Archivi tag: propaganda

Renzi fa dimettere le ministre perché «la crisi non si risolve con la popolarità sui social»

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 13 gennaio 2021)

«Nell’affermare la fiducia incrollabile nel presidente della Repubblica, noi pensiamo che si debbano affrontare i tre punti cardine che le ministre e il sottosegretario hanno scritto al presidente del Consiglio. La crisi non si risolve con un tweet e con una stories su Instagram, questo è populismo». Matteo Renzi – dopo aver utilizzato una tecnica à la Conte per la sua conferenza stampa (annunciata per le 17:30 e iniziata per le 18:15) – ha deciso di far dimettere le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, oltre al sottosegretario Ivan Scalfarotto.

Ph. Ettore Ferrari / LaPresse – Pool Ansa
Ph. Ettore Ferrari / LaPresse – Pool Ansa

Continua la lettura di Renzi fa dimettere le ministre perché «la crisi non si risolve con la popolarità sui social»

Salvini s’iscrive a Parler, poco dopo Parler è off line

di Lucio Fero (blitzquotidiano.it, 11 gennaio 2021)

Matteo Salvini si è iscritto a Parler. Forse un gesto di protesta contro Facebook giudicata sinistrorsa e contro Twitter giudicata mondialista, comunque contro le piattaforme forse ora giudicate nemiche del popolo. O forse quello di Salvini è un gesto di omaggio e solidarietà a Donald Trump che sulla stessa piattaforma, Parler appunto, si vede ospitato dopo che Facebook, Twitter e Amazon e tutti gli altri di quello che deve essere oppressivo pensiero unico hanno tolto dalle mani di Trump l’arma social. Tolta per evidenti motivi di ordine pubblico e salute pubblica. Il caso vuole che il giorno dopo l’iscrizione di Salvini, Parler sia stato messo off line.Salvini_Parler Continua la lettura di Salvini s’iscrive a Parler, poco dopo Parler è off line

Due Americhe e la messa al bando della ragione

di Mario Sechi (agi.it, 10 gennaio 2021)

La crisi americana è una matrioska, quella più grande ha la faccia di Donald Trump, ma al suo interno ci sono altre bamboline che sono pronte a bussare alla porta di tutti. La colpa di Trump è quella di non aver mai tenuto conto di una verità che la Storia offre gratis a tutti: la massa ha un limite di manovra per qualsiasi leader carismatico, superato quello, diventa ingovernabile, assume una propria fisionomia e diventa “muta di guerra” (Elias Canetti, Massa e potere). La sua responsabilità politica è evidente, non è una questione di intenzionalità o meno – il fatto è squadernato –, si tratta dell’incapacità di Trump di leggere (e reggere) il contesto del 6 gennaio scorso: il conteggio dei voti in Georgia, la seduta del Congresso per la certificazione dell’elezione di Joe Biden, la manifestazione degli elettori di Trump sull’Ellipse di fronte alla Casa Bianca. Tre scenari, due Americhe.

Afp
Afp

Continua la lettura di Due Americhe e la messa al bando della ragione

Il presidente del Turkmenistan dedica una statua d’oro al suo cane

(agi.it, 12 novembre 2020)

Una statua d’oro alta sei metri e dedicata alla razza canina più amata dal presidente turkmeno è stata inaugurata nella capitale Ashgabat. Alla cerimonia ha partecipato lo stesso Capo di Stato, Gurbanguly Berdymukhamedov, innamorato dei cani pastori Alabai, originari dell’Asia centrale e già inseriti nella lista dei patrimoni nazionali insieme ai tappeti fatti a mano e alla celebre razza di cavalli da corsa Akhal Teke. Non è la prima volta che l’Alabai riceve simili trattamenti in Turkmenistan: l’anno scorso, il presidente gli aveva dedicato un libro.

eurasianet.org
eurasianet.org

Continua la lettura di Il presidente del Turkmenistan dedica una statua d’oro al suo cane

Il ritorno dei cani alla Casa Bianca

di Fabrizia Sacchetti (focus.it, 11 novembre 2020)

Chissà se Joe Biden, il 46° presidente degli Stati Uniti, conosce la storica frase di Harry Truman (il 33°, dal 1945 al 1953), che recitava così: «Se vuoi un amico a Washington fatti un cane». Di cani Truman ne aveva addirittura tre ed è stato emulato da quasi tutti i presidenti americani, tranne tre: l’11° James K. Polk (1845-1849), il 17° Andrew Johnson (1865-1869) e il 45° Donald Trump, il primo che dopo 150 anni ha sfidato la tradizione non portando nemmeno un pesce rosso alla Casa Bianca. Ma adesso tutto tornerà come ai vecchi tempi.Champ-Major Continua la lettura di Il ritorno dei cani alla Casa Bianca

