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Ecco perché Mattarella non sorrideva per gli applausi del Parlamento

di Antonio Gurrado (ilfoglio.it, 4 febbraio 2022)

Eppure non sorrideva, Sergio Mattarella, mentre i grandi elettori costellavano di applausi il suo discorso di reinsediamento. Un inquietante grafico sul Corriere della Sera di oggi mostra la progressione del battimani nel giro di mezzo secolo: solo sei applausi per Pertini nel 1978, nove per Cossiga sette anni dopo, già quattordici per Scalfaro e diciannove per Ciampi fino a che, nel 2006, la degenerazione si fa evidente: ventinove al primo Napolitano e trentadue al secondo, quaranta a Mattarella sette anni fa e adesso cinquantacinque al bis. Se un politico del ’78 si fosse teletrasportato in Parlamento ieri, ne avrebbe concluso che a Montecitorio c’erano i Bee Gees.

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Il silenzio degli urlatori

di Francesco Cundari (ilfoglio.it, 1° maggio 2021)

Si sa che quel che conta più di tutto, nel teatro come nella vita, in politica come in letteratura (e secondo alcuni persino negli articoli di giornale), è il finale. Proprio per questo lascia stupefatti la conclusione cui sembra essere arrivato il MoVimento 5 Stelle, singolarissima creatura partitico-teatrale del comico Beppe Grillo, opera somma della politica spettacolo in Italia: un improvviso, interminabile, imbarazzato silenzio. La negazione di tutte le leggi dello spettacolo. La negazione di tutte le leggi della politica. Ma una conclusione che era fors’anche inevitabile per un movimento composto da persone, Grillo a parte, fondamentalmente negate per entrambe le cose.

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Fedez e il populismo inconsapevole della sinistra

di Pierfrancesco De Robertis (quotidiano.net, 4 maggio 2021)

Ciò che colpisce del “caso Fedez”, a distanza di due giorni dal divampare della crisi, non sono tanto le parole del rapper, il suo tentativo un po’ furbastro di mischiare le carte e censurare una telefonata di una dirigente Rai spacciandosi lui per censurato, quanto la reazione del mondo politico. “Fedez ha ragione”, “concordo con Fedez” e giù applausi. Il più duro di tutti ha provato a essere Salvini, direttamente chiamato in causa dal palco del concertone del primo maggio, con un proditorio “lo inviterò a prendere un caffè”. Sai che paura. Non c’è che dire, Fedez fa Fedez, cioè vende sé stesso nel confuso Ballarò dello spettacolo diventato politica e della politica diventata spettacolo.

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Le fake news funzionano perché la verità è noiosa

di Enrico Dal Buono (linkiesta.it, 25 settembre 2020)

Bruce Wayne si sveglia e legge le notizie sul cellulare: dicono che il Joker ha rapinato la Federal Reserve. Ma oggi Bruce è miracolosamente lucido. Apre l’armadio della Batcaverna e quel costume con le orecchie da topo gli sembra per la prima volta ridicolo. S’infila una polo, prende la metro e scova il Joker, che sta armeggiando con cerone e giacche pastellate nel proprio bilocale. «Ma ti pare che io possa rapinare la Fed?» gli dice quello, allargando le braccia scheletriche. Attaccano a parlare di genitori assenti, di nevrosi narcisistiche, della passione che li unisce: i travestimenti di Halloween. S’ingollano un Tavor a testa e vanno a mangiarsi un cheeseburger.the_social_dilemma Continua la lettura di Le fake news funzionano perché la verità è noiosa

Giletti, Porro, Sgarbi: la Destra fa il palinsesto in Campidoglio

(blitzquotidiano.it, 13 ottobre 2020)

Giletti sindaco di Roma o comunque candidato della Destra? Può essere, ci stanno pensando, Giletti compreso. Ma qualcuno a Destra preferisce e suggerisce Porro. Si aggiunge, anzi si infila Sgarbi. Nessuno a Destra lo vuole davvero, ma lui…VittorioSgarbi_sindaco_Roma Continua la lettura di Giletti, Porro, Sgarbi: la Destra fa il palinsesto in Campidoglio

