interpretato la serie su Lupin nel 2021, o di quando nella serie tv Bridgerton del 2020 la regina Carlotta era stata impersonata dall’attrice di origini guyanesi Golda Rosheuvel.