Twitter cederà l’account presidenziale a Biden il 20 gennaio

(agi.it, 21 novembre 2020)

Twitter cederà il controllo di @POTUS, l’account del presidente degli Stati Uniti, a Joe Biden appena presterà giuramento, il giorno dell’insediamento alla Casa Bianca, nonostante il presidente uscente Donald Trump non abbia ammesso la sconfitta alle elezioni. Lo rendono noto i media americani. Il social network «si sta preparando attivamente alla transizione degli account Twitter istituzionali della Casa Bianca il 20 gennaio 2021», ha dichiarato a Politico il portavoce di Twitter, Nick Pacilio.Twitter@POTUS Continua la lettura di Twitter cederà l’account presidenziale a Biden il 20 gennaio

Donald Trump va fermato subito

di Christian Rocca (linkiesta.it, 21 novembre 2020)

Donald Trump andrebbe arrestato in flagranza di reato, per aver tentato di manipolare le elezioni democratiche degli Stati Uniti prima del voto del 3 novembre e per le successive manovre intimidatorie nei confronti dei pubblici ufficiali cui sta impedendo di certificare il risultato elettorale. Naturalmente stiamo parlando del voto del 2020, perché le manipolazioni del voto del 2016 sono state esterne, russe, senza la prova di coordinamento tra il Cremlino e la Trump Tower nonostante i copiosi tentativi della cosca trumpiana di mettersi in contatto con gli agenti di Mosca e la richiesta esplicita, in diretta televisiva, a Vladimir Putin di ravanare nei server di Hillary Clinton, cosa puntualmente accaduta.Trump-Hitler Continua la lettura di Donald Trump va fermato subito

Il falso che sta in piedi

(ilpost.it, 21 novembre 2020)

Le cause legali del comitato elettorale di Donald Trump e del Partito Repubblicano per bloccare la certificazione del voto in alcuni Stati e Contee americane o per sovvertirne il risultato sono state finora tutte rigettate, e anche le procedure di riconteggio negli Stati hanno confermato la vittoria di Joe Biden: per esempio in Georgia, dove i voti sono stati ricontati a mano (misura straordinaria chiesta dal Partito Repubblicano), il risultato non è cambiato. Per quanto infondata, però, la tesi di illeciti o brogli trova il sostegno di un pezzo significativo dell’elettorato del Partito Repubblicano, che si fida del suo presidente e dei politici che ha votato.

Ph. Chris McGrath / Getty Images
Ph. Chris McGrath / Getty Images

Continua la lettura di Il falso che sta in piedi

Annamaria Testa sui pericoli dell’infodemia

di Marzia Papagna (huffingtonpost.it, 21 novembre 2020)

La pubblicità ai tempi del Covid-19. Campagne anti-pandemiche che dividono le opinioni del Web tra chi le considera semplicemente geniali e chi, invece, mette in discussione le scelte fatte in un momento così delicato. Tra i più recenti, l’invito a restare a casa da parte del ministero della Salute francese, che mostra un epilogo abbastanza drammatico, e lo spot del governo tedesco, che punta sulla pigrizia dei più giovani per vincere la crisi. Senza andare troppo lontano, nella primissima fase del lockdown, sugli schermi tv delle case italiane, durante l’abituale piccolo spazio pubblicità, sventolavano bandiere tricolore con l’indimenticabile colonna sonora degli applausi dai balconi e il messaggio che ha fatto il giro del mondo: resta a casa, insieme ce la faremo.talk_show Continua la lettura di Annamaria Testa sui pericoli dell’infodemia

Boldi lo scettico scelto come testimonial dalla Lombardia

di Francesco Loiacono (fanpage.it, 20 novembre 2020)

Scivolone comunicativo per la Regione Lombardia. Dopo il calciatore Zlatan Ibrahimović, chiamato in campo come testimonial per la lotta al nuovo Coronavirus, la giunta guidata da Attilio Fontana si è affidata a un altro volto noto per pubblicizzare con uno spot il recente stanziamento di 167 milioni di euro destinati a tutte le categorie escluse dal recente “Decreto ristori” del governo. La scelta è caduta su Massimo Boldi, noto attore comico originario di Luino, nel Varesotto. Nel nuovo video, da poco diffuso su tutti i canali della Regione, l’attore reinterpreta una scena del film Eccezzziunale… veramente del 1982, nel cui cast figurava anche Diego Abatantuono.Boldi_spot_Lombardia Continua la lettura di Boldi lo scettico scelto come testimonial dalla Lombardia