Archivi tag: propaganda

Chi sono i “blogger militari” russi

(ilpost.it, 5 aprile 2023)

Vladlen Tatarsky, il propagandista filoputiniano ucciso domenica a San Pietroburgo in quello che probabilmente è stato un attentato mirato, era un “blogger militare” (“milblogger”), una figura piuttosto peculiare all’interno del sistema dell’informazione russo. I milblogger sono propagandisti che diffondono informazioni, notizie e contenuti a favore dell’intervento militare russo in Ucraina usando principalmente la piattaforma di messaggistica Telegram e che, nel corso degli ultimi mesi, sono diventati estremamente popolari e famosi, al punto da influenzare il dibattito russo sulla guerra.

Ph. Mikhael Klimentyev / Epa – Kremlin – Pool

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Parte la caccia alla foto segnaletica di Trump

(agi.it, 1° aprile 2023)

Il tema della foto segnaletica di Donald Trump irrompe nel caso Stormy Daniels. Finirà per essere pubblicata nonostante il divieto? Diventerà un gadget della campagna presidenziale del tycoon? L’ex presidente degli Stati Uniti, incriminato dal gran giurì per il pagamento in nero nel 2016 della pornostar che voleva rivelare la loro breve relazione, in base al protocollo giudiziario stabilito per i sospettati verrà sottoposto martedì, quando dovrà presentarsi al tribunale di New York, al prelievo delle impronte digitali e alla foto segnaletica.

Ph. Lynne Sladky / Ap

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Le foto fake di Trump “arrestato”

(agi.it, 24 marzo 2023)

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump non è stato arrestato, eppure una serie di scatti fake pubblicati su Twitter, subito virali con 5 milioni di visualizzazioni, lo ritraggono che scappa dagli agenti, in manette, e anche in prigione, con la moglie Melania che protesta. Autore delle foto diventate un caso planetario è Eliot Higgins, fondatore della piattaforma di giornalismo investigativo Bellingcat – la stessa che aveva incastrato le spie di Putin –, che ha usato l’Intelligenza Artificiale per immaginare i vari momenti dell’arresto del tycoon.

Eliot Higgins via Twitter

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Storia della bizzarra radio che voleva convertire gli ucraini alla guerra di Putin

di Francesco Del Vecchio (wired.it, 11 marzo 2023)

Durante l’estate scorsa gli abitanti della città ucraina di Kherson, bersaglio dell’aggressione russa, potevano sintonizzarsi sulla radio alle 7 del mattino e ascoltare un conduttore russo che salutava l’inizio della giornata con la surreale caricatura di un video motivazionale. «Come disse Lenin: “Nel lavoro siamo forgiati”. Anch’io ero un orango in uno zoo, ma quando ho iniziato a lavorare sodo ho comprato un’auto, mi sono costruito una villa in Crimea e ho persino aumentato il mio quoziente intellettivo. Lavorate duramente tutto il giorno e sarete come me».

Ph. Natalia Kolesnikova / Afp – Getty Images

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Porro restituisce le voci di Salvini e Meloni (e altre incapacità di capire il mondo)

di Guia Soncini (linkiesta.it, 13 marzo 2023)

La prima volta era il settembre del 2001, e ancora non avevamo tutti un telefono con dentro la telecamera. Però nella scuola in cui George W. Bush stava leggendo le fiabe ai bambini c’era ovviamente una troupe, e quindi per tutta la vita poi il poverino è stato quello: il presidente inadeguato che fa la faccia da coglione che non capisce quando gli dicono dobbiamo andare, si è schiantato un aereo sul World Trade Center.

Instagram

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Le “chiacchiere al caminetto” di Roosevelt

(ilpost.it, 12 marzo 2023)

«Miei cari, desidero parlare per qualche minuto di banche al popolo degli Stati Uniti: con i relativamente pochi che comprendono i meccanismi bancari, ma in particolare con la stragrande maggioranza di chi utilizza le banche per i conti correnti e i prelievi». Con un tono di voce calmo e amichevole, il 12 marzo 1933 l’allora presidente degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosevelt, si rivolse alla popolazione attraverso la radio per comunicare un’importante riforma del sistema bancario, da tempo in forte crisi.

Ap

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Tifo e politica, in Turchia curve pericolose per Erdogan

di Davide Sarsini (agi.it, 5 marzo 2023)

Domenica 26 febbraio, Vodafone Arena di Istanbul: il Besiktas ospita l’Antalyaspor, la squadra della provincia turca devastata dal sisma del 6 febbraio, e i tifosi riversano sul campo una pioggia di peluche e sciarpe in solidarietà con le popolazioni terremotate. Poi scandiscono cori contro il presidente turco, Recep Erdogan, chiedendo le dimissioni del governo. È solo l’ultimo esempio di come gli stadi turchi si siano trasformati in una delle poche arene di dissenso contro il “Sultano”, che a metà maggio è atteso da elezioni politiche e presidenziali in cui rischia la prima vera sconfitta in un ventennio di potere.

Ipa / Fotogramma

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Usa 2024: Donald Trump è ufficialmente candidato

di Massimo Basile (repubblica.it, 5 marzo 2023)

Ha parlato per quasi due ore, rilanciando i temi della campagna presidenziale del 2016, quando aveva promesso di ripulire Washington del “deep state”, il mondo oscuro dei burocrati e cospirazionisti. Ma rispetto a sette anni fa Donald Trump ha fatto capire quali saranno i temi della prossima, di campagna. Ha attaccato i big del partito repubblicano, promesso che non tornerà più il partito di Paul Ryan, Karl Rove e Jeb Bush, e avvertito gli sfidanti interni alle primarie: il leader e unico candidato possibile è lui, l’unico in grado di «evitare la terza guerra mondiale».

Ph. Alex Brandon / Ap

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L’app di TikTok dovrà essere rimossa da tutti i dispositivi forniti dal governo canadese

(ilpost.it, 27 febbraio 2023)

Da martedì 28 febbraio, il Canada ha deciso di rimuovere l’app di TikTok da tutti i dispositivi forniti dal governo e usati per lavoro. Un portavoce del governo ha fatto sapere che l’app che appartiene all’azienda cinese ByteDance «presenta un livello di rischio inaccettabile per la privacy e la sicurezza». Qualche giorno fa, l’ente canadese che si occupa di privacy ha anche annunciato di aver avviato un’indagine su TikTok per verificare che l’app «abbia un consenso valido e certificato per la raccolta, l’utilizzo e la divulgazione di informazioni personali».

Getty Images

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La Commissione Europea mette al bando TikTok

di Michela Rovelli (corriere.it, 23 febbraio 2023)

Mentre diventa sempre più popolare sugli smartphone – e non solo quelli dei più giovani, ma anche degli adulti –, le preoccupazioni sulla sicurezza del social cinese TikTok non fanno che aumentare. Dopo il governo federale americano, anche l’Unione Europea ha sollevato i suoi dubbi, che hanno preso forma in una richiesta formale a tutti i dipendenti della Commissione (uno dei tre organi dell’Ue, insieme a Parlamento e Consiglio) di disinstallare l’app dai propri telefoni.

Ph. Jonathan Raa / NurPhoto via Getty Images

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