di Alfredo Toriello (vanityfair.it, 11 marzo 2024)
Anche quest’anno il red carpet degli Oscar 2024 ha brillato a dovere. Forse il gotha di Hollywood non osa come in passato, con abiti un pizzico meno spettacolari, ma non si può non rimanere lo stesso a bocca aperta davanti ai look che hanno calcato il tappeto rosso. I più attenti avranno notato una particolarità su alcune mise: una spilla rossa.
Sempre più spesso le celebrità indossano sui red carpet e agli eventi importanti vestiti d’archivio, che non sono stati disegnati apposta e che non appartengono alla collezione in corso: insomma, non nuovi. È successo anche alla prima serata del Festival di Sanremo 2024, quando Clara, la prima cantante in gara, ha indossato un abito di Armani Privé della collezione di haute couture del 2011, presentato quindi a una sfilata 13 anni fa.
di Manuela D’Alessandro (agi.it, 9 settembre 2022)
Quest’anno sul red carpet di Venezia è successa una cosa mai vista. Una proposta di matrimonio si è intromessa nella sfilata sul rosso del cast di The Son, il film drammatico in cui Hugh Jackman interpreta il padre di un figlio depresso. Alessandro Basciano ha chiesto in ginocchio a Sophie Codegoni di sposarlo porgendole un anello a celebrare la svolta della storia nata durante Il Grande Fratello. Belli, giovani, influencer, stanno facendo impazzire Instagram postando ogni frammento della loro avventura, ma attirando anche la ferocia di chi vede in questo episodio il momento più cafone della “desacralizzazione” del tappeto in corso da qualche tempo. Non più ambita striscia che possono calcare solo i divi, o almeno chi abbia un qualche legame col cinema, ma un tappeto “in vendita” accessibile a chiunque debba promuovere sé stesso o un prodotto, che sia un diamante o un telefonino.
Quando mi capitò davanti per la prima volta il video in cui Kim Tae-hyung dei Bts si accascia sul red carpet era l’aprile del 2021 e stavo subendo l’attacco mediatico più violento della mia vita. A scatenarlo era stato il fatto che in una trasmissione televisiva avevo criticato l’uso del registro lessicale militare e dei simboli bellici – medaglie, armi e divise – nella comunicazione della gestione dell’emergenza Covid. Ne era seguita una lunga bagarre del tutto trasversale agli schieramenti, a cui ebbi la percezione che partecipasse chiunque avesse un account social o uno spazio mediatico di altra natura. Per giorni mi attaccarono in forma personale cittadinə comuni e figure istituzionali, capə di partito, personaggi dello spettacolo e giornali di destra e di sinistra.
di Antonella Boralevi (lastampa.it, 24 aprile 2018)
Per capire chi è davvero un politico, il mio consiglio è di guardarlo in televisione togliendo l’audio. Spegnendolo, proprio. Non sentire cosa il politico dice durante un talk show, solo osservarlo.Continua la lettura di Il “red carpet” dei politici→