Archivi tag: propaganda

Olena Zelenska, la first lady influencer

di Marco Fattorini (linkiesta.it, 8 marzo 2022)

L’obiettivo numero due del governo russo si chiama Olena Zelenska, ha 44 anni ed è la moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. È nascosta in una località segreta in Ucraina insieme con i suoi due figli Oleksandra e Kyrylo. Anche lei come il marito, su cui pende la condanna a morte di Putin, ha deciso di non lasciare il Paese: «Non cadrò nel panico né scoppierò a piangere, sono orgogliosa di vivere qui». Fino a poche settimane fa andava in tv a parlare di educazione alimentare e menù scolastici. Adesso, davanti a due milioni e mezzo di follower su Instagram, lancia un appello al giorno: «L’Ucraina non si arrende, stiamo combattendo anche per la pace dei vostri Paesi».

Vogue

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Il sindaco di una città polacca ha rinfacciato a Salvini la famosa maglietta di Putin

(ilpost.it, 8 marzo 2022)

Durante la sua “missione” verso l’Ucraina, il leader della Lega Matteo Salvini è stato contestato a Przemyśl, città della Polonia a pochi chilometri di distanza dal confine ucraino, dove negli ultimi giorni sono transitati molti profughi ucraini in fuga a causa dell’invasione russa. Salvini è stato inizialmente accolto dal sindaco della città, Wojciech Bakun, che davanti ad alcuni giornalisti ha ringraziato l’Italia per le dichiarazioni e i gesti di solidarietà nei confronti dell’Ucraina e dei Paesi che stanno organizzando l’accoglienza, come la Polonia.

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Il politico sudcoreano che conquista consensi grazie al suo avatar

(Afp / internazionale.it, 17 febbraio 2022)

Sullo schermo ha l’aspetto e la voce di Yoon Suk-yeol, candidato alla presidenza della Corea del Sud. Ma in realtà è “AI Yoon”, il suo avatar prodotto con la tecnologia deepfake. In una sede della campagna elettorale, a Seoul, un gruppo di collaboratori giovani e alla moda utilizza l’Intelligenza Artificiale per tentare l’impossibile: rendere “cool” un politico sessantenne. Partendo da ore di filmati del candidato del partito d’opposizione, Potere del popolo, la squadra di geek ha creato un avatar digitale di Yoon Sul-yeol e ha lanciato AI Yoon nell’arena elettorale in vista delle presidenziali del 9 marzo. Il deepfake, la tecnologia digitale che permette di creare simulazioni iper-realistiche di persone reali, aveva già effettuato diverse incursioni nelle campagne digitali. Ma i creatori di AI Yoon pensano che la loro creatura sia il primo avatar deepfake ufficiale di un candidato.

Ph. Jung Yeon-je / Afp

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Sul web furoreggiano le magliette con Zelensky

(agi.it, 1° marzo 2022)

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è stato salutato dalla comunità internazionale come un eroe per la risolutezza che sta dimostrando nella difesa dell’Ucraina. I suoi simpatizzanti ora possono manifestare il loro sostegno indossando una delle magliette dedicate a Zelensky che stanno furoreggiando su siti di e-commerce come Etsy. La maggior parte delle t-shirt (ma sono disponibili anche grembiuli, adesivi, tappetini per mouse etc.) mostrano il volto del comico diventato comandante in capo con la bandiera ucraina sullo sfondo e l’iconica frase “I need ammo, not a ride” (“Ho bisogno di munizioni, non di un passaggio”) con cui Zelensky avrebbe risposto all’offerta americana di portarlo fuori dal Paese.

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Il carisma di Zelensky

(ilpost.it, 27 febbraio 2022)

Quando fu inaspettatamente eletto presidente dell’Ucraina nel 2019, dopo una carriera da attore comico passata tra le altre cose per una vittoria alla prima edizione della versione ucraina dello show Ballando con le stelle, non era facile prevedere che nel giro di pochi anni Volodymyr Zelensky si sarebbe ritrovato a guidare un Paese durante una delle più preoccupanti guerre in Europa dal 1945 a oggi. Ma quello che ha realmente stupito analisti e capi di Stato di mezzo mondo è che nel giro di pochi giorni Zelensky sia diventato un leader politico capace di straordinario carisma e fermezza, dotato di persuasione e coraggio al punto da essere descritto dai media internazionali come un personaggio «eroico». Nei primi giorni dell’invasione Zelensky, il cui consenso peraltro era in calo prima della guerra, ha fatto ricorso alle sue abilità di comunicatore per tenere una serie di discorsi particolarmente efficaci e infervorati rivolti alla popolazione ucraina, ai Paesi occidentali e anche ai russi.

