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La meraviglia del comunismo distopico firmato Ferragni

di Paolo Landi (ilfoglio.it, 21 agosto 2021)

Ci voleva Chiara Ferragni ad aggiornare, centocinquant’anni dopo, l’analisi teorica di Marx che in Salario, prezzo, profitto (1865) preconizzava l’abolizione del lavoro salariato, condizione che il filosofo riteneva indispensabile per la piena emancipazione dei lavoratori. Senza farsi paladina di lotte sociali, senza scontri sindacali, la leader italiana degli influencer dimostra come il nuovo capitalismo digitale stia subentrando, in maniera indolore, anzi decisamente glamour, alle economie di produzione, sovvertendole. È tipico del capitalismo assumere aspetti sempre nuovi, di pari passo allo sviluppo tecnologico: senza probabilmente saperlo, Ferragni ha posto le basi per relazionarsi in modo rivoluzionario con sé stessa, la sua forza lavoro, il suo tempo, le sue relazioni con gli altri, fornendo suggestioni inedite nelle considerazioni sul libero mercato.

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Giocando a frisbee con Nerone nella terra dei like

di Guia Soncini (linkiesta.it, 23 agosto 2021)

Quando i miei coetanei avevano vent’anni, nei ridenti anni Novanta, nella politica italiana arrivò la smania del nuovo. Ogni stagione ha il suo nuovo che avanza, il nostro si chiamava Lega o Berlusconi invece che Di Maio o Di Battista, ma il meccanismo psicologico sempre quello era. Paolo Rossi, allora il più tranchant tra i comici in ascesa, aveva una battuta che faceva così: il nuovo che avanza al vecchio gli telefona. In questo lunghissimo weekend di proposte politiche deliranti da parte dei nuovi talenti che ci possiamo permettere – non più Di Maio e Di Battista, ormai venerati maestri – ho ardentemente desiderato lo scatto alla risposta.

Ph. Ross Findon / Unsplash

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L’ossessione di Renzi: ricorda i social 13 volte in 15 minuti

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 13 gennaio 2021)

Ben 13 volte in 15 minuti. Sarà che è la critica sulla base della quale Matteo Renzi ha fondato il suo ragionamento e il ritiro della fiducia a Giuseppe Conte, ma nel suo one man show Renzi ha detto social, nomi di social o parole legate a questo ambito per 13 volte in 15 minuti. Considerato che il primo minuto di collegamento è stato per chiedere scusa del ritardo, contiamo su una media di quasi una volta al minuto. Et voilà, ecco la misura dell’ossessione di Renzi per i social network e per la popolarità che Conte ha acquisito in questi mesi di pandemia – quasi come se rosicasse.Renzi_vs_social Continua la lettura di L’ossessione di Renzi: ricorda i social 13 volte in 15 minuti

Renzi fa dimettere le ministre perché «la crisi non si risolve con la popolarità sui social»

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 13 gennaio 2021)

«Nell’affermare la fiducia incrollabile nel presidente della Repubblica, noi pensiamo che si debbano affrontare i tre punti cardine che le ministre e il sottosegretario hanno scritto al presidente del Consiglio. La crisi non si risolve con un tweet e con una stories su Instagram, questo è populismo». Matteo Renzi – dopo aver utilizzato una tecnica à la Conte per la sua conferenza stampa (annunciata per le 17:30 e iniziata per le 18:15) – ha deciso di far dimettere le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, oltre al sottosegretario Ivan Scalfarotto.

Ph. Ettore Ferrari / LaPresse – Pool Ansa
Ph. Ettore Ferrari / LaPresse – Pool Ansa

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