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L’ascesa del pop indù che alimenta la violenza religiosa

di Muheet Ul Islam e Pirzada Shakir (The New Arab / internazionale.it, 14 luglio 2022)

“Lo zafferano arriverà in ogni casa, il dominio di Rama (incarnazione del dio Visnu) riemergerà”: è l’intro di una canzone diventata popolare negli ultimi mesi in India. Il brano dura due minuti e si trova su YouTube interpretato dal quarantenne Ved Vyas. Invoca la “zafferanizzazione” (l’arancione zafferano è il colore dell’induismo), un’ideologia politica che in India sostiene la supremazia degli indù su tutte le minoranze etniche e religiose.

Ph. Rebecca Conway / The New York Times – Contrasto

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La canzone pakistana ascoltatissima in India

(ilpost.it, 16 maggio 2022)

Da un po’ di tempo una canzone pakistana è ascoltatissima in India, un Paese storicamente nemico dove chi ascolta musica pakistana può arrivare anche a essere arrestato. Si chiama Pasoori ed è un duetto tra i cantanti pakistani Ali Sethi, che l’ha scritta ed è figlio di attivisti politici, e Shae Gill: ha una base particolarmente ballabile, che combina la musica indiana a quella mediorientale e al reggaeton, e un testo su due persone che si amano ma a cui è vietato incontrarsi. Nelle scorse settimane ha raggiunto una gran popolarità alla radio e in Internet, ed è stata interpretata come una metafora del difficile rapporto tra India e Pakistan. Pasoori è traducibile con qualcosa come “pasticcio difficile”, e s’ispira a un genere di canzone che ha origine nella poesia medievale del Sud dell’Asia, nato soprattutto in risposta all’usanza dei matrimoni combinati e solitamente ricco di giochi di parole, allusioni erotiche e critiche più o meno esplicite alle norme sociali.

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Il governo indiano mette Bollywood nel mirino

(The Economist / internazionale.it, 8 novembre 2021)

Se Bollywood è la religione secolare dell’India, allora Aamir Khan, Salman Khan e Shah Rukh Khan sono la sua sacra trinità. I tre attori, che non sono imparentati tra loro, sono stati per trent’anni ai vertici dell’industria cinematografica indiana in lingua Hindi. Con i loro film, i loro personaggi e le loro figure hanno costruito l’immaginario del Paese. Insieme al primo ministro e al capitano della squadra nazionale di cricket, sono forse i volti più riconoscibili dell’India. Casualmente, sono anche musulmani. Per la maggior parte degli indiani, sempre che ci pensino, è un motivo di orgoglio: la fama dei Khan è un segnale del tollerante secolarismo del Paese.

Ph. Frédéric Soltan / Corbis – Getty Images

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Modi mette le mani sul cinema indiano

di Rafia Zakaria (internazionale.it, 3 luglio 2021)

Il mondo conosce l’India attraverso i suoi film. Per più di un secolo gran parte dell’Asia Meridionale ha canticchiato i motivi di Bollywood, aspettando con ansia il prossimo successo. L’influenza dell’industria cinematografica indiana va oltre il subcontinente. Statunitensi, egiziani, nigeriani e milioni di persone in tutto il mondo hanno sculettato al ritmo delle scene di ballo dei suoi film. E ovviamente hanno anche potuto conoscere il Paese, nella misura in cui è possibile farlo attraverso uno schermo. Molto presto tutto questo potrebbe cambiare. Nelle prossime settimane e mesi il Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito del primo ministro Narendra Modi, soffocherà sempre più il settore multimiliardario del cinema, che ogni anno produce più film di Hollywood.

Narendra Modi via Instagram

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Anche i talebani indossano sneaker bianche

(ilpost.it, 31 gennaio 2021)

La moda delle sneaker bianche è arrivata anche in Afghanistan: qui però non sono indossate da rapper, modelli alle sfilate, ragazzini a scuola e, in verità, da chiunque segua un minimo le tendenze, ma dai talebani. Come ha raccontato il New York Times, il gruppo radicale islamico è affezionato allo stesso modello da trent’anni. Le Cheetahs sono scarpe da ginnastica in pelle bianca che ricordano vagamente le Puma, con il collo alto e delle riconoscibili rifiniture verdi e gialle. Vengono prodotte da Servis Shoes, una delle più grandi fabbriche di scarpe del Pakistan, che nel 1983 lanciò sul mercato il suo primo marchio di scarpe sportive. Le Cheetahs infatti erano inizialmente pensate per gli atleti – molti di rilevanza nazionale fecero anche da testimonial – e solo di recente ne sono stati introdotti modelli più casual e anche per le donne: sono ancora il modello più venduto di Servis.

Ph. Rahmat Gul / Ap
Ph. Rahmat Gul / Ap

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