di Sebastiano Pucciarelli (huffingtonpost.it, 4 marzo 2024)
Non pogavo da dieci anni: ci voleva la reunion berlinese dei Cccp per trascinarmi di nuovo nella danza selvaggia, a quarantacinque anni suonati. Scusate l’incipit personale, ma a volte la forza di un’esperienza culturale si misura anche dall’ebbrezza fisica che suscita. E che, per contrasto, ti sbatte in faccia la mancanza di intensità di tante, troppe, proposte musicali odierne.
Lo scorso 1° aprile al Victoria and Albert Museum di Dundee, in Scozia, è stata inaugurata una mostra dedicata al tartan, il tipico tessuto a linee e quadri sovrapposti che in Italia chiamiamo spesso “scozzese”. Oggi il termine “tartan” indica sia il tessuto in sé sia i suoi tipici motivi, che sono immediatamente riconducibili alla Scozia, a volte in maniera un po’ stereotipata. Nel tempo il tartan è stato un simbolo dell’identità scozzese, ma anche di ribellione e lotta contro le oppressioni.
“God save the Queen / a fascist regime / they made you moron / potential H bomb”: nel 1976 i Sex Pistols lanciavano parole di fuoco e fiamme, mentre intorno l’Inghilterra, stremata dagli scioperi e sommersa dall’immondizia, non raccolta da mesi, stava celebrando il giubileo della Regina Elisabetta II. God Save the Queen e Anarchy in The Uk resero la band celebre e famigerata in un momento.
Per definire l’impatto di uno stilista nella storia della moda non basta prenderne in considerazione lo stile avanguardista e innovativo, e nemmeno design e qualità sartoriale ineccepibili, per quanto importanti: per diventare un’icona dell’industria bisogna andare ben al di là di essa, radicarsi e segnare un’epoca, un cambio generazionale o una metamorfosi sociale, supportando questi processi – e spesso definendoli – proprio attraverso le creazioni. E colei che, a partire dagli anni Settanta, si è conquistata di diritto un posto nel firmamento dei fashion designer più iconici, è Vivienne Westwood. Che oggi, 8 aprile, spegne ben 80 candeline, e in grande stile: con un videomessaggio al mondo, in diretta da Piccadilly Circus. Per celebrare il suo compleanno, infatti, la designer ha presentato un cortometraggio di 10 minuti in collaborazione con Circa, intitolato Do not buy a bomb.