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Da Ferragni a Elodie, gli influencer che possono spostare voti

di Lidia Sirna (ilmattino.it, 26 luglio 2022)

In principio c’era solo la coppia più pop del web: Chiara Ferragni e Fedez. Poi si è capito che l’intrattenimento di massa si era spostato sui social e così gli influencer della politica si sono moltiplicati. Oggi nascono, crescono e poi si schierano. Se i Ferragnez sono diventati la coppia più nota d’Italia, del resto, lo si deve anche – forse – al loro attivismo politico e sociale. Durante la prima ondata della pandemia di Covid-19, tanto per fare un esempio, organizzarono una raccolta fondi per costruire un reparto di terapia intensiva. Gesto che è valso loro il prestigioso Ambrogino d’Oro, consegnato direttamente dal sindaco di Milano Beppe Sala. Capita, dunque, che la più classica delle dinamiche italiane (la caduta di un governo dopo un ultimatum) travalichi i binari della comunicazione tradizionale e paludata.

iStock

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Quando Benigni prese in braccio Berlinguer

di Mario Lavia (linkiesta.it, 24 maggio 2022)

Noi che eravamo sul palco guardammo subito con timore Tonino Tatò, che era il segretario particolare, l’ombra di Enrico Berlinguer. Lui si voltò, sorridendo, fece con la mano come per dire “okay”, aveva capito la nostra ansia. Perché la scena era stata incredibile, inverosimile, assurda: Roberto Benigni, famoso per la sua comicità surreale, aveva preso in braccio il Segretario Generale del Partito Comunista Italiano! Era il 16 giugno 1983, sulla magnifica terrazza del Pincio, a Roma. Il ricordo personale di quel pomeriggio è forse il modo meno retorico o scontato di celebrare il centenario della nascita di Enrico Berlinguer, nato il 25 maggio 1922. Tutti hanno visto la fotografia di quella “sollevazione” che forse per la prima umanizzò in modo così plateale il leader del Pci, o meglio desacralizzò la figura del capo comunista («Questo è un comunista autentico!», aveva urlato il comico toscano prendendolo in braccio).

Ph. Attilio Cristini / Wikimedia Commons

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Ridge di “Beautiful” alla convention di Forza Italia

(blitzquotidiano.it, 21 maggio 2022)

Pensavate di averle viste tutte? E invece no: sul palco della convention di Forza Italia a Napoli all’improvviso è arrivato Ridge di Beautiful. Non è ben chiara la connessione ma sul palco della convention di Forza Italia a Napoli all’improvviso è salito anche Ronn Moss, l’attore che interpreta Ridge nella soap Beautiful. Insomma: mascellone. «Sono molto felice di essere qui» ha detto l’attore salendo sul palco, «e ringrazio Silvio Berlusconi. Se fossi residente in Italia non avrei dubbi, voterei per lui». Nel suo intervento Moss ha testimoniato anche il suo amore per la Puglia, che lo ha portato di recente a investire in una masseria del XVIII secolo tra Fasano e Monopoli.

Ph. Ciro Fusco / Ansa

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Trump in Pennsylvania appoggia il Dr. Oz

di Massimo Basile (agi.it, 10 aprile 2022)

Sfidando il suo cerchio magico e i big del partito repubblicano, Donald Trump ha dato il suo endorsement per la carica di senatore della Pennsylvania al controverso cardiochirurgo Mehmet Oz, celebre e chiacchierato personaggio televisivo, conosciuto dagli americani come Dr. Oz, conduttore del The Dr. Oz Show. Nato a Cleveland, in Ohio, da genitori turchi, 61 anni, laureato ad Harvard e poi diventato un accademico alla Columbia come “professore emerito di Chirurgia”, Oz ha assunto i contorni della star quando è diventato presenza fissa del popolare talk show condotto da Oprah Winfrey. Dopo cinque anni come ospite, Oprah gli propose di condurre un programma in prima persona. Dalla tribuna televisiva il Dr. Oz, come luminare della scienza, ha lanciato una serie di messaggi controversi.

Reuters

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Amore finito tra Putin e Hollywood

(huffingtonpost.it, 21 marzo 2022)

Lo hanno lodato, gli hanno stretto la mano, si sono fatti immortalare con un sorridente e amichevole Vladimir Putin, senza risparmiargli complimenti. Ora però l’amore è finito e scaricano lo zar: da Mickey Rourke a Oliver Stone passando per Leonardo DiCaprio e Paul McCartney, le star di Hollywood voltano le spalle al presidente. E gli chiedono di fermare la guerra. Il premio Oscar Oliver Stone, che fino all’inizio di febbraio aveva “difeso”, Putin sottolineando che gli Stati Uniti “non avevano prove” sulle intenzioni della Russia di invadere l’Ucraina, ha fatto retromarcia e condannato l’aggressione. Anche se gli “Stati Uniti hanno diverse guerre sulla loro coscienza, questo non giustifica Putin. La Russia ha sbagliato a invadere”, ha detto il regista del documentario The Putin Interviews.

