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Il “saluto romano” di Musk ha mandato in estasi i neonazisti

23 Gennaio 2025Readings on Star PoliticsAdolf Hitler, Alice Weidel, Alternative für Deutschland (Afd), Andrew Torba, biopolitica, Blood Tribe, Capital One Arena, Christopher Pohlhaus, Donald Trump, Donald Trump Jr., Elon Musk, estrema destra, Evan Kilgore, fascismo, Gab, Heil Hitler, influencer, J.D. Vance, Keith Woods, nazismo, neonazismo, Nick Martin, politica-per-media, saluto romano, star politics, suprematismo, Telegram, The Informant, Tommy Robinson, Turning Point Usa, Usa 2024, wokeStar Politics

di David Gilbert (wired.it, 21 gennaio 2025)

Negli Stati Uniti e non solo, i neonazisti stanno celebrando il presunto saluto romano fatto due volte da Elon Musk durante un discorso il giorno dell’insediamento di Donald Trump davanti a decine di migliaia di sostenitori del neopresidente. «Le elezioni vanno e vengono, alcune sono importanti, altre no, ma questa è stata davvero importante» ha detto l’imprenditore e stretto alleato di Trump parlando all’interno della Capital One Arena di Washington, il palazzetto dello sport dove si è tenuto un evento celebrativo dopo il giuramento del 47esimo presidente degli Stati Uniti.

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Nessuno prende più sul serio Kanye West

23 Febbraio 2024Readings on Star PoliticsAdidas, Adolf Hitler, Alexis Petridis, alt-right, Anthony Fantano, Bianca Censori, biopolitica, Burzum, Donald Trump, Euronymous, Kanye West, Kim Kardashian, nazismo, neonazismo, Nick Fuentes, politica-per-media, star politics, suprematismo, Ty Dolla Sign, Varg Vikernes, Vultures 1, YeStar Politics

(ilpost.it, 14 febbraio 2024)

Tre anni dopo Donda, il rapper americano Kanye West (che si fa chiamare oggi “Ye”) ha pubblicato un nuovo disco: è intitolato Vultures 1, è stato realizzato in collaborazione con il cantante Ty Dolla Sign, e la maggior parte dei critici ne ha parlato male, malissimo, o si è rifiutato addirittura di recensirlo. Dopo essere stato uno dei più celebrati rapper al mondo, West è infatti diventato un personaggio screditato e detestato da molti, che per via di insistenti dichiarazioni antisemite, sessiste, razziste, complottiste e più generalmente stupide e ignoranti ha reso pressoché impossibile far parlare di sé per la sua musica.

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“Uccidi il boero”, la canzone contro l’apartheid di cui si discute in Sudafrica

12 Agosto 2023Readings on Star PoliticsAfrican National Congress (Anc), AfriForum, anti-apartheid, apartheid, Cyril Ramaphosa, Donald Trump, Economic Freedom Fighters (Eff), Edwin Molahlehi, Elon Musk, farm attacks, genocidio dei bianchi, Identity Evropa, John Steenhuisen, Julius Malema, Kill the boer, Mike Pompeo, Mother Jones, Native Land Act, Nelson Mandela, neofascismo, Patrick Casey, Peter Mokaba, politica-per-media, star politics, Sudafrica, suprematismoStar Politics

(ilpost.it, 4 agosto 2023)

Alla fine di luglio, per festeggiare il decimo anniversario dalla fondazione dell’Economic Freedom Fighters (Eff), partito politico del Sudafrica filo-marxista e anticapitalista, il suo fondatore Julius Malema e migliaia di sostenitori riuniti nello stadio di Johannesburg hanno cantato alcuni versi di una vecchia canzone anti-apartheid: Kill the boer, kill the farmer, cioè “Uccidi il boero”, la parola che in Olandese e in Afrikaans significa “contadino” e che, in generale, indica una popolazione sudafricana che discende dai colonizzatori olandesi.

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