Archivi tag: Stati Uniti

Diegopolitik. Maradona fu anche, e forse soprattutto, un attivista?

di Mario Sesti (huffingtonpost.it, 2 agosto 2023)

Fidel Castro chiese una volta a Maradona come si tira il rigore perfetto. Maradona gli rispose che glielo avrebbe rivelato se Fidel Castro avesse accettato di scambiare il suo berretto con una sua maglietta da calciatore. Fidel accettò. E Maradona confessò che il vero segreto era mirare al portiere. Senza esitazioni. Fidel continuò a chiederglielo per anni, forse senza capire se Maradona lo stesse prendendo per i fondelli o meno.

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TikTok conta un miliardo di utenti ma crescono anche i guai

(agi.it, 17 marzo 2023)

L’irresistibile ascesa di TikTok, da applicazione di nicchia per la condivisione di video a colosso globale dei social media, ha comportato numerosi controlli, in particolare per i suoi legami con la Cina. Diversi governi hanno bandito l’applicazione dalle loro apparecchiature per timore che i dati potessero essere visualizzati dai funzionari di Pechino, e gli Stati Uniti stanno ora cercando di costringere la società madre cinese ByteDance a vendere la sua preziosa risorsa.

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Il mondo è pieno di fasci littori

(ilpost.it, 12 gennaio 2023)

Il fascio littorio, il simbolo che diede il nome al fascismo e che rappresenta un insieme di bastoni di legno legati insieme da una striscia di cuoio intorno a un’ascia, ha una connotazione chiara in Italia, ma nel resto del mondo è un comune simbolo di potere, e compare in monumenti ed effigi di moltissimi Paesi senza destare scalpore. C’è un fascio littorio persino sopra la porta dello Studio Ovale alla Casa Bianca, la residenza del presidente degli Stati Uniti.

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L’app di TikTok dovrà essere rimossa da tutti i dispositivi forniti dal governo canadese

(ilpost.it, 27 febbraio 2023)

Da martedì 28 febbraio, il Canada ha deciso di rimuovere l’app di TikTok da tutti i dispositivi forniti dal governo e usati per lavoro. Un portavoce del governo ha fatto sapere che l’app che appartiene all’azienda cinese ByteDance «presenta un livello di rischio inaccettabile per la privacy e la sicurezza». Qualche giorno fa, l’ente canadese che si occupa di privacy ha anche annunciato di aver avviato un’indagine su TikTok per verificare che l’app «abbia un consenso valido e certificato per la raccolta, l’utilizzo e la divulgazione di informazioni personali».

Getty Images

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La Commissione Europea mette al bando TikTok

di Michela Rovelli (corriere.it, 23 febbraio 2023)

Mentre diventa sempre più popolare sugli smartphone – e non solo quelli dei più giovani, ma anche degli adulti –, le preoccupazioni sulla sicurezza del social cinese TikTok non fanno che aumentare. Dopo il governo federale americano, anche l’Unione Europea ha sollevato i suoi dubbi, che hanno preso forma in una richiesta formale a tutti i dipendenti della Commissione (uno dei tre organi dell’Ue, insieme a Parlamento e Consiglio) di disinstallare l’app dai propri telefoni.

Ph. Jonathan Raa / NurPhoto via Getty Images

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Trump distrugge l’immagine della democrazia americana

di Pierre Haski (France Inter / internazionale.it, 6 novembre 2020)

Gli avversari degli Stati Uniti esultano, ma non sono i soli. Buona parte del mondo assiste, sbalordita, al complicato spoglio dopo le elezioni presidenziali. Grazie alla Cnn, ognuno di noi è diventato un esperto della mappa dei distretti della Pennsylvania o dell’Arizona. La suspense elettorale non è una novità negli Stati Uniti. L’ultimo esempio è stata la sfida tra George W. Bush e Al Gore, nel 2000. Ma un presidente che rivendica prematuramente la vittoria e alimenta il sospetto su un processo democratico in corso è qualcosa di mai visto e assolutamente deleterio per il principio stesso della democrazia.

Reuters
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“La seconda guerra civile americana”, il film di Joe Dante che ha anticipato tutto

di Giulio Zoppello (wired.it, 6 novembre 2020)

Un Paese diviso, un politico populista che vuole tenere fuori i migranti e i rifugiati amato dalla Destra militarizzata, suprematista e intollerante, mentre i mezzi d’informazione invece d’informare inseguono lo share e propagano false notizie, con il fronte liberal confuso e indeciso. In mezzo, una conflittualità sociale immensa, minoranze infuriate ed emarginate, politici inetti, cittadini armati, rivolte e la vecchia contrapposizione dei tempi della Guerra Civile che torna a palesarsi. Vi suona familiare? Ebbene, non stiamo parlando di questi quattro anni di presidenza Trump, né di quel clima infuocato che ha scosso (e continua a scuotere) gli Stati Uniti quest’anno, nei giorni delle elezioni più dibattute della storia.

Hbo
Hbo

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Non ci sono più gli Stati Uniti di una volta

di Elena Zacchetti (ilpost.it, 1° agosto 2020)

Per gli ultimi settantacinque anni – ma anche qualcuno di più – gli Stati Uniti sono stati considerati come un Paese unico e indispensabile per gli equilibri mondiali, e punto di riferimento culturale e politico per i sistemi democratici occidentali. Nel corso dei decenni i governi americani hanno costruito alleanze politiche e militari di enorme rilevanza, come la Nato, hanno stretto solidi rapporti commerciali con gli altri Paesi occidentali e hanno partecipato da protagonisti a guerre e crisi in mezzo mondo.

Ph. Dan Kitwood / Getty Images
Ph. Dan Kitwood / Getty Images

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Sean Penn ringrazia Bush per aver “inventato” l’Isis: «Sono stati lui e Cheney a crearlo. Tante grazie!»

(huffingtonpost.it, 20 marzo 2015)

Sean Penn ha ringraziato l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush e l’ex vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney per avere “inventato” il gruppo terroristico dello Stato Islamico che sta terrorizzando il Medio Oriente, durante il talk show Conan condotto da Conan O’Brien e trasmesso dalla TBS. Come riporta il Washington Times l’attore e regista, intervistato dal conduttore, ha commentato: Continua la lettura di Sean Penn ringrazia Bush per aver “inventato” l’Isis: «Sono stati lui e Cheney a crearlo. Tante grazie!»

Tatuaggi, inni (e insulti). Le celebrità si schierano sull’indipendenza scozzese

di Giuseppe Sarcina («Corriere della Sera», 24 luglio 2014)

LONDRA – James Bond, nella sua versione più classica, è a favore. J.K. Rowling, la creatrice di Harry Potter, è contro. Per la rockstar David Bowie deve essere no, assolutamente no. Per la popstar Annie Lennox, forse sì, non sa ancora bene, ci vuole pensare. Il 18 settembre in Scozia si vota per l’indipendenza, per continuare la convivenza con Londra, che dura dal 1707; oppure per diventare uno Stato indipendente, sicuramente con un’altra bandiera, probabilmente con un’altra moneta. Poche settimane fa il settimanale Economist osservava che la situazione è surreale. L’elettorato del Regno Unito si trova di fronte una scelta potenzialmente traumatica, eppure non ci sono segnali di forte mobilitazione. Nelle piazze non si vedono cortei di «secessionisti» o di «unionisti». Il tema non pare, almeno per ora, infiammare l’opinione pubblica. In compenso ci sono le star. Continua la lettura di Tatuaggi, inni (e insulti). Le celebrità si schierano sull’indipendenza scozzese