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Arrivano i Trump Watch, “un fantastico regalo di Natale”

(adnkronos.com, 27 settembre 2024)

«Non perdetevi i Trump Watch», saranno «un fantastico regalo per Natale» e «li adorerete». Così, sul suo Truth Social, l’ex presidente americano e candidato repubblicano alle elezioni presidenziali Donald Trump ha lanciato una sua «collezione di orologi». Sul quadrante, nero, rosso o dorato che sia, appare proprio il nome di “Trump”. Presente anche la riproduzione della firma dell’ex inquilino della Casa Bianca.

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Il potente discorso di Meryl Streep alle Nazioni Unite

United Nations via YouTube

di Javi Sánchez (vanityfair.it, 26 settembre 2024)

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite prosegue il suo corso e poche ore fa uno dei suoi eventi collaterali ha avuto un ospite d’eccezione: Meryl Streep, che, accompagnata da alcune attiviste, ha alzato la voce per denunciare la situazione delle donne in Afghanistan. Durante la presentazione del documentario The sharp edge of peace, che ritrae le quattro donne che hanno negoziato con il regime talebano dopo il ritiro degli Stati Uniti nel 2021, la Streep ha sottolineato che la situazione attuale delle donne afghane è un «lento soffocamento».

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Il Britpop è tornato improvvisamente di moda

Ph. Christopher Furlong / Getty Images

di Elia Pelizzari (esquire.com, 2 settembre 2024)

Usciva nel 1997 il disco che avrebbe rivoluzionato la musica pop/rock. Parlo di Ok Computer dei Radiohead: un album cupo, distorto, calmo, un progetto che rispecchia lo spirito della band. Dodici canzoni in cui Thom Yorke, il cantante, monta e costruisce un preludio sconsolato su ciò che saranno gli anni Duemila con l’avvento sempre più deciso della tecnologia. I Radiohead portano una wave nuova nel panorama del rock britannico e per i media Ok Computer avrebbe anche sancito, tra le varie cose, la fine del Britpop.

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Pedro Almodóvar non è molto amato in Spagna

Ph. Marco Bertorello / Afp

(ilpost.it, 11 settembre 2024)

In occasione della vittoria del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia con il film La stanza accanto, su El País (il più diffuso quotidiano spagnolo) sono comparsi due articoli di grande entusiasmo ed esaltazione sul regista Pedro Almodóvar. È una notizia perché Almodóvar ha da sempre un rapporto burrascoso con la critica, la stampa e l’industria del cinema spagnoli, e in particolare da qualche anno col País (non mancano articoli a suo favore, ma anche altri molto duri), almeno da quando è arrivato Carlos Boyero, critico che prima lavorava a El Mundo (secondo quotidiano spagnolo e di orientamento conservatore) e che è una delle voci più critiche riguardo ai suoi film.

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Il ritorno dell’estetica country

Paramount

di Giuliana Matarrese (linkiesta.it, 31 maggio 2024)

Lo diciamo da subito, non è merito di Pharrell Williams o di Beyoncé se oggi parliamo di westerncore. I due imprenditori e artisti sono solo l’ultimo anello, quello più visibile, di una catena che vede le sue origini non certo in una sfilata o in un album neanche troppo country a dir la verità – per ammissione della stessa Beyoncé – ma in un susseguirsi di cause, serie tv e album musicali che vedono il loro inizio circa cinque anni fa. È stato allora, nel 2018, che Paramount Network ha mandato in onda la prima puntata di Yellowstone, serie tv nella quale Kevin Costner interpreta il ruvido John Dutton, tycoon e multimilionario proprietario di lande sterminate nel Montana, con annesso ranch.

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“Uccidete la colomba bianca” rimane il film simbolo del Disgelo

Orion Pictures

di Giulio Zoppello (esquire.com, 25 agosto 2024)

Era il 1989, mancava pochissimo al crollo del Muro di Berlino, così come alla fine della Guerra in Afghanistan. Il clima internazionale, dopo anni complicati, grazie soprattutto a Michail Gorbačëv e a quelle giornate in Islanda con Ronald Reagan, nell’ottobre di tre anni prima, era cambiato. Fu in quel 25 agosto 1989 che uscì in sala Uccidete la colomba bianca (The Package) di Andrew Davis, ancora oggi uno dei migliori political thriller mai fatti.

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Meme generation

Ph. Franco Antonio Giovanella / Unsplash

di Guia Soncini (linkiesta.it, 17 settembre 2024)

«Oggi un candidato vicepresidente non attaccherebbe mai una donna che fa un figlio, quindi, come si dice, il mio compito è esaurito. Miao». Avevo vent’anni quando mi alzavo alle sei di mattina per vedere su Rete 4 Candice Bergen nel ruolo di Murphy Brown. Ne ho quasi cinquantadue quando Candice Bergen sale sul palco degli Emmy a fare una battuta didascalica ma perfetta. Quando fa ciò che il mondo – cioè: io – si aspetta da lei: ricordare al mondo – cioè: agli altri – che molto prima di J.D. Vance e delle gattare senza figli ci fu Dan Quayle che riteneva che un personaggio di fantasia che decideva di crescere un figlio senza padre costituisse un esempio che avrebbe minato le fondamenta della famiglia americana.

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L’umorismo macabro di Elon Musk

Ph. Samuel Corum / Bloomberg – Getty Images

di Pierre Haski (France Inter / internazionale.it, 17 settembre 2024)

Poche ore dopo il secondo tentativo di attentato contro Donald Trump, Elon Musk, sostenitore del candidato repubblicano e uomo più ricco del mondo, ha pubblicato sul social network X (di cui è proprietario) il seguente messaggio: “E nessuno cerca di assassinare Biden o Harris…”. Alla fine Musk ha cancellato il suo tweet, ma non prima che fosse letto da decine di milioni di persone.

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Capitani tenebrosi

di Guia Soncini (linkiesta.it, 16 settembre 2024)

Le prime parole di gergo televisivo che imparai, quasi trent’anni fa in uno studio Rai, furono «luce cosmetica». Il direttore della fotografia mi spiegava come avrebbe illuminato la conduttrice: con una luce sparata in faccia che l’avrebbe fatta più giovane più bella più santino. Poi negli anni con la luce cosmetica hanno cominciato a esagerare, e irridere i riflettori sparati in faccia a Dietlinde Gruber o a Barbara D’Urso è diventato un pigro espediente di chiunque abbia un telefono connesso al mondo.

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Michael Kors alla New York Fashion Week: “Le elezioni il nuovo red carpet”

di Carole Hallac (lastampa.it, 14 settembre 2024)

«Le elezioni sono il nuovo red carpet» ha dichiarato lo stilista Michael Kors durante la Fashion Week di New York, dove la politica ha fatto da protagonista con simboli patriotici in passerella, figure politiche in prima fila e collezioni che rispecchiano diverse visioni della società americana. In particolare, la prospettiva di una donna alla Casa Bianca ha galvanizzato l’industria della moda, che, già all’inizio della kermesse, è scesa in strada per incoraggiare gli elettori a recarsi alle urne.

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