Archivi tag: Silvio Berlusconi

Dal sakè Biden ai jeans Romano Prodi: quando i marchi hanno i nomi dei politici

di Stefano Mentana (tpi.it, 12 gennaio 2021)

A partire dalla scorsa estate un particolare sakè prodotto dalla distilleria giapponese Mii No Kotobuki ha iniziato ad avere un’impennata di richieste dagli Stati Uniti, vendendo in un mese il triplo delle bottiglie rispetto a tutto l’anno precedente. Dopo l’iniziale sorpresa, gli addetti alle vendite si sono accorti che la ragione di tale successo era dato dal nome del sakè, chiamato Hojo Biden, proprio come quel Joe Biden che avrebbe di lì a poco sfidato Donald Trump alle presidenziali americane. La bevanda non si chiama così per ragioni di marketing: il nome Hojo Biden gli era stato dato nel 1996, quando Biden era “solo” un senatore del Delaware, e significa in giapponese qualcosa di simile a “crescita prolifica della bellezza pastorale”.marchi-politici Continua la lettura di Dal sakè Biden ai jeans Romano Prodi: quando i marchi hanno i nomi dei politici

Lezioni da Washington

di Ida Dominijanni (internazionale.it, 13 gennaio 2021)

Fra le immagini provenienti da Washington ne circola una perfino più sintomatica di quelle dei manifestanti che si arrampicano come formiche sui muri di Capitol Hill e devastano indisturbati il tempio della democrazia americana, o di quelle dello sciamano tatuato con le corna che si accomoda trionfante sullo scranno di Mike Pence, o di quelle dei legittimi rappresentanti del popolo evacuati sotto la minaccia dei Proud Boys armati. È un filmato fatto con il telefono e diffuso dal figlio dello stesso Trump, che ritrae il presidente tuttora in carica con la moglie a fianco davanti a uno schermo televisivo, mentre si gode la diretta della manifestazione che sta per aizzare contro il Parlamento, il tutto con Gloria – un nome un programma – a tutto volume per tenergli su il morale.

Ph. Erin Schaff / The New York Times – Contrasto
Ph. Erin Schaff / The New York Times – Contrasto

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Le cose che abbiamo perso nel fuoco: resoconto di una nuova elezione americana

di Claudia Durastanti (internazionale.it, 29 ottobre 2020)

Non sappiamo chi vincerà le elezioni americane del 3 novembre, ma sappiamo già chi vincerà gli Oscar ad aprile. Il trailer di Hillbilly Elegy di Ron Howard fa capire che aria tira; interpretato da Glenn Close e Amy Adams nei panni di madre e figlia, il film riprende i temi del libro Hillbilly Elegy: A memoir of a family and culture in crisis di J.D. Vance che fu un caso nel 2016, l’anno in cui venne eletto Donald Trump. L’assunto del libro è questo: come fa un ragazzino a emanciparsi da generazioni di uomini e di donne degli Appalachi cresciuti tra sussidi sociali, bassa scolarizzazione, relazioni violente e tossicodipendenze?

Ph. Julio Cortez / Associated Press
Ph. Julio Cortez / Associated Press

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I tre fattori che hanno trasformato l’Italia nella patria del populismo

di Pietro Folena (linkiesta.it, 24 settembre 2020)

La forza dei populisti non è omogenea in Europa. Solo in Ungheria e in Italia supera il 50 per cento dei consensi, oltreché in Grecia (dove, come detto, la fisionomia delle forze populiste è mutata). Da cosa nasce questa forza così egemone nel nostro Paese? La ricostruzione degli avvenimenti qui fatta si incarica in qualche modo di dare già delle risposte all’argomento. Dalle dimensioni del debito pubblico degli anni Ottanta a Tangentopoli, dalle stragi di mafia alla presenza di una tv commerciale così rilevante, dalle differenze economiche tra diverse aree territoriali al malfunzionamento della giustizia, dagli errori di una Sinistra nuova che ha rinunciato a rappresentare il lavoro e a studiare l’innovazione, dai prezzi economici e sociali pagati per entrare nell’euro alla bassa crescita economica, e potremmo proseguire, il film che è scorso davanti ai nostri occhi è quello di una crisi permanente, con rarissimi momenti di ottimismo e di speranza.Striscia_populismo Continua la lettura di I tre fattori che hanno trasformato l’Italia nella patria del populismo

Dal Milan a Forza Italia. Trattato di filosofia berlusconiana

di Antonio Gurrado (ilfoglio.it, 25 settembre 2020)

