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Prima delle elezioni Trump aveva già vinto nella moda

Ph. Thibault Camus / Ap

(ilpost.it, 22 novembre 2024)

I segnali della vittoria di Donald Trump alle presidenziali statunitensi non c’erano solo nei sondaggi ma anche nella moda, come hanno scritto subito dopo il risultato molte esperte sui social. Le tendenze su come vestirsi che hanno avuto successo negli ultimi due o tre anni negli Stati Uniti si richiamano soprattutto alla visione del mondo dei Repubblicani, cosa che riflette lo spostamento generale della nazione verso quei valori e aiuta a spiegarne, in parte, la vittoria.

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I cappellini Maga ora si vedono perfino a New York

Ph. Yuki Iwamura / Ap

(ilpost.it, 21 novembre 2024)

Il cappellino da baseball rosso Maga – “Make America Great Again”, far tornare grande l’America – è probabilmente uno degli oggetti più iconici e rappresentativi di questa epoca politica negli Stati Uniti. Fu messo in circolazione durante la campagna presidenziale di Donald Trump del 2016 per identificare i suoi sostenitori e da allora è considerato un simbolo divisivo. Se nelle aree più rurali e conservatrici degli Stati Uniti è normale vederne in giro, nelle grandi città, storicamente più Democratiche, è piuttosto raro incontrare qualcuno che lo indossa.

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L’Instagram dei Carabinieri, il fenomeno social che non ti aspetti

Instagram

di Andrea Indiano (wired.it, 20 settembre 2024)

Tramite meme, videogiochi e musica trap, le forze dell’ordine, in Italia soprattutto l’Arma dei Carabinieri, hanno iniziato a utilizzare i social network in modo attivo, cercando di creare un legame con il pubblico attraverso post divertenti e contenuti virali. Finora, la novità è stata apprezzata dai follower della pagina e i commenti sono per la maggior parte positivi. Tuttavia, i tentativi di creare una connessione con il pubblico attraverso meme e post leggeri spesso rischiano di cadere nel cosiddetto cringe.

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L’ascesa della tech right, la nuova contro-élite di Trump

Ph. Gilles Lambert / Unsplash

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 21 novembre 2024)

La «destra tech» ha preso il potere negli Stati Uniti, ha scritto Le Monde, riprendendo così un’etichetta di tech right su cui da tempo si stavano accumulando segnalazioni. Citando alla rinfusa: il New Statesman ha definito la Silicon Valley «intossicata» da una nuova mania per il quoziente di intelligenza dai risvolti razzisti. Secondo il blogger Noah Smith è logico che chi fa business si orienti a favore di un partito come quello Repubblicano che si presenta come più pro-business.

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Tom Cruise interpreta un simil Musk, ma la realtà supera i picchiatelli

Ph. Tom Radetzki / Unsplash

di Guia Soncini (linkiesta.it, 20 novembre 2024)

Formiamo subito due file ordinate: in una quelli che ritengono che il ruolo insuperabile interpretato da Tom Cruise sia quello in Tropic Thunder, in un’altra chi pensa che il Cruise più sfavillante sia quello di Magnolia. (Questo articolo non prevede che siate qui a perder tempo non avendo visto o Magnolia o Tropic Thunder: sono tutti e due su Sky, andate a procurarvi una cultura generale invece di stare sull’Internet).

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Le canzoni e i concerti “per l’Africa” non erano una grande idea

(ilpost.it, 20 novembre 2024)

Lunedì il cantante inglese Ed Sheeran ha detto che, se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe «rispettosamente vietato» l’utilizzo della sua voce nella nuova versione di Do they know it’s Christmas?, che uscirà il 25 novembre. È una canzone pubblicata quarant’anni fa dal supergruppo britannico Band Aid, fondato da Bob Geldof e Midge Ure, e composto da molte popstar e rockstar internazionali, che ai tempi ebbe un successo enorme anche per via del suo obiettivo filantropico.

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Kamala Harris ha perso: l’era del celebrity endorsement è finita?

The Guardian / Getty Images

di Edward Helmore (theguardian.com / dagospia.com, 19 novembre 2024)

I nomi sembrano quelli di un cast di talenti in procinto di calcare un red carpet o di partecipare alla famosa festa post-Oscar di Vanity Fair. Oprah Winfrey, Megan Thee Stallion, George Clooney, Leonardo DiCaprio, Bruce Springsteen e molti, molti altri. Questi sono solo alcuni dei nomi di celebrità di spicco che hanno sostenuto la corsa fallimentare di Kamala Harris alla Casa Bianca, rendendola una delle campagne politiche più costellate di star nella storia degli Stati Uniti.

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La religione delle celebrità

di Guia Soncini (linkiesta.it, 18 novembre 2024)

«Hai fatto tutto questo casino per uno di cui neanche sai il nome? E pensi ancora che il prossimo presidente debba essere una donna?». Lo dice Alec Baldwin a Tina Fey, è il 2007, è un altro mondo: non solo Hillary Clinton non ha ancora neppure perso le primarie contro Barack Obama, ma si possono ancora fare battute sui due che sovrintendono alla reputazione dei neri famosi in America: Oprah Winfrey e Bill Cosby.

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Bolsonaro è accusato di aver tentato un colpo di Stato

Ph. Eraldo Peres / Ap

(ilpost.it, 21 novembre 2024)

Oggi la polizia federale del Brasile ha accusato formalmente l’ex presidente Jair Bolsonaro di aver tentato un colpo di Stato dopo le elezioni che furono vinte dal suo avversario Luiz Inácio Lula da Silva. Dopo quasi due anni di indagini, la polizia federale ha accusato l’ex presidente di estrema destra e altre trentasei persone. Ora il procuratore generale brasiliano, Paulo Gonet, dovrà decidere se rinviare a giudizio gli accusati o archiviare l’indagine.

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Con Trump anche il Dr. Oz, medico star della tv

Ph. Ed Jones / Getty Images

di Matilde Nardi (huffingtonpost.it, 20 novembre 2024)

Il neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha nominato Mehmet Cengiz Öz alla guida del Centers for Medicare & Medicaid Services, l’agenzia federale che si occupa dell’assistenza sanitaria per 150 milioni di individui, pensionati e persone in difficoltà economica. Il chirurgo, celebre in tv come “Dr. Oz”, diventerà, dopo il via libera del Senato atteso il prossimo anno, il primo cittadino turco-americano a prendere decisioni fondamentali nel Paese.

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