Archivi tag: Silvio Berlusconi

Una campagna elettorale show

di Michele Magno (ilfoglio.it, 24 settembre 2022)

All’inizio del Novecento l’avanguardia futurista italiana esaltava il varietà perché meraviglioso ed eccentrico, antintellettuale e popolare, capace di stupire, divertire, emozionare, abbindolare gli spettatori con la rapidità e il sensazionalismo del suo messaggio. Il teatro della sorpresa, come titolava il manifesto firmato da Filippo Tommaso Marinetti e Francesco Cangiullo nel 1921, doveva perciò gettare alle ortiche ogni scoria élitaria e diventare alogico, irreale. Artificio, comicità, imprevedibilità, testi scarni e insignificanti personaggi erano i canoni e i valori della drammaturgia futurista. Nel 1961 Martin Esslin pubblica The Theatre of the Absurd, dove campeggiano i nomi di Samuel Beckett, Eugène Ionesco, Jean Genet, capostipiti di un genere letterario celebre per il suo humour grottesco, le sue atmosfere surreali, il suo linguaggio ripetitivo, frammentato, privo di senso.

Ph. Domenico Stinellis / Ap

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Il narcisismo dei politici che fanno storie su Instagram

di Guia Soncini (linkiesta.it, 21 settembre 2022)

Una volta Enrico Vanzina disse d’aver capito che c’era stato uno slittamento tra la destra e la sinistra com’eravamo abituate a pensarle quando aveva visto che, al cinema dei Parioli, la borghesia romana andava a vedere i Dardenne: annoiandosi moltissimo, ma non correndo il rischio d’apparire impresentabile. Io non ho capito dove saremmo andati a finire con Instagram prima che Instagram esistesse, nonostante la vita si fosse impegnata a spiegarmelo. Successe all’inizio di questo secolo, quando il consumo televisivo che piaceva ostentare a chi al cinema guardava i Dardenne era quello di Desperate Housewives. La Rai organizzò un giro promozionale romano delle attrici che interpretavano le massaie dei Parioli americani, e la giornata si concluse con una cena sulla terrazza del Campidoglio.

Pro Church Media / Unsplash

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Giobbe Covatta sfida Berlusconi in Piemonte

di Mariachiara Giacosa (torino.repubblica.it, 26 agosto 2022)

Comico di mestiere il primo, assai incline alle battute il secondo. Giobbe Covatta e Silvio Berlusconi si conoscono da ben prima dell’impegno politico di entrambi. «Era il mio “capo” quando lavoravo in Fininvest. Avevamo all’epoca un rapporto cordiale, se ci incontriamo ora ci diamo del tu. È un tipo simpatico, anche se le mie battute fanno più ridere delle sue» dice (e ride) l’attore, che è anche ambasciatore di Amref e testimonial di Save the Children, candidato capolista al Senato sul collegio plurinominale del Piemonte 2 (che copre tutte le province, esclusa quella di Torino) per Europa Verde – Sinistra Italiana, nella coalizione di centrosinistra. Contro di lui, tra gli altri, Berlusconi, appunto, al primo posto nella lista di Forza Italia, che torna sulla scheda, dopo il turno saltato nel 2018, per effetto della legge Severino scattata per la condanna nel processo Mediaset.

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Perché in Italia non ci sono spot elettorali in tv

(ilpost.it, 18 agosto 2022)

A differenza degli Stati Uniti e di alcuni Paesi europei, dove sono piuttosto diffusi, in Italia è vietato trasmettere spot elettorali sulle tv nazionali. Per i partiti e i comunicatori politici è un limite molto sentito: ancora oggi la televisione è il medium più seguito dagli elettori più anziani, che fra le altre cose sono quelli che si presentano ai seggi con più assiduità rispetto ai giovani. Non è sempre stato così. La diffusione di spot elettorali sulle tv nazionali è stata fortemente limitata nel 1996 e poi vietata del tutto nel 2000 con la legge sulla cosiddetta par condicio. La legge, ancora in vigore, prevede solamente che in campagna elettorale la Rai metta a disposizione dei “contenitori” in cui i partiti possano trasmettere gratis dei “messaggi politici autogestiti”: ma sono spazi che per legge non possono essere trasmessi dalle 20 alle 22, quando davanti alla tv si concentra il maggior numero degli spettatori, e che vengono assegnati fra tutti i partiti con criteri molto rigidi, cosa che li rende di fatto inutili.

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Rita dalla Chiesa salta il “Grande Fratello Vip” per candidarsi con Forza Italia

(corriere.it, 22 agosto 2022)

Rita dalla Chiesa ha scelto la sua strada, e non è quella del Grande Fratello Vip. Non è stato ancora ufficializzato, ma sembra proprio che la figlia del generale Carlo Alberto dalla Chiesa abbia scelto di candidarsi con Forza Italia. Questa mattina Silvio Berlusconi ha chiuso le liste, e pare che correrà per la Puglia. Niente è ancora ufficiale, ma si tratta solo di una questione di tempo. Entro la giornata sarà necessario consegnare l’elenco dei candidati al Viminale, e il nome della conduttrice e giornalista dovrebbe apparire nella lista. Pare sia candidata in un seggio uninominale in Puglia e in Liguria per il proporzionale. La dalla Chiesa dice quindi sì alla politica dopo il rifiuto del 2016 di candidarsi a sindaco di Roma. Questo comporta l’inevitabile rinuncia alla prossima edizione del Grande Fratello Vip, che inizierà il prossimo 19 settembre su Canale 5.

