Archivi tag: Silvio Berlusconi

Bernard Tapie, un Berlusconi all’acqua di rose

Netflix

(ilnapolista.it, 5 novembre 2024)

Tapie, «un Berlusconi all’acqua di rose». Ora che una miniserie di Netflix [Class Act – Tapie, N.d.C.] ricostruisce la vita dell’iconico ex presidente del Marsiglia, El Paìs lo ricorda come epigono d’un calcio che non c’è più. «Personaggi di questo tipo non sono quasi più rimasti nello sport moderno, colonizzato dai fondi di investimento, dal marketing e dall’intelligenza Artificiale», scrive Daniel Verdú.

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Schlein sul palco con J-Ax: la tentazione del politico di fare show

Elly Schlein via Instagram

(adnkronos.com, 10 ottobre 2024)

Elly Schlein, che – a sorpresa – è salita sul palco insieme agli Articolo 31 per “rappare” una canzone col celebre gruppo guidato da J-Ax, è solo l’ultima della lista. Ogni mattina un politico sa che deve svegliarsi e mettersi a caccia del consenso. Sin dai tempi della Prima Repubblica non c’è stato leader che non si sia messo in gioco pur di cercare l’empatia con i suoi elettori. Spesso su palcoscenici inediti, ben distanti dai “Palazzi” o dalle “stanze” del potere.

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Capitani tenebrosi

di Guia Soncini (linkiesta.it, 16 settembre 2024)

Le prime parole di gergo televisivo che imparai, quasi trent’anni fa in uno studio Rai, furono «luce cosmetica». Il direttore della fotografia mi spiegava come avrebbe illuminato la conduttrice: con una luce sparata in faccia che l’avrebbe fatta più giovane più bella più santino. Poi negli anni con la luce cosmetica hanno cominciato a esagerare, e irridere i riflettori sparati in faccia a Dietlinde Gruber o a Barbara D’Urso è diventato un pigro espediente di chiunque abbia un telefono connesso al mondo.

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Maria Rosaria Boccia, l’icona pop che non ci aspettavamo

di Paolo Armelli (wired.it, 5 settembre 2024)

Anche se pensavamo di essere usciti più o meno indenni (o comunque disintossicati) dal ventennio berlusconiano di olgettine e bunga-bunga, ecco che l’affaire Sangiuliano ci fa ripiombare nell’ennesimo caso in cui la cronaca politica italiana sembra scritta da un’A.I. allenata a colpi di Novella 2000. Da giorni, infatti, la mente degli italiani è catturata solo da una vicenda, quella che lega il ministro della Cultura del governo Meloni a Maria Rosaria Boccia, giovane campana che i giornali americani non esiterebbero a definire multihypenated.

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La tirannia dell’oggi pomeriggio

Roberto Speranza via Instagram

di Guia Soncini (linkiesta.it, 23 agosto 2024)

Sisifo trascorreva giornate costruttive e rilassanti in confronto a noialtri che ci ostiniamo a cercare di capire e spiegare cosa succede in un secolo completamente privo di memoria storica, in cui non solo i ventenni – che almeno hanno giustificazioni biologiche – ma anche i miei coetanei sono convinti che il mondo sia cominciato nel momento in cui si sono aperti un profilo social. Certo, ogni crisi offre appigli per approfittarsi della situazione.

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La società scroccona di massa e i suoi nemici

Ph. Hassan Ishan / Unsplash

di Guia Soncini (linkiesta.it, 22 luglio 2024)

Sul mio computer c’è da molti anni una cartellina che si chiama “Mastroianni”, e che non ha a che fare con Marcello Mastroianni ma col concetto di celebrità e la sua relativizzazione diciamo dal Grande fratello in poi. Da quando siamo più o meno tutti famosi, e la fama relativa smentisce ogni legge economica: è una valuta che non vale più niente e che tutti bramano.

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Cosa c’è dietro l’attacco a Google di Elon Musk

(adnkronos.com, 29 luglio 2024)

Google ha davvero “oscurato” il candidato nonché ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump? Questa è l’accusa di Elon Musk, ceo di Tesla, SpaceX e di X.com, l’ex Twitter che ha acquistato per 44 miliardi di dollari e che è diventata la piattaforma dei suoi attacchi e delle sue campagne politiche. Oggi Musk ha pubblicato lo screenshot di una ricerca su Google in cui chi prova a scrivere “President Donald” ottiene come suggerimenti “President Ronald Reagan” o “President Donald Duck”, ovvero Paperino.

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L’orecchio fasciato di Trump è diventato una moda

Ph. Andrew Harnik / Getty Images

di Valerio Coletta (esquire.com, 24 luglio 2024)

Quando il 13 dicembre 2009 Massimo Tartaglia scagliò una statuetta del Duomo di Milano in faccia a Silvio Berlusconi, nessuno nei giorni seguenti andò in giro per solidarietà con una riproduzione della chiesa o con un segno delle guglie sulla faccia. Erano altri tempi? Probabile. Siamo meno scenografici? Sicuramente.

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Silvio Orlando: «Quello dell’attore è uno dei mestieri più politici che ci siano»

 

(adnkronos.com, 23 giugno 2024)

«Gli attori della mia generazione pensavano di essere soggetti politici: il nostro essere “umani” serviva, la nostra opinione era importante. Gli attori di oggi hanno un atteggiamento più timido, li vedo più impauriti. Oggi ci sono attori in media molto più bravi di noi come apparato tecnico, ma forse noi avevamo in più questo fatto di sentirci utili alle sorti del mondo. Per me, quello dell’attore è uno dei mestieri più politici che ci siano».

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Pronostico rispettato: ha preso più voti il Cav. da morto che Salvini da vivo

Getty Images

di Saverio Raimondo (ilfoglio.it, 12 giugno 2024)

L’avevo pronosticato già ai primi di aprile su questo giornale: prende più voti Berlusconi da morto che Salvini da vivo. Il mio pronostico non era dettato da chiaroveggenza, ma dalla conoscenza della profonda cultura sepolcrale italiana: da sempre ci piacciono i morti, nella musica come nella letteratura come in tv (guardate gli ascolti dei funerali, o anche solo dei programmi di teche); e sapevo che prima o poi sarebbe arrivata questa preferenza anche in politica.

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