Archivi tag: propaganda

Da Carofiglio a Bonaccini, la nuova estetica del Narciprogressista

di Francesco Cundari (linkiesta.it, 11 giugno 2021)

In principio fu Carofiglio, inteso come Gianrico, magistrato e scrittore di successo, opinionista televisivo, commentatore e convegnista brillante e ricercato, non per niente scelto come testimonial per il vaccino italiano, Reithera, e in quanto tale immortalato seminudo – in senso quasi letterale: con una camicia infilata a un braccio solo, a coprirgli esattamente metà del corpo – nel momento decisivo dell’inoculazione. Va detto che lui il testimonial doveva fare, e dunque, se in tal modo l’immagine ha colpito di più l’attenzione e ha avuto maggiore circolazione, se ne può concludere solamente che ha svolto egregiamente il suo compito.

Stefano Bonaccini via Twitter
Stefano Bonaccini via Twitter

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G7, la battuta della regina Elisabetta: «Deve sembrare che ci stiamo divertendo?»

(ilpost.it, 12 giugno 2021)

A Carbis Bay, nella regione inglese della Cornovaglia, è in corso il G7 a cui partecipano i leader e i capi di Stato e di governo di alcuni dei Paesi più importanti e ricchi al mondo. La regina del Regno Unito, Elisabetta II, venerdì scorso vi ha presenziato ufficialmente assieme al resto della famiglia reale, tra cui il principe Carlo con sua moglie Camilla e il principe William con sua moglie Kate. La regina si è fatta notare soprattutto per una battuta fatta durante la foto di gruppo con gli altri leader: mentre erano tutti in posa, ha detto: «Are you supposed to be looking as if you’re enjoying yourself?» (Deve sembrare che ci stiamo divertendo?).

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Donald Trump si è pentito di non aver vietato Facebook e Twitter mentre era presidente

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 9 giugno 2021)

Con un social network naufragato ancor prima di essere annunciato, Donald Trump sulla questione di Twitter in Nigeria ha rilasciato una serie di dichiarazioni su quanto accaduto la scorsa settimana. Twitter ha deciso di rimuovere un post di Muhammadu Buhari contro i secessionisti e il governo ha provveduto a bannare Twitter dal Paese. Decisione celebrata dall’ex presidente degli Stati Uniti, che è arrivato a congratularsi con la Nigeria per l’azione compiuta contro la piattaforma che «ha messo al bando il suo presidente». Si sente ovviamente toccato nell’intimo, il tycoon, tanto da dire che forse lui stesso avrebbe dovuto bannare Facebook e Twitter mentre era presidente.

Ipp / Zuma Press
Ipp / Zuma Press

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Perché Google ha dedicato un doodle a Shirley Temple

di Paolo Armelli (wired.it, 9 giugno 2021)

Il doodle animato che campeggia sulla homepage di Google di oggi, 9 giugno, è dedicato a Shirley Temple. L’attrice, cantante e ballerina è divenuta famosa nell’epoca d’oro di Hollywood debuttando da piccolissima sul grande schermo e diventando immediatamente una delle celebrità-bambine più conosciute al mondo. Nata a Santa Monica, Los Angeles, il 23 aprile 1928, figlia di un banchiere e di una ex ballerina, iniziò a studiare danza su pressioni della madre all’età di tre anni. Grazie al suo aspetto angelico, i boccoli dorati (anche se in realtà era castana), ma anche per via di una ferrea dedizione al lavoro, si guadagnò il primo grande ruolo cinematografico nel 1934 nel musical Il trionfo della vita, un film che doveva fare da cassa di risonanza alla propaganda del New Deal del presidente Roosevelt.

Google / Ap
Google / Ap

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Trump resterà sospeso da Facebook per almeno due anni

(ansa.it, 5 giugno 2021)

Donald Trump è sospeso da Facebook per due anni. Lo annuncia il social network, sottolineando che al termine dei ventiquattro mesi gli esperti valuteranno di nuovo il caso. Trump potrà essere riammesso solo se le condizioni lo permetteranno. La decisione di Facebook segue le valutazioni del suo Oversight Board, che, il mese scorso, aveva criticato la sospensione senza scadenza dell’ex presidente degli Stati Uniti. «Data la gravità delle circostanze che hanno portato alla sospensione di Trump, riteniamo che le sue azioni costituiscano una seria violazione delle nostre regole che merita la maggiore sanzione. Sospendiamo i suoi account per due anni a partire dalla data della sua iniziale sospensione, il 7 gennaio di quest’anno», afferma Facebook.