Mentre scrivo esordisce in serie B il nuovo scintillante Monza di Silvio Berlusconi e mi torna in mente un’intervista di trent’anni fa. Era il 1989, il Milan aveva da poco intrapreso l’abitudine di vincere tutto e France Football andò a fare quattro chiacchiere con colui che all’epoca era ancora solo Sua Emittenza. È un’intervista distesa e schietta; per intenderci quella in cui, parlando degli allenatori senza passato da calciatore, Berlusconi dichiarò che un fantino per essere bravo non deve per forza essere stato cavallo (l’aforisma fu poi attribuito ad Arrigo Sacchi, che in realtà ne era l’argomento).SilvioB_Milan_FI Continua la lettura di Dal Milan a Forza Italia. Trattato di filosofia berlusconiana

I social dei politici

di Carlo Rienzi (huffingtonpost.it, 25 agosto 2020)

L’agenda politica del nostro Paese, ormai, è social-centrica: non passa giorno senza che corra la notizia dell’ultimo tweet, o dell’ultimo post, di questo o quel politico. “Salvini ha scritto su Facebook”, “Di Maio ha detto in diretta”, e via cantilenando, l’arena politica dello Stivale è ormai saldamente radicata nei mondi virtuali, dove le discussioni tra “tifoserie” spopolano, il conflitto porta nuovi utenti e ogni confronto sereno è impossibile.social_politici Continua la lettura di I social dei politici

Mediaset: una sentenza apre le porte ai colossi del web

di Giuseppe Colombo (huffingtonpost.it, 3 settembre 2020)

Il passaggio che squarcia gli equilibri dentro Mediaset, in casa Berlusconi, è contenuto in una riga e mezza. Quella della sentenza della Corte di Giustizia Europea: «La disposizione italiana che impedisce a Vivendi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset è contraria al diritto dell’Unione». Tradotto: la mossa del Biscione, che aveva chiesto e ottenuto un intervento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per bloccare la scalata ostile dei francesi, si è trasformata in un boomerang.

Anadolu Agency / Getty Images
Anadolu Agency / Getty Images

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Berlusconi attacca De Luca: «La politica non è spettacolo»

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 31 agosto 2020)

La politica non è spettacolo, Silvio Berlusconi dixit. Il presidente e leader di Forza Italia attacca Vincenzo De Luca per il personaggio televisivo che, secondo lui, è stato capace di costruirsi (anche alla ricerca di un consenso elettorale). Insomma, proprio l’ex presidente del Consiglio – sì, da sempre votato all’arte dello spettacolo misto all’ars politica – se la prende con l’attuale presidente della Regione Campania.Berlusconi-DeLuca Continua la lettura di Berlusconi attacca De Luca: «La politica non è spettacolo»

Berlusconi è dentro ognuno di loro

di Alessandro Barbano (huffingtonpost.it, 10 agosto 2020)

In principio era il Cavaliere, con le dichiarazioni d’amore al Paese in videocassette distribuite dalle sue tivù, con le cornici di fondotinta sul sorriso a trentadue denti, con la Bibbia dei sondaggi squadernata come una carta geografica sul cammino di una navigazione tutta personale, perché personale, e sempre in scena, era il partito che mandava in archivio una politica fino ad allora giocata dietro le quinte. Ma oggi “nemmeno in Berlusconi c’è tanto Berlusconi come in loro”, dice amaro Mattia Feltri nella sua rubrica Buongiorno su La Stampa, chiosando l’estate di foto fintamente rubate, ma in realtà apertamente costruite, in cui da Conte alla Boschi, da Salvini all’Azzolina, passando per Casalino, è un tripudio di pseudo privato che si esibisce a uso e consumo pubblico.

Ph. Vittoriano Rastelli / Getty Images
Ph. Vittoriano Rastelli / Getty Images

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Dibba e Fornero dimostrano che in Italia la rivoluzione si può fare tutti i giorni, ma solo nei palinsesti

di Francesco Cundari (linkiesta.it, 31 luglio 2020)

A poche pagine di distanza, su quello che qualche nostalgico inguaribile ancora chiama il grande giornale della borghesia italiana, come se in Italia esistessero ancora la borghesia, i grandi giornali, i dimafonisti e i telefoni a gettone – insomma: sul Corriere della Sera –, due storie apparentemente minori ieri si illuminavano reciprocamente: Alessandro Di Battista, massimo rappresentante dell’ala dura del populismo grillino, sorpreso mentre serve ai tavoli nel bar interno di un albergo di Ortona, ed Elsa Fornero, il volto più celebre dell’ultimo governo dei tecnici, impegnata come giurata in un quiz televisivo condotto da Costantino della Gherardesca.

Ph. Claudio Guaitoli / Corriere della Sera
Ph. Claudio Guaitoli / Corriere della Sera

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