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Musica e politica: storia di canzoni negate

di Chiara Pizzimenti (vanityfair.it, 6 agosto 2022)

La questione non ha confine né latitudine. In campagna elettorale la musica è fondamentale: trascina. Gli esperti di politica e comunicazione lo sanno: un tormentone, una canzone impegnata, un classico, ognuna può far presa in maniera diversa e portare avanti i candidati. Solo che non sempre chi quelle canzoni le canta e le ha portate al successo è pronto e felice di vederle usare per scopi propagandisti. Ultimo caso La Rappresentante di Lista contro Matteo Salvini. L’oggetto del contendente è la canzone Ciao ciao, tormentone che viene dal Festival di Sanremo. Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina segnalano in un tweet: «Ci arriva voce che al comizio di S4lvini il dj abbia messo #ciaociao. La nostra maledizione sta per abbattersi su di te, becero abusatore di hit».

LaPresse

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La fiamma neofascista che arde ancora nel simbolo di Giorgia Meloni

di Davide Maria De Luca (editorialedomani.it, 10 agosto 2022)

Fondata oltre trent’anni fa, la Lega oggi può vantarsi di essere il più antico partito politico italiano sopravvissuto. Ma anche con i suoi decenni di storia non può competere con la tradizione dei suoi alleati. Proprio in questi giorni, Fratelli d’Italia ha confermato che alle prossime elezioni correrà con lo stesso simbolo del 2018. La fiamma tricolore, che arderà sotto il nome “Giorgia Meloni”, si contende con la falce e martello e lo scudo crociato il titolo di più antico simbolo politico italiano ancora in uso. Inventato nel 1946 dal gruppo di reduci fascisti che avrebbe fondato il Movimento Sociale Italiano, la fiamma tricolore è sempre stata presente sulle schede elettorali per tutti gli ultimi settant’anni e rappresenta la continuità della tradizione politica postfascista, mai veramente interrotta e sopravvissuta a tutti i tentativi di riforma e rigenerazione.

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Api, cavallette e tigri: torna il bestiario della politica

di Federica Mochi (adnkronos.com, 4 agosto 2022)

Orsi, tigri, api e persino cavallette: il linguaggio politico sta trasformando le prossime elezioni politiche del 2022, in programma il 25 settembre, in un pazzo giardino zoologico. Arma prediletta per la campagna elettorale, i leader di partito sono protagonisti, ciascuno a modo suo, del bestiario fantastico dell’estate, dove nuove metafore zoologiche fioriscono di giorno in giorno. Che sia per sminuire l’avversario, lanciare frecciatine all’alleato o ricompattare la propria squadra, i leader non si trattengono, tirando fendenti appena possono. «Questo linguaggio è un fenomeno che trova la sua legittimazione nel passato e che è molto sedimentato nel discorso pubblico quando si nutre di contenuti politici» spiega all’AdnKronos Francesco Giorgino.

Fotogramma

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Salvini e Letta divisi anche sul look

di Federica Mochi (adnkronos.com, 25 luglio 2022)

Quelli del Pd non sudano, dice Matteo Salvini. Ed Enrico Letta che fa? In tv replica sibillino: «Non pensavo fossimo già a questi livelli». In questo botta e risposta da inizio campagna elettorale a dividere i due leader di partito non è solo il sudore, ma anche la differenza di look con i quali si presentano agli elettori. Formal suit del perfetto uomo delle istituzioni, abito grigio e camicia celestina per il segretario dem. Calzoncini, polo colorate, camicia di lino e scarpe di tela per il leader della Lega. E se è vero che l’abito non fa il monaco, non è certo un caso che il leader del Pd sia sempre impeccabile in fatto di stile. Salvini sui look incassa spesso colpi, certo, ma in quanto a mise camaleontiche non risparmia fendenti. E, alla fine, veste sempre come vuole. Divisi, i due, lo sono non solo sulle idee ma anche sugli abiti, come il giorno e la notte.

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Ridge di “Beautiful” alla convention di Forza Italia

(blitzquotidiano.it, 21 maggio 2022)

Pensavate di averle viste tutte? E invece no: sul palco della convention di Forza Italia a Napoli all’improvviso è arrivato Ridge di Beautiful. Non è ben chiara la connessione ma sul palco della convention di Forza Italia a Napoli all’improvviso è salito anche Ronn Moss, l’attore che interpreta Ridge nella soap Beautiful. Insomma: mascellone. «Sono molto felice di essere qui» ha detto l’attore salendo sul palco, «e ringrazio Silvio Berlusconi. Se fossi residente in Italia non avrei dubbi, voterei per lui». Nel suo intervento Moss ha testimoniato anche il suo amore per la Puglia, che lo ha portato di recente a investire in una masseria del XVIII secolo tra Fasano e Monopoli.

Ph. Ciro Fusco / Ansa

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