Archivi tag: politically correct

La rinascita del mito dell’Uomo Alfa in un’ondata (social) di Musk-olinità tossica

di Eugenia Nicolosi (alfemminile.com, 8 dicembre 2022)

La ricerca I ragazzi e il cyber bullismo, fatta da Ipsos per Save the Children, fotografa i social network come “la modalità d’attacco preferita dai cyber bulli”. Sì, perché la possibilità di dire o scrivere apertamente ciò che si pensa al riparo di uno schermo solletica la natura violenta (e misogina e razzista) di persone codarde e che hanno la tendenza a comportarsi da bulle.

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Gli Oscar sono sempre stati politici, e quest’anno non sarà diverso

di David Canfield (vanityfair.it, 26 marzo 2022)

L’anno scorso, in questo periodo, Donald Trump definiva gli Oscar troppo «politicamente corretti», accusando lo spettacolo di essere utile come piattaforma per il Partito Democratico e suggerendo che l’Academy si fosse allontanata dalla sua funzione iniziale di onorare i film senza riconoscere il mondo che li circonda. A parte la natura generale e sconclusionata della dichiarazione, la sua premessa implicita era sbagliata: gli Oscar hanno sempre messo in mostra momenti politici. Di conseguenza, i tentativi di lunga data dell’Academy di raggiungere una più ampia rilevanza culturale saranno sicuramente rispettati anche questa domenica sera, quando i padroni di casa Wanda Sykes, Amy Schumer e Regina Hall metteranno in scena uno spettacolo stellare in un momento di guerra.

Mariel Tyler – Getty Images

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La verità su Truth, un Twitter noiosetto (e viola)

di Sonia Turrini (huffingtonpost.it, 20 marzo 2022)

Dopo quasi un mese, stamattina sul mio telefono è comparsa una notifica lilla: “La tua attesa è finita! Clicca per cominciare a usare Truth Social”. Ci provavo dal 20 febbraio, da quando la piattaforma creata da Donald Trump in risposta alla sua esclusione dai principali social era sbarcata sull’App Store americano. Il lancio non era esattamente andato liscio; la app è stata inizialmente prima nelle classifiche di download, per poi vedere gli utenti schiantarsi tutti collettivamente contro un muro di gomma di errori continui, liste di attesa, bug vari ed eventuali. Insomma, per un mese sono stata il numero 101.553 di una sinuosa coda virtuale che non si muoveva di una posizione.

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Bufera su Pio e Amedeo: «Il politically correct ha rotto»

(repubblica.it, 1° maggio 2021)

Una bufera si è scatenata dopo che venerdì sera Pio e Amedeo, nell’ultima puntata del loro show Felicissima sera, si sono lanciati contro il “politically correct” con un lungo pezzo, una ventina di minuti, che ha puntato dritto al cuore della materia: «Ci vogliono far credere che la civiltà sta nelle parole, ma è tutto qua nella testa», ha detto Amedeo, «fino quando non ci cureremo dall’ignoranza di quelli che dicono con fare dispregiativo che è quello il problema, ci resta un’unica soluzione: l’autoironia». E da lì in poi i due comici hanno puntato il dito contro tutti gli stereotipi del politicamente corretto, passando per donne, ebrei, neri, fino ad arrivare agli omosessuali.

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Nick Cave e gli altri: quando il politically correct è «la più infelice delle religioni»

di Adalgisa Marrocco (huffingtonpost.it, 17 gennaio 2021)

«La cancel culture è la distruzione dell’anima creativa, il politically correct è diventato la più infelice religione del mondo». A sostenerlo è Nick Cave che, con composta eleganza, sulle pagine del britannico Spectator sottolinea quanto possa essere «asfissiante per la società» quell’atteggiamento di colpevolizzazione e privazione di sostegno e gradimento, sovente espresso tramite i social media, nei riguardi di personaggi pubblici, aziende o prodotti culturali ritenuti portatori di un messaggio offensivo o politicamente scorretto. Il cantautore australiano è, in ordine di tempo, l’ultima delle celebrità che hanno palesato dissenso per una tendenza che rischia di trasformare la società in «inflessibile, paurosa, vendicativa e priva di senso dell’umorismo», sottolinea lui.

Getty / Harper’s Magazine
Getty / Harper’s Magazine

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Nell’era della morte del contesto forse il problema non è la blackface

di Guia Soncini (linkiesta.it, 26 giugno 2020)

«Le idee non sono più quel che ti fa vincere le campagne elettorali. Tantomeno i valori. Oggigiorno, a venire eletto è quello più bravo ad attirare l’attenzione. Se P.T. Barnum fosse vivo, sarebbe il nostro prossimo presidente». «Non mi è mai piaciuto il circo. Quei poveri elefanti». (Dialogo tra un candidato presidente e Gwyneth Paltrow nella seconda stagione di The Politician).blackface Continua la lettura di Nell’era della morte del contesto forse il problema non è la blackface