Archivi tag: postdivismo

L’epoca della celebrità frammentaria

Rai 1

di Guia Soncini (linkiesta.it, 7 marzo 2025)

«Ma io dico, ma Totti no, all’Europeo che fa il cucchiaio, prima del calcio di rigore je vai a chiéde la foto?». Lo dice Tony Effe, chiunque egli sia, intervistato alla tele da Alessandro Cattelan, e lo dice rovinandosi per sempre la possibilità d’avere una carriera televisiva: si sta lamentando dei microfonisti che a Sanremo gli chiedevano una foto assieme un secondo prima che salisse sul palco, i tecnici Rai hanno memoria da elefanti, Tony Chi? dovrà espiare a lungo.

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I “Vic” stanno diventando i testimonial preferiti delle maison

Burberry

di Valentina Bottoni (vanityfair.it, 13 gennaio 2025)

I Very Important Clients, ovvero i “Vic”, sono – si stima – circa 600mila, destinati a raggiungere il milione entro il 2030. Spendono almeno 50mila euro l’anno nelle boutique di moda e, stando a quanto afferma Il Sole 24 Ore, rappresentano meno dell’1% dei clienti del lusso, generando però il 21% dei consumi globali della categoria, con una spesa ben 200 volte più alta del cliente medio.

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Sharenting: quando i figli finiscono in vetrina

Chiara Ferragni via Instagram

di Serena Mazzini (tpi.it, 12 aprile 2024)

Nell’era digitale anche la genitorialità è diventata un contenuto consumabile attraverso gli schermi dei nostri telefoni, trasformando momenti intimi e sensibili della vita dei più piccoli in attrazioni che nutrono gli algoritmi delle piattaforme. Sono infatti sempre più numerose le famiglie che scelgono di condividere la vita dei loro figli on line, con un numero sempre maggiore di account che guadagnano cifre astronomiche attraverso la loro esposizione.

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Margini stretti

Ph. William Lovelace / Getty Images

di Guia Soncini (linkiesta.it, 19 febbraio 2025)

Una mattina del settembre del 1998 ero sulla banchina alla quale attraccano i motoscafi su cui arrivano gli attori a vendere i loro film al Festival di Venezia. Quella sera sarebbe passato The Truman Show, e su uno dei motoscafi c’era Laura Linney. Il pubblico in attesa si sgolava, Laura, Laura, e una volta scesa dal motoscafo le chiedeva autografi (allora non si chiedevano le foto: nessuno sprecava i soldi d’un rullino per sentirsi amico dei famosi).

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La profezia di “American Psycho”

Lionsgate

di Giulio Zoppello (wired.it, 21 gennaio 2025)

American Psycho di Mary Harron ha avuto un impatto unico, inimitabile, a dispetto di un’accoglienza alquanto polarizzata quando fu presentato per la prima volta al Sundance Film Festival il 21 gennaio 2000. Ad un quarto di secolo di distanza, l’allucinata crociata sanguinolenta di Patrick Bateman è diventata una profezia chirurgica di ciò che siamo diventati, dell’abisso morale dentro cui ci tocca vivere, tra consumismo e culto dell’immagine.

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“Sputo fatti”, il nuovo trend di TikTok

di Micol Ronchi (wired.it, 24 gennaio 2025)

Se c’è una cosa che TikTok sa fare bene, anzi benissimo, è regalarci trend che non sapevamo di volere. L’ultimo esempio: “Sputo fatti”. Il nome parla da solo: il protagonista del video sputa(cchia) fatti, opinioni o sentenze davanti alla telecamera, definendoli come verità granitiche. Attenzione, non urlate allo scandalo, tutto è volutamente esagerato: ciò che viene detto è venduto come una sorta di “verbo assoluto” che, in realtà, strizza (parecchio) l’occhio all’ironia.

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Quella degli influencer sarà una categoria professionale

Ph. Miguel Medina / Getty Images

di Giovanni Esperti (wired.it, 11 dicembre 2024)

La prossima volta che qualcuno dirà “trovati un lavoro vero invece di fare l’influencer”, mostrategli i dati di Aicdc (Associazione Italiana Content Digital Creators) e Icom (Istituto per la Competitività) sui numeri della cosiddetta “creator economy”, il settore di chi guadagna grazie ai contenuti che pubblica sui social. Secondo la ricerca – che si basa sui dati estratti da cinquecento profili con almeno diecimila follower attivi su Instagram, TikTok e YouTube – nel 2024, in Italia il settore ha prodotto ricavi per oltre quattro miliardi di euro.

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La lezione di Morandi

Rai

di Guia Soncini (linkiesta.it, 2 dicembre 2024)

A casa mia è successo tutto nello stesso momento, ieri pomeriggio. Stavo ascoltando un podcast con ospite Gianni Morandi, e scrivendo bestemmie all’amica che me l’aveva segnalato: ma ti pare che mi fai sentire questo intervistatore che non sa niente, questo cane che come tutti i conversatori scarsi tenta di finirgli le frasi senza mai mai mai capire dove Gianni vada a parare, questo cane bau.

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Il Trump di Rozzano

LaPresse

di Guia Soncini (linkiesta.it, 5 dicembre 2024)

«Comportarsi da bulli aiuta nella vita, anche se ha un prezzo. Davanti ai bulli si tace, si sopporta o ci si inchina. Quasi mai, però[,] li si ama. Arrivano alla pancia. Non al cuore». È la chiusa del corsivo dell’altro ieri di Massimo Gramellini, forse articolo vincitore del premio “Capire meno il mondo” 2024, un anno nel quale c’è stata tesa competizione per il trofeo. Ma lunedì, davanti alla prima pagina del Corriere, ho avuto quel friccico che si ha di fronte alla vera incomunicabilità, ai capelli che fanno male, ai croccantini di Pavlov fuoriusciti dalla ciotola.

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L’accanimento contro Chiara Ferragni, la Barnum di questo secolo

Ansa

di Guia Soncini (linkiesta.it, 5 ottobre 2024)

Adesso stai a vedere che riescono a trasformare Chiara Ferragni in un Enzo Tortora. Mettete giù quell’indignazione, non c’è bisogno che mi notifichiate le differenze tra un errore di persona e una che invece è proprio la Ferragni, quella che diceva accattatevill’ (il pandoro) e cureremo i bambini malati: giuro che ho contezza che non sia la stessa dinamica in entrata. Temo però lo stesso effetto in uscita, quello che discende dall’accanimento.

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