Berlusconi attacca De Luca: «La politica non è spettacolo»

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 31 agosto 2020)

La politica non è spettacolo, Silvio Berlusconi dixit. Il presidente e leader di Forza Italia attacca Vincenzo De Luca per il personaggio televisivo che, secondo lui, è stato capace di costruirsi (anche alla ricerca di un consenso elettorale). Insomma, proprio l’ex presidente del Consiglio – sì, da sempre votato all’arte dello spettacolo misto all’ars politica – se la prende con l’attuale presidente della Regione Campania.Berlusconi-DeLuca Continua la lettura di Berlusconi attacca De Luca: «La politica non è spettacolo»

America 2020: dal Truman Show al Trump Show

di Mario Sechi (agi.it, 26 agosto 2020)

Trump che firma la grazia. Trump che dà la cittadinanza e fa diventare “americano” chi lo sognava. I poteri del presidente esposti in diretta. Il racconto della convention repubblicana è un format tv che si chiama reality show. Sulla bocca di Barack Obama, la settimana scorsa, quell’oggetto della narrazione televisiva era affiorato con il tono del disprezzo (detto da colui che con la televisione on the road e la fotografia di Pete Souza ha costruito giustamente il mito del primo presidente nero) per l’uomo di Manhattan.

Ph. Brendan Smialowski / Afp
Ph. Brendan Smialowski / Afp

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Dibba e Fornero dimostrano che in Italia la rivoluzione si può fare tutti i giorni, ma solo nei palinsesti

di Francesco Cundari (linkiesta.it, 31 luglio 2020)

A poche pagine di distanza, su quello che qualche nostalgico inguaribile ancora chiama il grande giornale della borghesia italiana, come se in Italia esistessero ancora la borghesia, i grandi giornali, i dimafonisti e i telefoni a gettone – insomma: sul Corriere della Sera –, due storie apparentemente minori ieri si illuminavano reciprocamente: Alessandro Di Battista, massimo rappresentante dell’ala dura del populismo grillino, sorpreso mentre serve ai tavoli nel bar interno di un albergo di Ortona, ed Elsa Fornero, il volto più celebre dell’ultimo governo dei tecnici, impegnata come giurata in un quiz televisivo condotto da Costantino della Gherardesca.

Ph. Claudio Guaitoli / Corriere della Sera
Ph. Claudio Guaitoli / Corriere della Sera

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Cari scienziati, la ricerca non è spettacolo

di Francesca Ulivi* (espresso.repubblica.it, 5 giugno 2020)

Caro clinico, caro ricercatore, caro scienziato,

ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per noi in questi mesi. Per le ore e i giorni e le notti passati in reparto con addosso quei paramenti insopportabili, cercando di salvare ogni persona, ogni vita. Per quelli passati in laboratorio, sui dati, sulle tabelle, al microscopio, ad analizzare e discutere i dati, sperando di trovare evidenze che il prima possibile ci spiegassero cosa sta accadendo; per quelli passati davanti al computer costruendo modelli possibili per capire da che parte andare, a spiegare alla politica cosa sta succedendo.

Ansa
Ansa

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Mussolini: dalla propaganda politica a quella commerciale

di Giovanni De Luna (lastampa.it, 14 aprile 2020)

Mussolini accettò di farsi fotografare assumendo spesso pose che ai nostri occhi sfiorano il grottesco. Durante il Ventennio, furono circa 2.000 le sue foto ufficiali, alle quali vanno sommate quelle (alcune migliaia) scattate da fotografi locali; a questi originali sono poi da aggiungere le riproduzioni il cui numero è stato calcolato tra gli 8 e i 30 milioni di esemplari.

Franco Chelini, M Littoriali dello Sport, 1939 (Fondazione Cirulli)
Franco Chelini, M Littoriali dello Sport, 1939 (Fondazione Cirulli)

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