di Adalgisa Marrocco (huffingtonpost.it, 20 agosto 2024)
“Camerata”, senza se e senza ma. Roberto Vannacci lo aveva dichiarato fin dalla sua campagna elettorale per le Europee: non avrebbe rinunciato a utilizzare questo termine solo perché in passato è stato impiegato da “altri”. Così, in aperta sfida ai sostenitori del pensiero unico, ha deciso di continuare a farne uso.
di Antoine Marie (The Conversation / internazionale.it, 8 agosto 2024)
Un tempo i giovani appena diplomati o laureati sognavano di creare un social network che potesse avvicinare tra loro le persone. Quel sogno, oggi, è solo un ricordo lontano. Nel 2024 le piattaforme on line sono infatti accusate di ogni genere di nefandezza: diffondono notizie false, sono usate dai russi e dai cinesi per destabilizzare le democrazie e attirano contatti per poi vendere i dati personali ad aziende poco affidabili.
«La democrazia muore nell’oscurità» è il celebre sottotitolo del Washington Post. Ma la democrazia, come spiega il Premio Pulitzer Anne Applebaum sull’Atlantic, muore anche per colpa della propaganda illiberale perpetrata da Cina, Russia e dal Partito repubblicano. «L’innovazione economica e il potenziamento politico, che piaccia o no, andranno inevitabilmente di pari passo» disse il presidente Bill Clinton, nel 2000, alla John Hopkins School.
Comprendere perché Alba rossa di John Milius sia diventato uno dei war movie per eccellenza degli anni Ottanta, ma più ancora uno dei film fondamentali per capire l’America, la sua mentalità e visione del mondo, significa tornare ad un periodo storico-culturale molto particolare. Eravamo nel pieno della contrapposizione tra Usa ed Urss, che aveva avuto nell’invasione dell’Afghanistan da parte di Mosca un momento di non ritorno.
È durata più di due ore la “conversazione” tra Donald Trump ed Elon Musk su X. Un’intervista iniziata con quaranta minuti di ritardo a causa di problemi tecnici che il ceo di Tesla e proprietario del social ha attribuito a un «massiccio cyberattacco», dovuto alla «molta opposizione a sentire cosa ha da dire» l’ex presidente degli Stati Uniti, ma la cui causa non è stata del tutto chiarita.
“Se mi spari addosso mi rafforzi”, “Le leggende non muoiono mai”, “Mai arrendersi”, “Non puoi uccidere la libertà”. Sono alcuni degli slogan “urlati” dalle magliette vendute nei centri commerciali della Florida, e immortalate in queste foto dell’Adnkronos, a sostegno della campagna di Donald Trump. In una massiccia e ben studiata operazione di marketing elettorale, le immagini iconiche dell’attentato in Pennsylvania, in cui il candidato repubblicano si salva per miracolo, si rialza insanguinato e alza il pugno al cielo urlando “fight, fight, fight” ai suoi sostenitori, sono diventate poster, adesivi, meme social e, soprattutto, t-shirt.
«La guerra civile è inevitabile», ha scritto su X qualche giorno fa Elon Musk mentre dal Regno Unito giungevano le notizie dei pogrom ai danni dei rifugiati e degli assalti ai centri di accoglienza. Non è la prima volta che Musk rilancia la retorica dell’ultradestra; da anni, se la prende col “woke” (termine in cui fa rientrare ormai qualunque posizione indice di una società secolarizzata o non rientrante in una rigida separazione di genere, fosse pure un uomo che fa pipì seduto), esprime posizioni politiche oscurantiste e fa sfoggio di una mentalità del lavoro tossica.
di Maria Antonietta Calabrò (huffingtonpost.it, 5 agosto 2024)
La prima settimana delle Olimpiadi, è stata dal punto di vista di quelle che si chiamano “misure attive”, cioè l’intervento disinformativo da parte di Stati o agenti statali, una settimana da iscrivere nei manuali. Se Mario Caligiuri, considerato uno dei massimi studiosi europei di intelligence, non avesse già pubblicato nell’aprile del 2024, per i tipi di Luiss University Press, il suo saggio Maleducati, avrebbe sicuramente dedicato alla “disinformazione olimpica” (a cominciare dall’operazione Last Supper) un capitolo del suo ultimo libro.
di Marco Gervasoni (huffingtonpost.it, 3 agosto 2024)
Il falso e le menzogne sono più attraenti del vero e del reale. Le prime stimolano l’immaginazione, sono poesia, il vero è solo, tristemente, prosa. Il falso è semplice, chiaro, evidente, il vero e il reale invece sempre complessi, sfumati e non rilucono. La menzogna soddisfa la libido, il vero quasi mai placa le pulsioni. Il falso, infine, è quasi sempre più credibile del vero.
di Marta Ottaviani (quotidiano.net, 4 agosto 2024)
Una storia dolorosa, giocata sulla pelle di due donne, due atlete che poco hanno a che vedere con questa situazione. Un’operazione di disinformazione che durava da mesi, creata ad arte per generare polemica e contrapposizione su un argomento molto delicato e rovinare così lo spirito olimpico e rappresentare un problema per il presidente Macron.