di Francesca Ulivi* (espresso.repubblica.it, 5 giugno 2020)
Caro clinico, caro ricercatore, caro scienziato,
ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per noi in questi mesi. Per le ore e i giorni e le notti passati in reparto con addosso quei paramenti insopportabili, cercando di salvare ogni persona, ogni vita. Per quelli passati in laboratorio, sui dati, sulle tabelle, al microscopio, ad analizzare e discutere i dati, sperando di trovare evidenze che il prima possibile ci spiegassero cosa sta accadendo; per quelli passati davanti al computer costruendo modelli possibili per capire da che parte andare, a spiegare alla politica cosa sta succedendo.
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