di Mariarosa Maioli (ilfoglio.it, 12 maggio 2022)
Il regolamento parla chiaro: «Non sono ammessi testi con contenuti politici, pubblicitari, confessionali o offensivi». Eppure, ogni volta in cui l’Ucraina ha simbolicamente messo piede sul palco, la sua corsa alla vittoria è passata anche attraverso gesti e parole fortemente politicizzati, la cui caratteristica comune è sempre stata la stessa: indirizzare un messaggio contro l’ingerenza russa. La situazione geopolitica di oggi è sicuramente la più drammatica degli ultimi anni: sul palco non solo gli ucraini hanno portato un testo eloquente, ma anche l’assenza del Paese di Putin parla chiaro. «La partecipazione all’Eurovision di quest’anno della Russia, Stato aggressore in violazione del Diritto Internazionale, minerebbe l’idea stessa della competizione», ha dichiarato l’Ebu (European Broadcasting Union) al momento dell’esclusione russa.
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