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Due team di linguisti affermano di aver scoperto chi sono i fondatori di QAnon

(wired.it, 21 febbraio 2022)

Il mistero del fantomatico Q, l’utente anonimo che con i suoi criptici messaggi su 4chan e 8chan ha creato il culto di QAnon, una delle più grandi teorie del complotto degli ultimi decenni, potrebbe essere stato risolto grazie al machine learning. I risultati di due gruppi indipendenti di linguisti forensi, racconta il New York Times, hanno identificato Paul Furber, un cinquantacinquenne sviluppatore di software sudafricano, come lo scrittore originale dietro ai post di Q, apparsi per la prima volta nel 2017. Secondo i ricercatori anche l’imprenditore informatico e candidato dell’Arizona al Congresso, Ron Watkins, ha scritto con lo pseudonimo di Q, prima collaborando con Furber e poi assumendo il controllo dell’account quando questo, a fine 2017, è passato a postare sulla bacheca 8chan di proprietà di suo padre Jim. Sia Furber sia Watkins hanno negato di essere stati Q.

Ph. Dario Lopez-Mills / Ap

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Truth Social, il social network di Donald Trump, è disponibile su App Store negli Stati Uniti

(ilpost.it, 21 febbraio 2022)

Da domenica notte la nuova piattaforma social dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Truth Social, è scaricabile dall’App Store di Apple, per ora solo negli Stati Uniti. La distribuzione su App Store era stata comunicata agli utenti della versione beta, quella di prova e precedente al lancio ufficiale, da Devin Nunes, ex deputato Repubblicano vicino a Trump e amministratore della Trump Media and Technology Group (Tmtg), la società di Trump che ha sviluppato la nuova piattaforma. Nunes ha anche detto che l’app sarà completamente operativa soltanto a fine marzo, quanto meno negli Stati Uniti. Pare che Truth Social sia molto simile a Twitter, anche se molti dettagli sono ancora in via di definizione.

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L’Esercito “fantasma” che ingannò i nazisti

(ilpost.it, 6 febbraio 2022)

Il primo febbraio il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato una legge che conferisce ai membri del Ghost Army (“Esercito fantasma”) la Medaglia d’Oro del Congresso, il più alto riconoscimento civile statunitense insieme alla Medaglia presidenziale della Libertà. L’Esercito fantasma combatté durante la Seconda guerra mondiale ed era composto da oltre mille uomini, ma oggi ne rimangono solamente dieci, tutti ultranovantenni. Aveva un solo obiettivo: ingannare l’esercito nazista e depistare i loro alti comandi, inscenando – con raffinati mezzi tecnici – quello che è stato definito uno «show itinerante» fatto di finte campagne militari.

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L’Ucraina tiene testa alla Russia a suon di meme

di Andrea Indiano (wired.it, 3 febbraio 2022)

Oltre a preparare il proprio esercito, l’Ucraina sta utilizzando un metodo atipico per fronteggiare il pericolo di una guerra con la Russia: i meme. L’account Twitter verificato, creato nel 2016 da un addetto stampa dell’allora governo di Kiev e tuttora collegato all’esecutivo, ha iniziato a postare immagini sarcastiche riguardanti il possibile conflitto. Alcuni meme famosi sono stati adattati al periodo di crisi e in poco tempo sono diventati messaggi virali a sostegno dell’Ucraina. La novità online rischia di trasformare i rapporti diplomatici fra i due Stati, ma l’utilizzo dei meme nasconde molti altri significati secondo un esperto italiano della moderna comunicazione politica.

@Ukraine via Twitter

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Pechino ha dichiarato guerra a Hollywood

(adnkronos.com, 18 gennaio 2022)

Pechino ha dichiarato guerra a Hollywood. Lo scorso anno, le autorità cinesi hanno bloccato l’uscita nelle sale di tutti i quattro film prodotti dalla Disney-Marvel. Un segnale, secondo gli osservatori, dell’argine che la Cina intende porre alla penetrazione nel proprio mercato delle major Usa. All’origine di questa scelta non ci sarebbero tuttavia le più ampie tensioni politiche e commerciali con Washington, bensì l’idea di trasformare l’industria cinematografica nazionale in un mezzo per orientare le masse e perseguire gli obiettivi politici del regime. Quello cinese, spiega ad Axios Rebecca Davis, corrispondente dalla Cina per Variety, “è un vero allontanamento dall’industria globale dell’intrattenimento”. Paul Dergarabedian, analista di Comscore, sottolinea invece che “la pandemia ha messo la Cina in una posizione migliore per controllare le uscite cinematografiche” sul proprio territorio.

Marvel Studios

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