Archivi tag: populismo

Éric Zemmour, “il Trump francese”

(The Economist / internazionale.it, 22 ottobre 2021)

“Tu sei il Trump francese” ha sentenziato una volta un alleato dell’ex presidente degli Stati Uniti rivolgendosi a Éric Zemmour. O almeno questo è quello che il polemico giornalista nemico dell’immigrazione dichiara nel suo ultimo libro, campione di vendite. Fino a poche settimane fa una simile rivendicazione sembrava campata in aria e opportunistica. Ma un recente balzo di popolarità suggerisce che questo personaggio televisivo, nostalgico del collaborazionismo con i nazisti del regime di Vichy, abbia preso in contropiede la politica francese. Zemmour punta addirittura a stravolgere il nazionalismo e superare a destra Marine Le Pen cercando di farla apparire troppo morbida. Il 6 ottobre è arrivato al secondo posto, davanti alla Le Pen e dietro a Emmanuel Macron, in un sondaggio per le elezioni presidenziali di aprile.

Ph. Ian Langsdon / Epa

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Telepopulismo: il metaverso di Cairo e i peggiori istinti della nostra tv

di Christian Rocca (linkiesta.it, 12 novembre 2021)

Il comizietto del vescovo Viganò su La7 a proposito dei morti Covid uccisi intenzionalmente non si sa da chi ha destato quei consueti cinque minuti di quotidiana indignazione, pronti a essere soppiantati da altri cinque minuti di attivismo social su una qualche altra stronzata detta in tv da qualche altro imbecille in abito talare o no, togato o no, del Fatto o no. Ma se lo stolto guarda Viganò o la compagnia di saltimbanchi che occupa gli schermi televisivi, il saggio in realtà indica Urbano Cairo e gli irresponsabili mestatori nel torbido della società italiana che guidano e gestiscono e conducono i programmi di La7 con l’obiettivo consapevole o no, ma certamente preciso, di mandare il Paese a carte quarantotto appellandosi in nome degli ascolti ai peggiori istinti della natura umana.

Unsplash

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Fedez scende in campo?

(ilfoglio.it, 10 novembre 2021)

Mancava solo l’ultimo passo. Dopo l’impegno civico e quello – accesissimo, a ritmo di Instagram stories – per i diritti e il ddl Zan, forse Fedez sta gettando le basi per lo sbarco in politica. La società Zdf Srl, di proprietà del rapper, ha infatti registrato un dominio sul web che sembra lasciare poco spazio agli equivoci: fedezelezioni2023.it. Al momento non risulta attivo, ma tanto basta per lanciare il messaggio. E a confermarlo è la stessa Zdf: “Dalla società mi è arrivata via mail una richiesta di attivare questo dominio in data odierna”, ha spiegato all’agenzia Adnkronos il responsabile dell’area informatica. L’obiettivo dichiarato sarebbe appunto l’anno delle prossime elezioni politiche, se si arriverà a fine legislatura.

Getty Images

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La mostrificazione del dissenso

di Guia Soncini (linkiesta.it, 5 novembre 2021)

Chissà perché non proiettano Quinto potere nelle scuole. Me lo chiedo ogni giorno, assistendo allo spettacolo d’arte varia degli inquilini dei social che trasecolano perché il loro cancelletto non è diventato legge, norma, educazione collettiva. Perché i loro buoni sentimenti non regolano il mondo. Perché la loro bellezza interiore non è apprezzata. «Si alza, dentro al suo piccolo schermo a ventuno pollici, e ulula dell’America e della democrazia. Non c’è nessuna America, non c’è nessuna democrazia. Ci sono solo la Ibm, e la Itt, e la At&t, e Dupont, Dow, Union Carbide, e Exxon. Queste sono oggi le nazioni del mondo. Di cosa crede parlino i russi nei loro consigli di Stato: di Karl Marx?».

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Meloni, Salvini e Grillo: l’eterna autobiografia fascista della nazione

di Christian Rocca (linkiesta.it, 11 ottobre 2021)

I fascisti e gli imbecilli ci sono, ci sono sempre stati, adorano farsi notare, anche se raramente sono stati così visibili e rumorosi come nell’era dell’ingegnerizzazione algoritmica della stupidità di massa. I fascisti e gli imbecilli si fanno sentire sia in remoto sia in presenza, all’assalto della Cgil, nei cortei no mask, no vax, no green pass e contro la casta, ma anche in televisione e in tre delle quattro forze politiche maggiori del Paese. In termini di adesione ai principi fascisti e dell’imbecillità, non c’è alcuna differenza tra le piazze grilline e quelle dei forconi, tra i seguaci del generale Pappalardo e i neo, ex, post camerati della Meloni, tra i baluba di Pontida e i patrioti del Barone Nero, tra i vaffanculo di Casaleggio e i gilet gialli di Di Maio, tra i seguaci di Orbán e quelli di Vox, tra i mozzorecchi di Bonafede e i giustizialisti quotidiani, tra i talk show complici dell’incenerimento del dibattito pubblico e gli intellettuali e i politici illusi di poter romanizzare i barbari.

