Archivi tag: postdivismo

Nella vita adulta è meglio ridurre le amicizie immaginarie

di Arthur C. Brooks (The Atlantic / internazionale.it, 15 aprile 2023)

Il poster più popolare della storia degli Stati Uniti è stato diffuso nel 1976 e ha causato un piccolo attacco di panico morale tra i genitori statunitensi. Raffigurava Farrah Fawcett, la star di Charlie’s Angels, in posa con un costume da bagno rosso intero, mentre sfoggiava il suo perfetto, enorme sorriso. Ne furono vendute dodici milioni di copie. Tra gli acquirenti c’eravamo io e la maggior parte dei miei amici di seconda media, ognuno dei quali l’attaccò alla parete della propria camera. Le nostre madri erano scandalizzate, il che suppongo fosse un po’ il punto di tutta la faccenda.

Yellow Dog Productions / Getty Images

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TikTok sta alimentando il sogno di molti di diventare ricchi e famosi on line

(ilpost.it, 5 aprile 2023)

Le celebrità in declino e i personaggi carismatici che scrivono manuali, tengono discorsi e vendono soluzioni spacciate come miracolose per diventare ricchi e famosi con il minimo sforzo esistono da tempo. Con la diffusione dei social network, però, questo tipo di “guru” e i relativi contenuti motivazionali basati sulla retorica secondo cui il successo dipende esclusivamente dal merito individuale e dall’atteggiamento con cui si affronta la vita sono proliferati. In particolare, l’algoritmo di TikTok – e la sua capacità di far diventare virale un contenuto da un giorno all’altro – ha rafforzato la convinzione di molti giovani che costruirsi una florida carriera on line sia tutto sommato facile.

TikTok

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Sanremo, Day 1

di Guia Soncini (linkiesta.it, 8 febbraio 2023)

Sono passati trentun anni da quando Corrado Guzzanti e i suoi compari di Avanzi cantavano «e ora che pure Benigni s’è sposato non ci sta più chi ci bestemmia sul mercato», quindi quando ieri mattina Amadeus ha annunciato che ieri sera ci sarebbe stato Benigni a leggere articoli della Costituzione, Benigni con Mattarella, nientemeno, abbiamo tutti pensato: beh, certo, ormai è venerato maestro, mica più in quota comico.

Ansa

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Per “The Atlantic” l’era dei social media sta finendo (e non sarebbe mai dovuta iniziare)

di Adalgisa Marrocco (huffingtonpost.it, 14 novembre 2022)

Se Facebook piange, Twitter non ride e la fine dei social media non è mai sembrata tanto vicina (ma potrebbe non essere un male): lo sostiene l’esperto di web Ian Bogost in un lungo approfondimento apparso su The Atlantic. Dopo aver passato in rassegna i recenti tumulti dei colossi del web – dagli 11mila licenziamenti ordinati da Mark Zuckerberg per Meta, fino al malcontento di inserzionisti e utenti dopo l’acquisizione della piattaforma dell’uccellino da parte di Elon Musk – l’autore giunge alla conclusione che «la caduta» dei social potrebbe rappresentare «un’opportunità» per ricalibrare il modo in cui comunichiamo.

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Ci sarà mai più qualcuno famoso come Elvis e Marilyn?

(ilpost.it, 7 ottobre 2022)

Nelle frequenti conversazioni incentrate sui confronti tra fenomeni del passato e del presente che appaiono in qualche misura paragonabili (invenzioni, atleti o geni, per esempio) emergono spesso due diverse inclinazioni. Una è quella a esaltare grandezze, capacità e valori dei fenomeni del passato, ritenendoli irripetibili sotto diversi aspetti. E l’altra è quella a ritenere l’osservazione del presente inevitabilmente condizionata da limiti di prospettiva che nel caso dei fenomeni del passato non si pongono, o sembrano meno influenti.

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Come TikTok si è mangiata l’Internet

di Alberto Ferrigolo (agi.it, 19 ottobre 2022)

TikTok, l’app più popolare al mondo, ha aperto la strada a una nuova era della popolarità istantanea, ma possiamo fidarci? Se lo chiede il Washington Post nel raccontare la storia di Shelby Renae, ragazzina che ha trascorso «una serata a dipingersi le unghie, passandosi il telefono tra un dito e l’altro» 20.000 visualizzazioni, poi 40.000 «e la mattina dopo, quando il suo video ha superato i 3 milioni di visualizzazioni, ha deciso che le era cambiata la vita».

