Archivi tag: Star

L’epoca della celebrità frammentaria

Rai 1

di Guia Soncini (linkiesta.it, 7 marzo 2025)

«Ma io dico, ma Totti no, all’Europeo che fa il cucchiaio, prima del calcio di rigore je vai a chiéde la foto?». Lo dice Tony Effe, chiunque egli sia, intervistato alla tele da Alessandro Cattelan, e lo dice rovinandosi per sempre la possibilità d’avere una carriera televisiva: si sta lamentando dei microfonisti che a Sanremo gli chiedevano una foto assieme un secondo prima che salisse sul palco, i tecnici Rai hanno memoria da elefanti, Tony Chi? dovrà espiare a lungo.

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Le 140 regole di Roger Stone. Numero 9: “Vesti con sprezzatura”

Netflix

di Viviana Mazza (corriere.it, 10 marzo 2025)

La regola numero 94 (su un totale di 140) nel bestseller di Roger Stone Stone’s Rules è “Nothing is on the level”, nulla è quel che sembra. «Tutto è truccato», ci spiega l’autore, che è stato il primo stratega politico di Donald Trump e, sin dagli anni Ottanta, ha insistito perché corresse per la Casa Bianca: è stato il suo primo stratega elettorale, dopo una lunga carriera iniziata con Richard Nixon.

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Musk rilancia la propaganda russa: «UsAid pagava milioni alle star»

di Massimo Gaggi (corriere.it, 6 febbraio 2025)

Continua la battaglia su UsAid, l’agenzia che ha fin qui distribuito assistenza umanitaria a 120 Paesi del mondo ed è smantellata dal Doge, il Dipartimento dell’Efficienza di Elon Musk. L’imprenditore di Tesla e SpaceX l’ha definita un’organizzazione criminale piena di marxisti e ieri lui e il presidente Trump (sulla sua piattaforma Truth) hanno ripreso accuse di un uso dei fondi per finanziare centinaia di pubblicazioni (in realtà si tratterebbe degli abbonamenti a testate giornalistiche, ma Trump ha parlato di soldi usati per favorire i democratici) e viaggi in Ucraina di star del cinema per promuovere la causa della lotta contro l’invasione russa.

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Mussolini e la televisione

Fox Photos / Getty Images

di Stefania Carini (ilpost.it, 11 gennaio 2025)

Chi lo sa se la prima volta che Mussolini si trovò davanti a un obiettivo televisivo guardò dritto davanti a sé, magari per cercare la complicità di chi stava dall’altra parte, come fa Luca Marinelli nella serie M – Il figlio del secolo diretta da Joe Wright e scritta da Stefano Bises e Davide Serino, appena uscita su Sky. Anche se l’inizio delle trasmissioni regolari della tv italiana è datato 3 gennaio 1954, la televisione esisteva già sotto il fascismo, in via sperimentale, e il Duce la provò almeno due volte – ma solo una di queste è arrivata fino a noi.

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Trump, lo show prima del voto: «Io non sono un politico, sono una star»

Ph. Jonathan Ernst / Reuters

di Aldo Cazzullo (corriere.it, 3 novembre 2024)

Salem (Virginia) – Non è un comizio. È uno show. Infatti dura più di cinque ore; le ultime due con lui sul palco. A segnare una mutazione ormai irreversibile della destra americana e globale. Come in ogni show, si ride e si piange. Si ride – con una punta di angoscia al pensiero che l’attor comico è il favorito per la Casa Bianca – quando Donald Trump fa le imitazioni.

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Naomi Campbell non è Ferragni

Ph. Louise Delmotte / Ap

di Guia Soncini (linkiesta.it, 30 settembre 2024)

Per spiegare perché l’inciampo di Naomi Campbell è probabile non divenga il declino di Chiara Ferragni, è necessario partire da Boris Johnson. Anzi no, da Kate Middleton. Anzi no, da Teri Hatcher. Nell’aprile del 2006, Desperate Housewives è alla fine della seconda stagione, ed è il prodotto televisivo del momento in un modo che è difficile da far capire a chi sappia leggere il mondo solo con gli strumenti di due decenni dopo, quando di prodotti televisivi del momento ce ne sono una cinquantina l’anno.

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L’illusoria fuga di Camila Giorgi

di Nicoletta Verna (lastampa.it, 19 maggio 2024)

Nell’estate del 1989, dopo una turbolenta (e inconclusa) trattativa per passare dal Napoli all’Olympique Marsiglia, Diego Armando Maradona scomparve nel nulla. Passò le vacanze sulle piste da sci in Sudamerica, ma nel giorno previsto per il rientro non rientrò, e neanche il giorno dopo. Il fatto infiammò il Paese. I giornali titolarono “Chi l’ha visto?” e l’opinione pubblica, non solo a Napoli, si spaccò.

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Chi è famoso su Internet non è famoso-famoso

(ilpost.it, 10 agosto 2023)

Prima dei social network diventare una persona famosa e riconosciuta da milioni di persone era piuttosto raro e complesso. Era necessario essere molto talentuosi, molto belli o molto ricchi, e spesso molto fortunati: star del cinema, della musica e della televisione, sportivi o politici particolarmente carismatici, artisti (pochi) o modelli. Nella maggior parte dei casi l’attenzione pubblica riservata a queste persone passava anche dal fatto che i media tradizionali li riconoscevano come celebrità, e ne raccontavano le vite di conseguenza, portando ancora più persone a conoscerli, banalmente, come “gente famosa”.

Ph. Dimitrios Kambouris / Getty Images for The Met Museum – Vogue

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L’ombra del potere e l’Italia che non distingue un mafioso da una star

di Giacomo Di Girolamo (linkiesta.it, 21 gennaio 2023)

Che giorno, quel giorno. Quel 16 gennaio del 2023. Che vertigine. I messaggi, le telefonate, l’incredulità, il racconto dell’arresto più clamoroso degli ultimi anni, tutti a Palermo, una conferenza stampa partecipata come non mai, e ancora, altre telefonate, i primi articoli, le reazioni, la notte senza prendere sonno, l’eccitazione, metto i momenti in fila. Mi sfugge qualcosa.

Pexels

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