Ph. Christopher Burns / Unsplash

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La saga dell’orologio di lusso e del candidato griffato

di Luca Telese (tpi.it, 11 settembre 2021)

Dura lex, sed Roléx. Da una settimana si continua a parlare di un orologio, di un Rolex, che poi non è un Rolex (si tratta di un Audemars Piguet, ma poco cambia), che è stato metaforicamente allacciato al polso della campagna elettorale romana, e che da lì – come se ci fosse entrato per endovena – si è trasfuso nel dibattito politico, diventandone un feticcio. Ieri Carlo Calenda ha chiuso una settimana di passioni e di polemiche con una tirata d’orecchi del candidato con cronografo che è balzato all’onore delle cronache per il suo costoso accessorio: «Ho difeso Roman a spada tratta, però anche basta co’ sto orrendo pataccone sempre in primo piano!».

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Feccia senza Rolex

di Maurizio Crippa (ilfoglio.it, 4 settembre 2021)

Forse un bel giorno scopriremo che tutta la feccia populista di sinistra (ma è fascismo tendenza woke, lo dice pure l’Economist) che vomita odio sui social è come la canea no pass, esiste solo sulla tastiera. Ma nell’attesa tocca contare l’ultima vittima di quella feccia: Roman Pastore, di anni 21, candidato con Azione di Carlo Calenda a Roma, bravo ragazzo cui il padre ha lasciato, in eredità, un Rolex. Dopo il massacro dei cani da tastiera, ha risposto alla capobranco.

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L’intreccio tra complotti e populismo in Italia

di Alessandro Calvi (Voxeurop / internazionale.it, 8 luglio 2021)

Il 23 maggio in Piemonte è precipitata una funivia: l’incidente ha causato quattordici morti. Il mattino dopo, l’ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, parlando alla radio, ha avanzato l’ipotesi di un attentato, poiché alcune delle vittime erano di origine israeliana. Il sospetto, come ammetterà lo stesso Mieli, poggiava però sul nulla. Questo episodio dimostra quanto sia facile, anche per i più “insospettabili”, scivolare dall’analisi della realtà verso teorie di natura complottistica, le quali, in genere, semplificano la complessità del reale, rassicurando chi le ascolta o costruendone l’identità.

Ph. Filippo Monteforte / Afp

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Anche la Bulgaria ha il suo Beppe Grillo

di Monica Perosino (lastampa.it, 12 luglio 2021)

Non sono bastati cento giorni per strappare la Bulgaria dall’incertezza, sospesa tra la voglia di lasciarsi alle spalle dieci anni di impero Borissov e i timori di affidarsi alle vaghe promesse del cantante anti-sistema Trifonov. Nemmeno le elezioni anticipate di ieri, necessarie dopo un nulla di fatto lo scorso 4 aprile, dicono in modo chiaro chi dovrà guidare la Bulgaria, con un testa a testa tra il partito Gerb di centrodestra guidato dall’ ex primo ministro Boyko Borissov e il rivale populista C’ è un popolo come questo (Itn) del popolare intrattenitore televisivo e cantante Slavi Trifonov.

Reuters

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Le sorprendenti elezioni in Bulgaria

(ilpost.it, 11 luglio 2021)

Le elezioni di oggi in Bulgaria per rinnovare il Parlamento sono incentrate su due personaggi molto differenti tra loro: uno – Boyko Borisov, primo ministro del Paese per ben tre volte – molto controverso e noto alle cronache europee; l’altro – Slavi Trifonov, cantante, comico e presentatore tv – quasi sconosciuto fuori dai confini nazionali, e considerato come un politico schivo, difficile da decifrare e con un programma di governo quasi inesistente. Dopo le elezioni – le seconde in pochi mesi –, il Parlamento dovrà dare la fiducia a un nuovo governo. Le ultime si erano tenute ad aprile e si erano risolte con un nulla di fatto: nessun partito era riuscito a ottenere abbastanza voti parlamentari per assicurarsi la fiducia.

slavishow.com

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