Ansa
Ansa

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Trump ha chiuso la sua pagina web ma potrebbe tornare in streaming

(agi.it, 2 giugno 2021)

La pagina web di Donald Trump (From the Desk of Donald J. Trump), con la quale divulgava comunicati da quando è stato bandito dai social media, è stata definitivamente chiusa. Lo ha reso noto il suo portavoce, Jason Miller, parlando sulla Cnbc. «Era sono un ausilio all’impegno sul quale stiamo lavorando», ha detto Miller, annunciando «presto» novità. Intanto, secondo le anticipazioni di Axios, l’ex presidente degli Stati Uniti starebbe valutando una propria compagnia d’informazione che comprenderebbe anche un servizio in streaming denominato Trump Plus.

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Il delirio di insulti dalla Bielorussia contro i Måneskin

di Giulia Melodia (secoloditalia.it, 26 maggio 2021)

Niente, proprio non ci vogliono stare. Questa vittoria dei Måneskin all’Eurovision Song Contest 2021 non va giù a tanti. E così, dopo la Francia rosicona che ha montato ad arte il coca-gate, salvo poi dover fare ammenda e scusarsi, oltre che congratularsi, stavolta le accuse al gruppo italiano arrivano direttamente dalla tv filogovernativa bielorussa. Oggi, infatti, è la volta dei 15 minuti di notorietà che non si negano a nessuno, come diceva il grande Andy Wharol. Neppure a un semi-sconosciuto (da noi) Grigoriy Azarenok, autore e presentatore della rubrica La medaglia di Giuda (nomen omen?), che, per fortuna lo spiega Libero, «va in onda tutte le settimane sul canale televisivo Ctv (quello filo-Lukashenko, ovviamente)».

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Intervista a Dario Adamo, social media manager di Giuseppe Conte

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 26 marzo 2021)

Giuseppe Conte, è noto, non aveva account social prima della sua esperienza da presidente del Consiglio. È successo tutto molto in fretta, da zero a cento, nelle ore in cui il suo nome fu indicato per la prima volta dagli allora alleati Lega e Movimento 5 Stelle per guidare, nel 2018, l’esecutivo giallo-verde. Quegli stessi account social sono diventati una sorta di cifra stilistica della sua presidenza. Per questo, chi si occupa di tecnologia digitale e di comunicazione politica non può non ritenere importante un colloquio con Dario Adamo, social media manager di Conte nei suoi due anni e mezzo a Palazzo Chigi. «Era maggio 2018, Conte aveva già ricevuto l’incarico per la prima volta» – ricorda ai nostri microfoni.

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Oltre la velina: lo chiamano “sonoro” e sono quindici secondi di autocelebrità

di Carmelo Caruso (ilfoglio.it, 12 aprile 2021)

Lo chiamano “sonoro” e nulla ha a che vedere con la musica. È in pratica l’antinformazione, il playback del politico (anzi dell’ufficio stampa) che si interroga e si risponde senza contradditorio. Siamo passati a piazza Staderari e poi presso l’hotel Nazionale per assistere a uno dei nuovi fenomeni di questi tempi malandati. Si tratta dell’intervista self made man, una sorta di pasquinata da non interrompere assolutamente se non si vuole rischiare di passare per giornalisti. Sono quindici secondi di flusso di coscienza che il deputato o il senatore confezionano e che poi gli uffici stampa “spacciano” a televisioni, agenzie, giornali.

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Il libro della Meloni è la perfetta autobiografia d’una influencer

di Guia Soncini (linkiesta.it, 11 maggio 2021)

Nel capitolo finale del suo libro, Giorgia Piccoloprincipe Meloni dice alla figlia di ricordarsi «che il cuore vede con molta più nitidezza di quanto sappiano fare gli occhi»; è solo una delle mille frasi instagrammabili che riempiono il memoir della deputata che la sinistra odia come si odia solo una temibile rivale. Il capitolo dedicato alla figlia Ginevra («Gì», giacché lei è Giorgia, lei è una madre, ma soprattutto lei è romana) si apre con quattro versi in esergo. Sono quattro versi di Cat Stevens, della più sputtanata delle canzoni sulla genitorialità, Father and son. Padre e figlio, dedicata da una madre alla figlia. Se a sinistra scoprono cosa voleva dire davvero, la Meloni, in quel video in cui diceva che non sa cosa sia il gender, chissà che succede; se i socialmente presentabili s’accorgono che la Meloni è molto più gender fluid di loro, chissà come la prendono.

Ph. Roberto Monaldo / LaPresse
Ph. Roberto Monaldo / LaPresse

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