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Trump o non Trump, che succede se ci mettiamo a trattare i social network da editori?

di Davide Ludovisi (wired.it, 29 maggio 2020)

Come spesso capita, Donald Trump ha sparigliato le carte in tavola. Con l’ordine esecutivo per ridurre la protezione legale dei social media rispetto ai contenuti pubblicati, è entrato a gamba tesa in un dibattito aperto da anni. Facebook, Twitter, YouTube, Instagram e gli altri dovrebbero essere considerati degli editori a tutti gli effetti? Il problema è che Trump è una figura ingombrante. Non solo è il presidente degli Stati Uniti, ma è una persona dai poteri enormi che ci ha abituati ad azioni d’impulso.

Ph. Jonathan Ernst / Reuters
Ph. Jonathan Ernst / Reuters

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Il virus e il tricolore

di Antonio Del Giudice (blitzquotidiano.it, 27 maggio 2020)

Maschere e Coronavirus. Avendo io una storia di pugliese girovago per l’Italia, da Milano a Palermo, mi sorprendo tutte le volte che guardo la bandiera nazionale. Il tricolore mi parla dell’unità d’Italia e per me finisce lì. Sono d’accordo, cum grano salis, con chi giudica il nostro popolo migliore delle sue classi dirigenti. Ma mi fermerei ai periodi calamitosi: guerre, terremoti, alluvioni, Coronavirus.

Laps
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Trump vara la stretta sui social, Twitter segnala un altro suo post

di Rita Lofano – Arcangelo Rociola (agi.it, 29 maggio 2020)

Donald Trump vara la stretta sui social, accusati di essere un monopolio e di fare politica contro i conservatori. «Siamo qui per difendere la libertà di parola», ha dichiarato il presidente americano, firmando l’ordine esecutivo che mira a togliere lo scudo penale alle piattaforme accusate di censura. «Un piccolo gruppo di potenti social media in monopolio controlla una vasta porzione di tutte le comunicazioni pubbliche e private negli Stati Uniti» ha attaccato il tycoon, denunciando «un potere incontrollato nel censurare, ridimensionare, editare, delineare, nascondere, alterare virtualmente ogni forma di comunicazione tra privati cittadini o con audience ampie di pubblico».

Emanuele Fucecchi
Emanuele Fucecchi

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La tv fa il consenso e detta l’agenda, i social seguono

(adnkronos.com, 28 maggio 2020)

Dall’avvio dell’emergenza Coronavirus si è molto dibattuto dell’utilizzo (a volte anche improprio o eccessivo) dei social da parte dei politici per la gestione della comunicazione. L’uso intenso e sicuramente proficuo delle nuove tecnologie si può misurare facilmente prendendo come punto di riferimento i leader che hanno avuto un’esposizione mediatica maggiore in questo periodo. È il caso, per fare l’esempio più lampante, di Giuseppe Conte.conte_dati Continua la lettura di La tv fa il consenso e detta l’agenda, i social seguono

Twitter si comporta da editore, e per Trump non è una buona notizia

di Claudio Giua (huffingtonpost.it, 27 maggio 2020)

Il 6 novembre, nel terzo anniversario della sua elezione alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump superò il record dei record: aver scritto più parole nei suoi tweet di quante ne aveva usate James Joyce nell’Ulysses (pare fossero 265.222). Twittare è di gran lunga l’attività più onerosa di ogni giornata di Potus, l’acronimo con il quale viene identificato l’inquilino della Casa Bianca nelle comunicazioni di servizio.

Aurich Lawson / Getty Images
Aurich Lawson / Getty Images

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Lo stemma delle forze spaziali Usa sembra ispirato a “Star Trek”

di Rita Lofano (agi.it, 15 maggio 2020)

Il presidente Donald Trump ha presentato ufficialmente, durante una cerimonia nello Studio Ovale, la nuova bandiera delle Forze Spaziali statunitensi, la sesta branca delle forze armate statunitensi che ha istituito lo scorso dicembre. Il logo somiglia incredibilmente a quello dello Starfleet Command della storica serie tv Star Trek, e i social si sono scatenati.StarfleetCommand Continua la lettura di Lo stemma delle forze spaziali Usa sembra ispirato a “Star Trek”

Le mascherine di Mussolini

di Niccolò Di Francesco (tpi.it, 8 maggio 2020)

“Camminare, costruire e, se necessario, combattere e vincere!”: è questo il motto stampato sulle mascherine anti-Coronavirus, prodotte da un’azienda di Verona, in cui è raffigurato il volto del duce Benito Mussolini. Realizzato da una società di San Giorgio in Salici, nel comune di Sona, in provincia di Verona, il prodotto per nostalgici ha sollevato diverse polemiche e proteste sui social e non solo.mascherine-duce Continua la lettura di Le mascherine di Mussolini

Mario Giordano, il conformista stridulo

di Franco Bagnasco (tpi.it, 20 aprile 2020)

Giuro, un’altra possibilità gliela do (quasi) sempre. Instancabile e cocciuto sognatore che non sono altro. Ma poi è più forte di me: appena sento quei sovracuti; quello stridìo allo scambio dei binari da vecchio tram milanese; quelle interpretazioni intense da mezzo soprano in carriera, beh, come un rabdomante con la sua bacchetta corro posseduto al telecomando, che vibra poderoso, e pigio un tasto. Uno a caso. Basta cambiare canale. Basta salvarsi. Perché la forma (dell’onda sonora) è sostanza.MarioGiordano-zucche Continua la lettura di Mario Giordano, il conformista stridulo

La partita che preannunciò la guerra in Jugoslavia

di Pietro Cabrio (ilpost.it, 13 maggio 2020)

Nel 1990 la Jugoslavia stava vivendo gli ultimi mesi dei quarantacinque anni trascorsi come Paese unito dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il carismatico e autoritario maresciallo Tito, capo della Repubblica Socialista jugoslava, era morto dieci anni prima e nessuno era riuscito a rimpiazzarlo. In un Paese dalla storia lunga e complessa come pochi altri luoghi al mondo, formato da sei repubbliche e due provincie autonome, i partiti nazionalisti sfruttarono il momento, compresi gli effetti di una crisi economica che aveva indebitato lo Stato e aumentato la disoccupazione, per promuovere le loro cause indipendentiste.dinamo-zagabria-stella-rossa Continua la lettura di La partita che preannunciò la guerra in Jugoslavia

“Star Wars”: Mark Hamill reagisce da Jedi alla campagna di Trump

di Simone Tagliaferri (multiplayer.it, 9 maggio 2020)

Mark “Luke Skywalker” Hamill non ha preso benissimo il fatto che Donald Trump (più precisamente il suo staff della comunicazione) abbia chiamato l’imminente campagna per le presidenziali Death Star, ossia Morte Nera, ma senza lasciarsi andare ha risposto da vero Jedi. Il riferimento alla saga di Star Wars non è casuale, visto che il tweet con cui Brad Parscale, il Campaign Manager di Trump, ha annunciato il nome della campagna è corredato da una gif della Morte Nera che spara con il suo potentissimo cannone.

Lucasfilm / Walt Disney Company
Lucasfilm / Walt Disney Company

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