Archivi tag: Richard Nixon

Le interviste con contraddittorio, così rare

(ilpost.it, 16 maggio 2022)

Il dibattito televisivo recente sull’invasione russa in Ucraina ha fatto emergere ancora una volta la scarsa abitudine del giornalismo italiano a preparare e realizzare interviste con contraddittorio: interviste cioè in cui l’intervistatore non si accontenta delle frasi di circostanza dell’intervistato, non sorvola su dichiarazioni false e approssimative e non permette all’interlocutore di sviare il discorso per non rispondere a una domanda puntuale; ma lo incalza, mettendone in evidenza tutte le incoerenze e cercando di ottenere le risposte richieste. È una mancanza che ha portato spesso a risultati assai discutibili, soprattutto di fronte a tesi basate su falsità, come quelle esposte nelle ultime settimane da personaggi dichiaratamente “filorussi” e membri del governo russo (com’è successo con l’intervista data dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov a Zona Bianca di Rete 4).

Ph. John Bryson / Time Life Pictures – Getty Images

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La morte di Mikis Theodorakis

di Filippomaria Pontani (ilpost.it, 11 settembre 2021)

Viviamo in un Paese in cui il conformismo del discorso pubblico mainstream arriva al punto di accettare con pochi scossoni qualunque cosa: la rivendicazione della memoria del fratello del Duce a premio sui martiri della nostra Repubblica, la promozione in alto loco di zelanti funzionari già distintisi per encomi postumi a estremisti di destra, il dileggio di quei pochi intellettuali che pongono l’antifascismo a fulcro della propria attività di pensiero. Dietro i simboli la partita è più sostanziosa, e non da oggi: si marginalizza in una riserva indiana, magari con una pacca sulla spalla, un complimento di facciata e la malcelata commiserazione che tocca agli utopisti.

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Salviamo il nostro futuro: intervista a Jane Fonda

di Laura Pezzino (vanityfair.it, 21 ottobre 2020)

«La rivoluzione inizia dai muscoli» è una frase che viene attribuita a Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America. Che l’abbia detta oppure no, Jane Fonda ne ha fatto il proprio motto, stipandovi dentro tutto un arcobaleno di significati riassumibili così: il vero cambiamento incomincia con un’azione che coinvolge il proprio corpo. Poco prima del lockdown, Jane Fonda si era lasciata crescere i capelli bianchi e, col senno di poi, non avrebbe potuto scegliere momento migliore. Per lei, cambiare taglio o pettinatura non era mai stato un atto neutrale, anzi.

Ph. Rachel Luna / Getty Images
Ph. Rachel Luna / Getty Images

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Trump lacera le Chiese d’America

di Massimo Faggioli (huffingtonpost.it, 3 giugno 2020)

Nel giro di due giorni, 1 e 2 giugno 2020, Trump e la sua amministrazione sono riusciti a esporre l’osceno intreccio tra politica e religione nell’America contemporanea. Prima facendo infuriare la Chiesa episcopaliana (anglicana, di orientamento liberal-progressista) per aver organizzato una photo opportunity con la Bibbia in mano di fronte a una delle chiese storiche della Capitale, la St. John’s Church, dopo aver sgomberato manu militari la manifestazione pacifica di fronte alla Casa Bianca.Trump_JohnPaul_II_Church_Washington Continua la lettura di Trump lacera le Chiese d’America

Storia del cappotto rosso di Jane Fonda

di Giuliana Matarrese (marieclaire.com, 8 novembre 2019)

Non regalano molte sicurezze, questi tempi moderni. Di una cosa però, si può essere certi: anche questo venerdì, Jane Fonda e il suo cappotto rosso verranno messi in stato d’arresto. Ormai impegnata da quattro settimane nei suoi Fire Drill Fridays, proteste pacifiche e non autorizzate di fronte al Campidoglio di Washington – dove si è momentaneamente trasferita, per praticità – quando Jane si dedica a una causa, non si può dire che manchi di organizzazione e coerenza.

Ph. Mandel Ngan / Getty Images
Ph. Mandel Ngan / Getty Images

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Il duello (ma per cosa?) dei due Mattei a favore di telecamere e di tweet

di Sofia Ventura (linkiesta.it, 16 ottobre 2019)

In origine furono i dibattiti tra i candidati presidenziali: Kennedy versus Nixon nel 1960 il primo, rimasto memorabile. Nel 1984 un magistrale Reagan ebbe la meglio su Mondale. Nell’ultimo dibattito tra Trump e Hillary Clinton, il primo mise in scena tutta la sua “originale” teatralità. La sinistra che non ha il “monopolio del cuore” è passata alla storia grazie all’aristocratico Valéry Giscard d’Estaing confrontato al Mitterrand che per la seconda volta, nel 1974, tentava l’arrembaggio all’Eliseo.duello_due_mattei Continua la lettura di Il duello (ma per cosa?) dei due Mattei a favore di telecamere e di tweet

Richard Nixon? Forse non fu un grande politico, ma fu un ottimo musicista

(linkiesta.it, 10 settembre 2019)

Un politico farebbe di tutto pur di distogliere l’attenzione da uno scandalo che lo riguarda. Anche mettersi a suonare il pianoforte. Lo fece, per fare un esempio, il presidente americano Richard Nixon: [il 7 marzo 1974, N.d.C.] proprio al picco del caso Watergate, per dare un’immagine più simpatica di sé, si prestò ad accompagnare la cantante Pearl Bailey durante la cena dedicata all’Associazione dei Governatori (c’era anche Ronald Reagan, in quanto governatore della California).east-room-1974-bailey-nixon Continua la lettura di Richard Nixon? Forse non fu un grande politico, ma fu un ottimo musicista

Cynthia Nixon, da “Sex and the City” alla stanza dei bottoni

di Benedetta Grasso (lastampa.it, 17 aprile 2018)

In Warm Springs Eleanor Roosevelt, interpretata da Cynthia Nixon, dice al marito: «Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo permesso». I tabloid e i giornali del mondo, dopo l’annuncio della candidatura della Nixon per lo Stato di New York, l’hanno subito associata a Miranda, la stakanovista dai capelli rossi di Sex and the City, che adesso ha mire politiche.CynthiaNixonNY Continua la lettura di Cynthia Nixon, da “Sex and the City” alla stanza dei bottoni

Orchestra politica: da Putin al piano alla chitarra di Blair, alla tromba di Morales

di Maurizio Stefanini (ilfoglio.it, 16 maggio 2017)

Putin suona. Mentre a Pechino aspettava di essere ricevuto dal presidente cinese Xi Jinping durante il Belt and Road Forum for International Cooperation, a un certo punto si è alzato, si è diretto verso un pianoforte che stava nella sala, ed ha eseguito due brani russi risalenti alla fine degli anni ’50.Putin_pianista Continua la lettura di Orchestra politica: da Putin al piano alla chitarra di Blair, alla tromba di Morales