Archivi tag: propaganda

Cosa possono e non possono dire i politici su Facebook

(ilpost.it, 25 settembre 2019)

Nick Clegg, vice primo ministro del Regno Unito tra il 2010 e il 2015 e oggi responsabile degli affari globali e della comunicazione di Facebook, ha annunciato che Facebook adotterà nuove regole sui contenuti pubblicati dai politici. Durante il festival della rivista The Atlantic, a Washington D.C., Clegg ha detto che i post dei politici su Facebook non saranno più sottoposti alle normali linee guida del social network.

newsroom.fb.com
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Le magie del deepfake: Renzi appare e insulta tutti

di Jaime D’Alessandro (repubblica.it, 25 settembre 2019)

È solo un esempio, non prendetelo per buono. Anche perché si capisce che c’è qualcosa che non va. Ma dà un’idea di cosa si possa fare con il deepfake, l’uso di intelligenza artificiale che manipola un video applicando sul volto del protagonista la faccia di qualcun altro in tempo reale. A Striscia la notizia, ad esempio, c’era un Matteo Renzi che straparlava fra battute al vetriolo e commenti sui suoi avversari politici.

open.online
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La Bella e la Bestia: i due volti dell’Italia

di Nicola Mirenzi (huffingtonpost.it, 20 settembre 2019)

Lei è la Bella. Lui è la Bestia. Lei influenza la moda, il costume, i desideri delle persone. Lui la politica, l’umore pubblico, il linguaggio collettivo. Lei è internazionalissima. Lui è il custode dei confini italiani. Lei è Chiara Ferragni, lui è Matteo Salvini. In comune, hanno la strepitosa capacità di usare i social network, il successo e un Paese che li segue. O, forse, sono due paesi diversi.Salvini-Ferragni Continua la lettura di La Bella e la Bestia: i due volti dell’Italia

Richard Nixon? Forse non fu un grande politico, ma fu un ottimo musicista

(linkiesta.it, 10 settembre 2019)

Un politico farebbe di tutto pur di distogliere l’attenzione da uno scandalo che lo riguarda. Anche mettersi a suonare il pianoforte. Lo fece, per fare un esempio, il presidente americano Richard Nixon: [il 7 marzo 1974, N.d.C.] proprio al picco del caso Watergate, per dare un’immagine più simpatica di sé, si prestò ad accompagnare la cantante Pearl Bailey durante la cena dedicata all’Associazione dei Governatori (c’era anche Ronald Reagan, in quanto governatore della California).east-room-1974-bailey-nixon Continua la lettura di Richard Nixon? Forse non fu un grande politico, ma fu un ottimo musicista

Il primo capitano nero del Sudafrica di rugby

di Pietro Cabrio (ilpost.it, 17 settembre 2019)

La storia contemporanea del Sudafrica è stata scandita anche dal rugby, il suo sport nazionale. Nel Novecento, durante i quarant’anni di apartheid – la sistematica discriminazione e segregazione dei neri – la nazionale di rugby sudafricana fu il vanto dei boeri, la minoranza bianca, ricca e segregazionista del Paese. Quando invece il regime dell’apartheid venne abolito e dichiarato crimine contro l’umanità, la stessa nazionale divenne inaspettatamente il primo grande simbolo popolare del nuovo Sudafrica unito.

Getty Images
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Troppa cattiva televisione può portare al populismo?

di Oliver Burkeman (“The Guardian” / internazionale.it, 28 agosto 2019)

Di questi tempi il mondo è così confuso, politicamente parlando, che è facile pensare che lo siano anche i motivi per cui ci confonde. E se invece fossero semplici? E se, per esempio, una delle ragioni dell’ondata di populismo degli ultimi anni – Trump, la Brexit, l’ascesa dell’estrema destra in Europa – fosse che gli elettori hanno visto troppa tv spazzatura, che gli ha mandato in pappa il cervello?

Ph. Andy Ryan / Getty Images
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Il poker, i bari e la comunicazione politica al tempo dei social

di Antonio Preiti (huffingtonpost.it, 5 agosto 2019)

Le fake news stanno ai social come i bari stanno al poker: al bando i bari, ma bisogna imparare il poker. La questione più intrigante è per quale maledetta ragione il poker proprio non lo si vuole imparare. Cominciamo dal poker, vediamo i bari e poi ci inoltriamo nel campo minato dell’impossibilità (asserita, non dimostrata) di giocare a poker.

Alexsl via Getty Images
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Salvini, il foodblogger che manca all’Italia

di Arianna Cavallo (ilpost.it, 7 settembre 2019)

Poco prima delle 19 del 4 settembre 2019, alla vigilia del giuramento del nuovo governo, Matteo Salvini ha aggiornato la sua biografia su Twitter, arrendendosi al passaggio da ministro dell’Interno a leader della Lega anche nell’identità di cui pare avere più bisogno, quella sui social.1 Continua la lettura di Salvini, il foodblogger che manca all’Italia

Come sarebbe la politica italiana senza like sui social network?

di Dino Amenduni (wired.it, 31 luglio 2019)

Immaginate l’attuale scenario della comunicazione politica italiana sui social media, ma con un fondamentale cambiamento: il numero dei mi piace sotto i post dei vari Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Giorgia Meloni, Nicola Zingaretti non più visibile al pubblico, ma solo all’autore del post… cambierebbe tutto. Oppure no?

Natalie Matthews Ramo / Slate
Natalie Matthews Ramo / Slate

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Il Capitano e la campionessa, Fede e rosario

di Fulvio Abbate (huffingtonpost.it, 3 settembre 2019)

Un rosario per Federica Pellegrini. Tatuato sulla schiena, anzi, più opportunamente, sul costato, un rosario appena accampato sul suo corpo, ultimo fra altri, lo stesso che adesso la campionessa nuotatrice ha scelto di mostrare mentre prende forma. Un rosario che, nell’ordine, si aggiunge a un’Araba Fenice, alla scritta “rock’n’roll”, al logo delle Olimpiadi, un drago, tre rose sempre lì sul costato, una dedica al fratello.

Ansa / Instagram
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