Ph. Avishek Das / Sopa Images via Zuma Press Wire

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La formula della fama

di Guia Soncini (linkiesta.it, 29 settembre 2022)

Al video ci ho pensato dopo, quando ieri è arrivata nelle redazioni una letterina con cui l’avvocato di Giorgia Meloni intimava di non braccarne la figlia per fotografarla o riprenderla. Al video in quel momento presente sulla home page d’un grande quotidiano, in cui un giornalista filmava una seienne che entrava a scuola, perché quella seienne è la figlia della prossima presidente del Consiglio, e in un Paese senza star system ci si arrangia come si può.

Pexels

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Il racconto dell’influencer

di Guia Soncini (linkiesta.it, 27 settembre 2022)

«Oggi inizia la resistenza», twitta Francesca Michielin, che di mestiere presenta X Factor, ma è evidentemente pronta non dico a salire sulle montagne col mitra ma almeno ad andare a Cortina con un paio di sci nuovi (spero che gli impianti ampezzani di neve finta siano migliorati rispetto ai miei tempi, quando la rivoluzione volevamo farla, pensa te, contro la Dc, ma almeno non avevamo luoghi pubblici in cui dichiarare la nostra scemenza giovanile). Il giorno prima, mentre l’Italia votava come ampiamente previsto Giorgia Meloni, la sinistra dell’Instagram s’indignava per le stronzate, come aveva fatto per tutto il resto della campagna elettorale e della vita. È normale che sia così: siamo una società in cui il benessere è diffuso e i bisogni primari sono soddisfatti, ci resta tempo per occuparci di stronzate e quindi lo facciamo. Il dettaglio grave è l’apparente incapacità di distinguere tra le stronzate e le cose serie, riuscendo ad avere l’approccio sbagliato a entrambe.

Ben Daniel

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Come si è ridotto il red carpet della Mostra di Venezia, preda dei “morti di follower”

di Manuela D’Alessandro (agi.it, 9 settembre 2022)

Quest’anno sul red carpet di Venezia è successa una cosa mai vista. Una proposta di matrimonio si è intromessa nella sfilata sul rosso del cast di The Son, il film drammatico in cui Hugh Jackman interpreta il padre di un figlio depresso. Alessandro Basciano ha chiesto in ginocchio a Sophie Codegoni di sposarlo porgendole un anello a celebrare la svolta della storia nata durante Il Grande Fratello. Belli, giovani, influencer, stanno facendo impazzire Instagram postando ogni frammento della loro avventura, ma attirando anche la ferocia di chi vede in questo episodio il momento più cafone della “desacralizzazione” del tappeto in corso da qualche tempo. Non più ambita striscia che possono calcare solo i divi, o almeno chi abbia un qualche legame col cinema, ma un tappeto “in vendita” accessibile a chiunque debba promuovere sé stesso o un prodotto, che sia un diamante o un telefonino.

Starpix / Apa-PictureDesk via Afp

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La corsa elettorale del treno delle vanità

di Sara Gentile (huffingtonpost.it, 5 settembre 2022)

Il martellare dei telegiornali e dei talk show, innanzitutto, in questi giorni non è informazione, ma piuttosto un guardare dal buco della serratura, una forma di voyeurisme politico che non informa, né agevola la partecipazione dei cittadini alla cosa politica. Il giornalismo, quello televisivo, deve interrogarsi su ciò, e i politici pure. Ritengo che il potere nelle sue prassi e meccanismi abbia necessità di una parte di riservatezza che è propria della sua natura, quella che gli consente di prendere decisioni fuori dal tifo da stadio o dalle imprecazioni degli scontenti. Voglio dire non gli arcana imperii di una volta, la segretezza che permette tutti gli arbitrii, ma il limite di una soglia oltre la quale tutto diventa curiosità gratuita e, inoltre, toglie al potere una delle sue insegne importanti: non essere svenduto alle bancarelle dei media come una storia qualunque.

Ph. Roberto Monaldo / LaPresse

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