di Laura Berlinghieri (lastampa.it, 15 novembre 2024)
Quando c’era Berlinguer recita il titolo di un documentario di Walter Veltroni. Ed è una frase che tanti ragazzi, nati dopo la morte dello storico segretario del Partito Comunista Italiano, non saprebbero completare. È per questo che la sezione bellunese del Partito Democratico ha ideato una particolare iniziativa per far conoscere Enrico Berlinguer – nel quarantennale della sua morte – e il suo lascito politico e culturale, anche ai più giovani.
Bobo, militante quarantenne del Partito Comunista Italiano, comparve per la prima volta nel 1979 sulle pagine di Linus, innovativa rivista diretta da Oreste Del Buono che contribuì a far conoscere molti fumetti americani in Italia. Fu uno dei personaggi di maggior successo della satira a fumetti in Italia e il principale della produzione fumettistica di Sergio Staino, morto sabato a 83 anni. Per più di quattro decenni i dubbi, le domande, le critiche di Bobo hanno accompagnato la storia e le evoluzioni della sinistra italiana.
Noi che eravamo sul palco guardammo subito con timore Tonino Tatò, che era il segretario particolare, l’ombra di Enrico Berlinguer. Lui si voltò, sorridendo, fece con la mano come per dire “okay”, aveva capito la nostra ansia. Perché la scena era stata incredibile, inverosimile, assurda: Roberto Benigni, famoso per la sua comicità surreale, aveva preso in braccio il Segretario Generale del Partito Comunista Italiano! Era il 16 giugno 1983, sulla magnifica terrazza del Pincio, a Roma. Il ricordo personale di quel pomeriggio è forse il modo meno retorico o scontato di celebrare il centenario della nascita di Enrico Berlinguer, nato il 25 maggio 1922. Tutti hanno visto la fotografia di quella “sollevazione” che forse per la prima umanizzò in modo così plateale il leader del Pci, o meglio desacralizzò la figura del capo comunista («Questo è un comunista autentico!», aveva urlato il comico toscano prendendolo in braccio).
Una diva comunista che cantava la libertà sessuale. È stata dipinta così Raffaella Carrà dal quotidiano catalano El Periódico in un articolo del settembre del 2020. Secondo il giornale la Carrà è stata in grado di «celebrare una sessualità libera, festosa e traboccante», quando ancora questo tipo di femminilità faceva paura. Quando ancora nessuno ne parlava. El Periódico sottolinea anche come la Carrà sia stata in grado di polverizzare ogni tipo di cliché quando, in un’intervista alla rivista spagnola Interviù, nel 1977, affermava di aver sempre votato per il Partito Comunista Italiano. La Carrà aveva raggiunto una grande celebrità in Spagna e in America Latina.