Getty Images – Reuters – Afp

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Joe Biden per la prima volta su TikTok

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 27 dicembre 2021)

Non sarà un suo account personale, non sarà nemmeno quello istituzionale della Casa Bianca. Ma fa un certo effetto vedere l’ottantenne Joe Biden su TikTok, in un video virale che ha superato – negli ultimi giorni – decine di milioni di visualizzazioni. Il video vuole spingere le nuove generazioni a essere molto più propositive nei confronti della campagna vaccinale. I Jonas Brothers si sono prestati allo scopo, girando diverse clip in varie ale della Casa Bianca: «Sei vaccinato?», «Sì, signore» è stato il tormentone che ha caratterizzato i 17 secondi di un video pubblicato su TikTok e su Instagram; alla fine compare Biden, sorriso smagliante e smartphone in mano, che fa finta di riprendere tutto e che commenta: «Sì, ce l’abbiamo fatta».

Jonas Brothers via TikTok

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Dal Psi ai No Vax, la politica secondo Montesano

di Paolo Molinari (agi.it, 23 ottobre 2021)

Vecchie fotografie in bianco e nero, un po’ ingiallite, mostrano un ragazzo dal fisico asciutto, con i capelli ricci e nerissimi, stringere la mano a Pietro Nenni e Sandro Pertini. Iniziavano allora, insieme, carriera artistica e passione politica di Enrico Montesano, fra alti e bassi, infatuazioni e ripensamenti, accelerazioni brucianti e frenate repentine. Così in teatro e al cinema come in piazza e fra gli scranni del Campidoglio e del Parlamento Europeo. La foto con Pietro Nenni è, naturalmente, più antica e risale agli inizi della carriera, quando Montesano riempiva i teatri della Capitale assieme a Gabriella Ferri e cominciava ad affacciarsi sul grande schermo con un titolo che, a leggerlo oggi, suona beffardo: Io non protesto, io amo.

LaPresse

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Modi mette le mani sul cinema indiano

di Rafia Zakaria (internazionale.it, 3 luglio 2021)

Il mondo conosce l’India attraverso i suoi film. Per più di un secolo gran parte dell’Asia Meridionale ha canticchiato i motivi di Bollywood, aspettando con ansia il prossimo successo. L’influenza dell’industria cinematografica indiana va oltre il subcontinente. Statunitensi, egiziani, nigeriani e milioni di persone in tutto il mondo hanno sculettato al ritmo delle scene di ballo dei suoi film. E ovviamente hanno anche potuto conoscere il Paese, nella misura in cui è possibile farlo attraverso uno schermo. Molto presto tutto questo potrebbe cambiare. Nelle prossime settimane e mesi il Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito del primo ministro Narendra Modi, soffocherà sempre più il settore multimiliardario del cinema, che ogni anno produce più film di Hollywood.

Narendra Modi via Instagram

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Influencer al servizio di Pechino

di Giulia Pompili (ilfoglio.it, 17 luglio 2021)

“In un mondo in cui le forze politiche cambiano continuamente, con partiti di destra, centristi e di sinistra in tutto il mondo che si contendono le elezioni per governare i loro Paesi e inseguono i grandi cambiamenti nelle preferenze degli elettori, il Partito Comunista Cinese, che celebra il centenario della sua fondazione, si distingue in netto contrasto per la sua continuità”. Inizia così l’ultimo editoriale firmato da Michele Geraci, ex sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico in epoca gialloverde in quota Lega, pubblicato martedì sul China Daily, organo del Dipartimento di propaganda di Pechino.

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Il delirio di insulti dalla Bielorussia contro i Måneskin

di Giulia Melodia (secoloditalia.it, 26 maggio 2021)

Niente, proprio non ci vogliono stare. Questa vittoria dei Måneskin all’Eurovision Song Contest 2021 non va giù a tanti. E così, dopo la Francia rosicona che ha montato ad arte il coca-gate, salvo poi dover fare ammenda e scusarsi, oltre che congratularsi, stavolta le accuse al gruppo italiano arrivano direttamente dalla tv filogovernativa bielorussa. Oggi, infatti, è la volta dei 15 minuti di notorietà che non si negano a nessuno, come diceva il grande Andy Wharol. Neppure a un semi-sconosciuto (da noi) Grigoriy Azarenok, autore e presentatore della rubrica La medaglia di Giuda (nomen omen?), che, per fortuna lo spiega Libero, «va in onda tutte le settimane sul canale televisivo Ctv (quello filo-Lukashenko, ovviamente)».

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