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Sanremo, i crimini dello stylistismo e l’abolizione del senso del ridicolo

di Guia Soncini (linkiesta.it, 7 febbraio 2024)

È il Festival più instagrammatico di sempre, molto ma molto di più di quello dell’anno scorso in cui la Ferragni apriva un account ad Amadeus e tutti ci preoccupavamo che facessero pubblicità a Zuckerberg, e infatti poi il tapino è stato multato e lei, beh, non staremo qui a ribadire che la diretta Instagram dal palco di Sanremo, un anno dopo, non è più il principale problema etico nella percezione pubblica di Chiara Ferragni.

Fotogramma / Ipa

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Buon compleanno Facebook, in vent’anni hai rovinato il mondo

di Davide Piacenza (wired.it, 4 febbraio 2024)

Alla fine del 2007, quando il mondo era così recente che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito, un amico del liceo mi parlava con fare appassionato di un sito al quale alcune sue conoscenze americane l’avevano fatto iscrivere. “È un social network, dove puoi parlare con la gente che conosci e guardare cosa fa”, mi spiegava, incontrando la mia incapacità di comprendere di cosa stesse parlando ma convincendomi, nel giro di poche settimane, a iscrivermi a mia volta.

Pixabay

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Marie Irvine, la truccatrice che contribuì ad alimentare la leggenda di Marilyn Monroe

di Olga Noel Winderling (vanityfair.it, 22 gennaio 2024)

A distanza di quasi 62 anni dalla scomparsa di Marilyn Monroe si è spenta anche la sua storica, ultima truccatrice, Marie Irvine, che avrebbe varcato il secolo il prossimo dicembre e che contribuì a valorizzare il volto dell’attrice durante un capitolo cruciale della sua carriera. Nei mesi scorsi, la sua fama aveva avuto una nuova impennata (stavolta su Tik Tok) grazie a Erin Parsons, anch’ella truccatrice, con la passione per il make-up vintage e per la grande diva di Hollywood.

Bettmann Archive

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La beneficenza fatta per marketing esiste

di Roberto Esposito (huffingtonpost.it, 25 gennaio 2024)

Da molti anni la ricerca – in ambito psicologico, neuropsicologico e sociologico – ci sta svelando le diramazioni del comportamento dei consumatori. Appare assodato che a incidere enormemente sulle scelte ci sia la componente culturale e, più precisamente, dei valori culturali. Si tratta né più né meno di credenze, che si formano all’interno di una società e che permettono a chi le osserva di sentirsene parte.

Ph. Ana Fernandez / Sopa Images – LightRocket via Getty Images

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Il candidato presidente del Ghana che si presentava dietro una maschera

(ilpost.it, 19 gennaio 2024)

«So che state cercando di capire chi è l’uomo, l’uomo con la maschera è seduto di fronte a voi»: sono le parole con cui lo scorso 7 gennaio l’imprenditore ghanese Nana Kwame Bediako ha rivelato di essere il misterioso candidato alla presidenza del Ghana, in vista delle elezioni del prossimo dicembre per scegliere il nuovo presidente e i membri del Parlamento. Nei manifesti della sua campagna elettorale infatti Bediako compariva dietro una maschera, per presentarsi come un’alternativa ai partiti tradizionali.

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Biancaneve va alla guerra

di Arianna Finos e Chiara Ugolini (repubblica.it, 18 gennaio 2024)

Biancaneve è di Destra o di Sinistra? Giorgio Gaber si prendeva gioco di certe classificazioni, esattamente trent’anni fa. Ma l’idea di due Snow White, una “progressista” Disney incarnata Rachel Zegler e una tradizionalista affidata all’astro nascente della Destra conservatrice Brett Cooper è la raffigurazione plastica dello scontro mediatico che si combatte negli Stati Uniti in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre.

The Walt Disney Company

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Come in India il dio Rama è diventato simbolo del nazionalismo indù

(ilpost.it, 22 gennaio 2024)

Il primo ministro indiano Narendra Modi ha partecipato lunedì alle grandi celebrazioni per la consacrazione del tempio di Rama ad Ayodhya, nello Stato dell’Uttar Pradesh, nel Nord dell’India. Rama è una delle divinità più importanti dell’Induismo e il nuovo tempio è stato costruito in quello che viene ritenuto il suo luogo natale. È però anche il posto dove sorgeva una moschea del XVI secolo, distrutta da una folla di 150mila fedeli induisti nel 1992, in quello che viene considerato uno degli eventi più complicati e problematici della storia recente dell’India.

MyGovIndia via X

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Bollywood sotto censura

di Adalgisa Marrocco (huffingtonpost.it, 19 gennaio 2024)

Possono gli estremismi influenzare l’industria culturale? Sembrerebbe proprio di sì, stando a quanto accade in India. Dopo le proteste dei gruppi indù di estrema destra, Netflix ha cancellato dalla sua offerta in tutto il mondo il film Annapoorani: The Goddess of Food, realizzato dalla casa di produzione indiana Zee Entertainment. La pellicola, nei cinema indiani dal 1° dicembre e on line dal 29, racconta la storia di Annapoorani, figlia di un bramino, la casta più elevata nel sistema indù, che ha un sogno: diventare la cuoca più famosa d’India.

Zee Studios / Naad SStudios / Trident Arts

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In Corea del Nord minorenni condannati per aver guardato serie tv proibite

di Gianluca Modolo (repubblica.it, 18 gennaio 2024)

Due ragazzi umiliati pubblicamente, davanti a centinaia di studenti riuniti in uno stadio, e condannati a dodici anni di lavori forzati. Tutti devono essere testimoni di come questi due sedicenni «non abbiano riflettuto profondamente sui loro errori», dicono gli agenti mentre ammanettano i due adolescenti rivelando agli altri presenti i loro nomi e pure gli indirizzi di casa. La loro colpa? Aver guardato serie televisive prodotte da quello che il dittatore Kim Jong-un ha appena classificato come “nemico numero uno”: la Corea del Sud.

Bbc

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Il caso politico attorno ad “Anatomia di una caduta”

(ilpost.it, 19 gennaio 2024)

Dallo scorso settembre Anatomia di una caduta, il film drammatico che ha vinto la Palma d’Oro a Cannes, è al centro di un dibattito relativo alla sua mancata candidatura come rappresentante francese all’Oscar per il miglior film straniero. Oltre a essere stato accolto in modo molto positivo dalla critica internazionale, che aveva lodato in particolare la qualità della sceneggiatura scritta da Justine Triet e dal marito e collega Arthur Harari, è stato infatti molto apprezzato anche dal pubblico nei Paesi in cui è uscito negli ultimi mesi, tra cui l’Italia, e a gennaio ha vinto come miglior film straniero ai Golden Globe e ai Critics’ Choice Awards, due premi americani cui si guarda molto per fare previsioni sui vincitori dei più importanti Oscar.

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